Lega degli stati arabi
La Lega degli stati arabi, meglio nota come Lega Araba, è un’organizzazione internazionale di carattere prevalentemente politico che riunisce tutti i paesi la cui popolazione è a maggioranza araba e quindi, di fatto, gli stati dell’area del Maghreb, di parte dell’Africa orientale e del Medio Oriente arabo. La sue finalità, rese esplicite nella Carta della Lega Araba, sono quelle di rafforzare le relazioni tra tutti gli stati membri e di coordinare la loro collaborazione, di salvaguardare l’indipendenza e la sovranità dei paesi arabi e agire nel loro interesse comune. Sebbene tali aspirazioni fossero presenti già da tempo nella regione, l’idea di costituire un’organizzazione formale si concretizzò solo dopo il secondo conflitto mondiale, nel 1944, quando Arabia Saudita, Egitto, Iraq, Libano, Transgiordania (che successivamente sarebbe divenuta l’attuale Giordania) e Siria firmarono ad Alessandria d’Egitto il cosiddetto Protocollo di Alessandria. Questo documento pose le basi per l’istituzione di quella che, nel marzo del 1945, sarebbe divenuta la Lega Araba, cui si unì nel maggio dello stesso anno anche l’allora Yemen del Nord (che oggi, riunificato con quello del Sud, forma l’attuale Yemen).
A fare da collante tra i paesi fondatori della Lega, oltre alla comune appartenenza alla ‘patria araba’, vi era la condanna dell’esperienza del colonialismo cui erano stati sottoposti. Per alcuni, tale esperienza aveva radici lontane, in quanto paesi come l’Egitto, la Siria e il Libano erano già stati soggetti all’autorità dell’Impero ottomano. Per tutti, tale condizione di subalternità era allora associata al colonialismo occidentale, perpetuato dal sistema dei protettorati. All’ideologia del panarabismo, che proprio a cavallo tra le due guerre mondiali – e con maggior vigore nel secondo dopoguerra – aveva preso piede all’interno del mondo arabo, si sommava quindi la comune aspirazione all’indipendenza, fatta propria anche da altri paesi che non figurarono tra i fondatori della Lega, come Marocco, Tunisia e Algeria, ma che vi avrebbero aderito in seguito.
La prima grande azione congiunta della Lega Araba, la cui sede venne stabilita al Cairo, fu l’intervento nel conflitto arabo-israeliano del 1948, a seguito della proclamazione dello di Stato di Israele. In quell’occasione, su invito della Lega Araba, l’Egitto inviò infatti le proprie truppe in difesa della comunità palestinese. A seguito della sconfitta in quella guerra, la Lega Araba firmò, nel 1950, l’Accordo per la difesa comune e la cooperazione economica, in cui vi erano anche i principi di adesione all’Organizzazione delle Nazioni Unite, di cui in effetti la Lega Araba divenne un membro osservatore nel 1953. Con gli anni la membership della Lega Araba si è allargata sempre di più, fino a raggiungere gli attuali 22 membri, oltre a quattro osservatori.
Durante la vita dell’organizzazione vi sono state diverse controversie che hanno portato, in due casi, anche all’espulsione di uno stato membro. Il primo grande strappo tra la Lega e un suo membro avvenne nel 1979 con l’Egitto. Quest’ultimo fu temporaneamente espulso dall’organizzazione come segno di protesta per la sua politica nei confronti di Israele, dal momento che il governo egiziano in quell’anno aveva firmato gli accordi di pace, rompendo così l’unità del fronte arabo. In seguito all’espulsione dell’Egitto, anche la sede della Lega fu spostata a Tunisi e sarebbe stata ristabilita al Cairo solo nel 1989, a seguito della reintegrazione dell’Egitto. Nel 2011, invece, è stata la Libia a essere stata sospesa dalla Lega Araba, come misura punitiva nei confronti del regime di Gheddafi, accusato di aver usato la violenza contro la popolazione libica durante le rivolte che hanno caratterizzato il paese nei primi mesi dell’anno. Tale passaggio sta forse a segnalare anche il mutato orizzonte dell’organizzazione che, superata una focalizzazione quasi esclusiva sulla questione palestinese, si sta affermando come interlocutore politico di primo piano a livello internazionale. Tale processo è confermato dalla natura dei paesi osservatori: Brasile, India, Eritrea e Venezuela. Tra questi, se l’India e il Brasile riflettono l’attenzione riservata dalla Lega a potenze emergenti e potenziali partner economici, gli ultimi due segnalano chiare posizioni politiche: mentre infatti il sostegno all’Eritrea è volto a controbilanciare l’appoggio occidentale alla vicina Etiopia, l’avvicinamento al Venezuela segnala l’apprezzamento delle politiche anticapitalistiche perseguite dal presidente Hugo Chávez.
