ARPINATI, Leandro
Nato a Civitella di Romagna (prov. di Forlì) il 29 febbraio 1892 da genitori operai; per circa un ventennio fu operaio egli stesso; e giovane militò nell'ala estrema dei partiti sovversivi (fu anarchico individualista). Tenace autodidatta, acquistò una seria cultura in questioni politiche e sociali. La sua prima affermazione politica si ebbe quando Mussolini costituì i Fasci d'azione rivoluzionaria (marzo 1919). D'allora l'Arpinati, che faceva parte del Comitato direttivo di questi Fasci, cominciò ad apparire un animatore di eccezionale efficacia. Costituitosi il 10 aprile 1919 il Fascio bolognese di combattimento, l'A. ne divenne il capo. Deputato al parlamento dal 1921, egli ha esercitato, dopo la Marcia su Roma, una vigorosa ed efficace azione su tutta la vita sociale e politica della città e della provincia di Bologna. Di quest'azione sono prova, tra l'altro, le importanti opere costituitesi per sua iniziativa: la Casa del fascio, il Littoriale, l'Università fascista (con la rivista Vita nova per organo). L'Arpinati ha raggiunto alti gradi gerarchici, come quello di vicesegretario del partito e di podestà di Bologna, e, dal settembre 1929, di sottosegretario all'Interno.