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leccare

di Antonio Lanci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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leccare

Antonio Lanci

Il verbo nel senso proprio, riferito ad animali, ricorre in If XVII 75 di fuor trasse / la lingua, come bue che 'l naso lecchi, e Pg VIII 102 'l dosso / leccando come bestia che si liscia, detto della biscia che appare nella valletta dei principi; ovvero riferito a dannati imbestiati nella colpa e nel castigo: If XXX 128 per leccar lo specchio di Narcisso [tutta l'espressione vale " per bere un sorso d'acqua "], / non vorresti a 'nvitar molte parole, detto da maestro Adamo a Sinone; dove, osserva il Confini (Lett. dant. 591), " lo specchio di Narcisso è un'immagine sensibile ravvivata in un bagno culturale, ma è provocata dal contesto, tutto intonato ai rinfacciati sintomi della malattia ".

In Fiore CVII 11 or che darà colui che 'l coltel lecca?, il verbo indica l'atto del povero, che, non riuscendo a soddisfare pienamente la sua fame, giunge fino a " leccare il coltello ". Cfr. Roman de la Rose 11224 " Que donra qui son cousteau leiche? ".

Vocabolario
leccare
leccare v. tr. [forse lat. *ligicare, affine a lingĕre «leccare»] (io lécco, tu lécchi, ecc.). – 1. Far scorrere la lingua sopra qualche cosa, o per inumidirla o per assorbire ciò che vi è sopra o per altro motivo: l. un francobollo, il...
lécca-lécca
lecca-lecca lécca-lécca locuz. usata come s. m. [der. di leccare], invar. – Grossa caramella colorata, infilata su uno stecchino, che si dà da succhiare ai bambini.
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