lebbra
Malattia infettiva contagiosa a decorso cronico con esito talora mortale, il cui agente patogeno è Mycobacterium leprae, scoperto da A. Hansen nel 1871, del quale solo a partire dal 1965 si è potuta ottenere la coltura in vitro. La trasmissione più comune è per contagio diretto interpersonale prolungato. Il periodo di incubazione è lungo e può superare i cinque anni. Sintomi generali (febbre, cefalea, epistassi, dolori nevralgici) sono presenti, ma non costanti. In un secondo tempo compaiono le manifestazioni cliniche. Nella terapia della l. si usano, variamente combinati, dapsone, rifampicina, clofazimina.
Alla fine del 20° sec. oltre 10 milioni di persone erano affette da l., con concentrazioni maggiori in Africa, ma con il numero più alto di malati totali in Asia. Nei paesi occidentali i casi sono solitamente rappresentati da immigrati che provengono da paesi in cui la l. è endemica. Oltre all’uomo sono serbatoi per il bacillo della l. anche animali selvatici e scimmie.
Si manifesta in presenza di una scarsa reazione immunitaria, soprattutto quando l’attività cellulomediata è insufficiente o nulla; assume carattere sistemico, con coinvolgimento di molti organi e apparati. Il tipico riscontro istologico è il leproma costituito da cellule istiocitarie ammassate, aventi all’interno una notevole quantità di Mycobacterium leprae. Macroscopicamente si osservano macule, papule e noduli su faccia, glutei e arti. Le lesioni localizzate alla faccia danno il quadro noto come facies leonina con alopecia localizzata alle ciglia e sopracciglia. Il danno neurologico colpisce le terminazioni nervose più distali: all’inizio non c’è anestesia perché l’interessamento dei grandi tronchi nervosi è più tardivo.
Si manifesta in soggetti con buona immunità cellulo-mediata. Ha solitamente una sola lesione cutanea, ma il quadro nervoso è più grave di quello della forma lepromatosa, esteso e ad andamento simmetrico. La compromissione sensitiva trofica provoca la comparsa di ulcere che si complicano fino a costringere l’amputazione delle estremità.
Tipo di l. simile alla l. tubercoloide, ma con numerose lesioni cutanee anulari, con centro perforato; l’estesa compromissione nervosa dà deformità degli arti.