BIADENE, Leandro
Nato a Treviso il 23 apr. 1859 da Alberico ed Amalia Mercato, compì gli studi superiori a Bologna, dove ebbe a maestro G. Carducci; conseguì nel 1883 la libera docenza in storia comparata della metrica neolatina e, l'anno dopo, in storia comparata delle letterature neolatine (l'attuale filologia romanza). Dopo il perfezionamento a Berlino e a Graz, nel 1885-86, dove ebbe opportunità di studiare i codici italiani della collezione Hamilton acquistata nel 1882 dal governo prussiano per la Staatsbibliothek di Berlino (ora Oeffentliche wissenschaftliche Bibliothek), insegnò per un decennio nei licei di Alba, Milano e Pisa. Nel 1896 venne chiamato alla cattedra di storia comparata delle letterature neolatine, allora istituita presso la facoltà di lettere e filosofia dell'università di Pisa: la prolusione al suo primo corso, intitolata appunto La storia comparata delle letterature neolatine,letta per motivi di salute solo l'11 maggio 1897, venne stampata con qualche ritocco a Treviso tre anni dopo.
Il B. lasciò l'insegnamento per raggiunti limiti d'età nel 1934 e morì ad Asolo il 18 maggio 1939.
L'attività dei B. si concentra, con rara coerenza, su pochi settori di ricerca, significativamente vicini a quelli del Carduccì filologo: la letteratura occitanica, la metrica - in cui più emerge la sua dote di paziente ed esatta sistematicità -, la poesia italiana antica. Tali interessi e la sua inclinazione fondamentale all'ecdotica sono manifesti fin dai primi lavori: le edizioni critiche, da un lato, della Passione e Risurrezione, poemetto veronese del sec.XIII nel I volume (1885) degli Studi di fitologia romanza,pp. 215-75; dall'altro, nello stesso volume, pp. 335-402, delle Razos de trobar e dei Donatz proensals secondo la lezione del ms. Landau (ora 831 della Pierpont Morgan Library di New York). Interessano la letteratura occitanica l'edizione di Tre miracoli del Vangelo provenzale dell'"infanzia", negli stessi Studi…,VIII(1901), pp. 173-96, e l'ampia e circostanziata recensione al lavoro di A. Parducci su Raimon de Tors nella Rass. bibl. della letter. ital.,XIX(1911), pp. 305-17.
Frutto di larghi spogli, e pertanto ancor oggi indispensabile per chiunque s'interessi di poesia italiana delle origini, è la serie di ricerche metricologiche del B.: Il collegamento delle stanze mediante la rima nella canzone italiana dei secc. XIII e XIV,Firenze 1885; La forma metrica del commiato nella canzone italiana…,nella Miscellanea di filologia e linguistica in mem. di N. Caix e U. A. Canello,Firenze 1886, pp. 357-70; l'importantissima Morfologia del sonetto nei secc. XIII e XIV, costituente il fascicolo io del IV vol. (1889) degli Studi di filologia romanza; Il collegamento delle due parti principali della stanza per mezzo della rima nella canzone italiana…,negli Scritti vari di filologia dedicati a E. Monaci,Roma 1901, pp. 21-36, e, dello stesso anno, La rima nella canzone italiana…,nella Raccolta di studii critici dedicata ad A. D'Ancona,Firenze, pp. 719-39. Interessano la tern-ànologia metrica le note su "tornada", nella citata Miscellanea…in mem. di N. Caix e U. A. Canello,pp. 371-72, poi nel volumetto di Varietà letterarie e linguistiche,Padova 1896, pp. 7175; su "caribo", del 1890, poi fra le Varietà citate, pp. 47-59; su "madrigale", nella Rass. bibl. della letter. ital.,VI(1898), pp. 32936; e su "ercolana", nella miscellanea per nozze Scherillo-Negri, Dai tempi antichi ai tempi moderni. Da Dante al Leopardi,Milano 1904, pp. 445-55.