La Lega Araba si propone di fungere da luogo privilegiato di dialogo tra gli attori arabi dell’area mediorientale e non solo, con l’obiettivo di coordinare gli sforzi congiunti di tutti i paesi membri nella risoluzione delle controversie che vedono confrontarsi alcuni di loro, o gli stessi paesi arabi e parti terze. Inoltre, la Lega è un forum di discussione finalizzato alla definizione di posizioni politiche condivise nel mondo arabo di fronte alle frequenti crisi politiche, istituzionali e sociali, di cui l’area è stata – e continua ad essere – testimone. Le ricorrenti crisi arabo-israeliane, la questione palestinese, i tre conflitti del Golfo, le crisi che hanno coinvolto il Libano, sia negli anni Cinquanta che durante gli anni della guerra civile (1975-90) e nel 2008, sono solo alcuni dei temi che hanno dominato il dibattito politico dell’organizzazione. Tramite la creazione di alcune istituzioni, come l’Organizzazione per l’istruzione, la cultura e le scienze della Lega Araba e il Consiglio per l’unità economica araba, la Lega Araba facilita lo sviluppo dei programmi politici, economici, sociali, culturali e scientifici volti a promuovere gli interessi del mondo arabo. Quest’ultimo è percepito all’interno della Lega come un’unica entità culturale e l’organizzazione sostiene il principio di un’unica patria araba, pur nel rispetto del principio di sovranità di ogni singolo paese membro.
A differenza di altre organizzazioni regionali come l’Organizzazione degli stati americani (Oas), il Consiglio d’Europa o l’Unione Africana, la Lega Araba ha una membership che è determinata dalla comune appartenenza culturale e non geografica. La sua struttura istituzionale rappresenta una commistione tra organi sovranazionali e le istituzioni sovrane di singoli paesi. Il Summit del Consiglio della Lega Araba, in cui si riuniscono tutti i capi di stato e di governo dei paesi membri, si riunisce periodicamente in diverse città degli stati arabi. Non vi è una vera e propria istituzione politica autonoma all’interno dell’organizzazione, che infatti, in quanto tale, non influisce direttamente sulla vita delle popolazioni dei paesi membri. Il Consiglio della Lega adotta le decisioni con un voto di maggioranza e tali risoluzioni sono vincolanti solo per i paesi che le votano e non per tutti i membri.
Accanto al Summit del Consiglio vi sono il Consiglio della difesa e dell’economia, composto dai rispettivi ministri dei paesi membri, oltre ai comitati specializzati permanenti. Nel 2001, nel Summit di Amman, il Consiglio decise di istituire il Parlamento arabo che, riunitosi provvisoriamente al Cairo nel 2004, dovrebbe avere sede finale a Damasco.
Il Segretariato generale ha il compito di occuparsi dell’ordinaria amministrazione della Lega e il suo segretario è il rappresentante legale dell’organizzazione.
Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Isole Comore, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Gibuti, Giordania, Iraq, Kuwait, Libano, Libia (sospesa nel 2011), Marocco, Mauritania, Oman, Palestina, Qatar, Siria, Somalia, Sudan, Tunisia, Yemen.