Sono frutto del soggiorno in Germania lo studio di un codice contenente anche rime di Iacopo Sanguinacci, Un manoscritto dirime spirituali (Cod. Hamilton 348), nel Giorn. stor. della letter. ital.,IX (1887), pp. 186-207; il rendiconto, nel volume successivo del Giorn. stor. della lett. ital.,pp.296-98, della descrizione fornita dal Tobler del Codice berlinese del Decamerone,precisata dal rilievo che il codice fu di Apostolo Zeno; e soprattutto la descrizione dei Manoscritti italiani della collezione Hamilton nel R. Museo e nella R. Biblioteca di Berlino,ancora sul Giorn. stor. della lett. ital.,X (1887), pp. 313-55. La presenza a Berlino di un codice fondamentale del Bonvesin volgare e l'esempio di A. Tobler, che in quegli anni veniva pubblicando antichi testi settentrionali Incitarono, il B. a proporsi l'edizione completa delle opere di Bonvesin: in tale piano rientrano l'edizione dei Carmina de mensibus,in Studi di filologia romanza,IX(1901), pp. 1-130, corredata di importanti ricerche sulle rappresentazioni e i contrasti delle stagioni e dei mesi nelle arti figurative e nella poesia; l'edizione dei Libro delle Tre Scritture e dei Volgari delle false scuse e delle vanità,Pisa 1902, uscita subito dopo quella curata dal De Bartholomaeis e occasione a una clamorosa polemica fra i due studiosi; ed infine l'ampia segnalazione con estratti della versione bonvesiniana dei Dicta Catonis contenuta in un ms. della Bibl. Civica di Bergamo: Un 'volgare' inedito di Bonvesin da la Riva e il codice che lo contiene,in Miscellanea di studi critici in onore di V. Crescini,Cividale 1926, pp. 1-32 (ma l'estratto porta la data effettiva: 1910). Gravitano nella medesima orbita, in quanto interessano la tradizione di temi bonvesiniani, le edizioni di un Contrasto della rosa e della viola latino pubblicato per nozze Salvioni-Taveggia, Pisa 1892, e di un altro dello stesso argomento, ma lombardo, negli Studi di filologia romanza,VII(1899), pp. 99-131 (per nozze Morpurgo-Franchetti); di Cortesie da tavola in latino e in provenzale,per nozze Cassin-D'Ancona, Pisa 1893; di frammenti di cortesie conviviali dal Morale scholarium di Giovanni di Garlandia, in Mélanges Chabaneau,Erlangen 1907, pp. 1003-17; ed infine di due testi latini di identico argomento, nelle Memorie dell'Acc. di scienze, lettere ed arti di Padova,LIV(1937-38), pp. 17-29. Nella prospettiva bonvesiniana per ragioni linguistiche debbono esser poste anche l'edizione di una Canzone d'amore di messer Nicolò Querini ("Amor, se eo falisse rasonando"), per nozze Medin-Brunelli Bonetti, Asolo 1887, e le osservazioni, del 1896, su La lingua di Pietro da Barsegapè,poi nelle Varietà citate, pp. 77-86; nonché, per ragioni attributive, in quanto assegnato a Bonvesin dal Quadri (Della storia e della ragione d'ogni poesia,IV, Milano 1749, p. 360),l'edizione di Un miracolo della Madonna: la Leggenda dello Sclavo Dalmasina,in Propugnatore,n. s., VI (1893), pp. 319-72,preceduta da uno studio comparativo delle varie redazioni del miracolo. Interessano invece la lirica toscana dugentesca l'edizione delle canzoni "Di sì alta valensa" di Panuccio del Bagno e "Considerando l'altera valensa" di Meo Abbracciavacca (Canzone d'amore di un antico rimatore pisano,per nozze D'Ancona-Cardoso, Pisa 1904)e lo studio su La patria d'Inghilfredi,Padova 1916,dimostrato lucchese e non siciliano.
Bibl.: Per la biografia del B. sufficiente G. Contini, necrologio, in Italia dialettale,XV(1939), pp. 212-16. Per la polemica col De Bartholomaeis v. V. De Bartholomaeis, Nota bonvesiniana,in Bull. della Soc. filol. romana,IV(1903), pp. 27-44, e L. Biadene, per l'edizione del Libro delle Tre Scritture…,in Rass. bibl. della lett. ital.,XII(1904), pp. 31-70.