LECCO (A. T., 24-25-26)
Città della Lombardia, in provincia di Como, con 13.557 ab. (1931; 12.702 nel 1921); è situata all'estremità S. del ramo orientale del Lago di Como (ramo detto Lago di Lecco), dove ha inizio il corso inferiore dell'Adda. Si stende sul margine di una piccola pianura alluvionale, a 214 m. s. m.; ed è cinta da una magnifica corona di montagne: a nord, dal San Martino (1452 m.), a levante dal Resegone, a S. dal Monte Barro (922 m.), a ponente dal Moregallo (1276 m.). Dietro il S. Martino domina il gruppo delle Grigne (Settentrionale o Grignone, Meridionale o Grignetta).
Le industrie, che vantano tradizioni antiche, e che hanno avuto, nei tempi moderni, nuovo e vigoroso impulso e alle quali si è aggiunto negli ultimi anni anche il ragguardevole movimento turistico (Lecco è centro cospicuo degli sport dello sci e alpinistico, favoriti dalla suggestiva bellezza dei suoi monti e dalla ricca dotazione di rifugi onde essi sono costellati nei punti più importanti), hanno molto influito sullo sviluppo di Lecco e hanno fatto sì che la città venisse continuamente rinnovata e abbellita: splendida la recente costruzione della passeggiata a lago, sul Lungolario a nord, che s'innesta nella strada nazionale dello Stelvio.
Lecco col territorio del suo comune costituisce un importante nucleo industriale. L'energia idrica offerta dai torrenti delle vicine montagne favorì fin da antico lo sviluppo delle industrie del ferro e della seta (filatura e torcitura). Quella del ferro anzi è così antica, che non se ne conoscono con precisione le origini; sulla fine del sec. XIX e ai primi del XX essa sopraffece la pur florida industria della seta, minata dalla concorrenza giapponese; sicché l'industria locale della seta si può dire scomparsa. Celebri furono già le fabbriche d'armi di Lecco e ora vi sono sviluppatissime e ben note le industrie metallurgiche, animate da una grande ferriera fornitrice della materia prima per le fabbriche di fili di ferro, di reti metalliche, di chiodi. Importanti sono pure le acciaierie, i catenifici, le industrie della cromolitografia sui metalli (che ha uno dei più vasti stabilimenti d'Italia), della fabbricazione degli aghi (primo e unico stabilimento in Italia), della fabbricazione di lampadine elettriche, dei bottoni automatici. Caratteristiche e di fama internazionale la fabbrica dei peluches e dei velluti (quelli per le vetture ferroviarie italiane e di alcuni stati vicini vengono da Lecco), le fabbriche di munizioni da caccia e da guerra, che sono le più importanti d'Italia, di micce e di polveri piriche. Lecco è mercato internazionale per i formaggi (soprattutto il gorgonzola), dei quali oltre il 17% dell'intera produzione italiana viene esportato da Lecco. Da notare ancora l'importanza della piscicoltura, che ha impianti tra i più moderni e razionali; inoltre le cartiere, le fornaci di calce, le cave di pietrisco. Complessivamente le industrie del comune di Lecco assorbivano 44.708 operai nel 1926.
Oltre ai monumenti al Manzoni, allo Stoppani, ad Antonio Ghislanzoni, a Mario Cermenati e ai caduti nella guerra mondiale, sono da ricordare a Lecco il Civico Museo di storia naturale e il Museo storico Vercelloni, e la sala dei cimelî dello Stoppani.
Lecco è collegata per ferrovia con Milano, Sondrio, Bergamo, Brescia e Como; una linea tramviaria la unisce con Erba e Como; servizî automobilistici la collegano con Introbio, Barzio, Taceno, Oggiono, Bellagio e Bergamo. È scalo, infine, dei vapori del servizio lacuale.
Il comune di Lecco ha 45,93 kmq. di superficie e contava 31.098 ab. nel 1921 (28.739 prima che gli fosse aggregato il comune fli Maggianico), 33.827 nel 1931, viventi, oltre che nella città capoluogo, nei rioni di Castello, S. Giovanni alla Castagna, Rancio, Laorca, Germanedo, Maggianico, un tempo sede estiva della "scapigliatura lombarda", Acquate, legato al romanzo di Alessandro Manzoni, e in altri minori agglomerati o nelle case sparse. Le colture principali del territorio sono quelle della vite, del grano e dei gelsi.
Storia. - Dubbia l'identificazione con Leuceris, stazione della via militare romana Aquileia-Como, segnata nella Tavola Peutingeriana; quasi impossibile quella con l'antico Licini forum. Il suo più remoto documento datato di culto cristiano è una lapide del 535; e la località figura, per la prima volta, col nome di Leuco, in una pergamena dell'845. Lo Schneider crede sia stato castello bizantino (sec. VI), poi longobardo, e centro di circoscrizione giudiziale, trasformatasi col sec. IX in contea. Questa si estendeva a gran parte del Lario; gli ultimi suoi conti paiono discendenti dalla famiglia di Guido di Spoleto. Con la fine del sec. X la "corte" di Lecco e il suo castello vengono in possesso degli arcivescovi di Milano (un'effimera restaurazione della contea si ebbe per opera del Barbarossa). Più tardi fu contesa fra i comuni di Como e di Milano, ma rimase a quest'ultimo; tentativi autonomistici furono repressi con la distruzione del 1250. Nodo stradale verso la Valtellina e la Rezia, e chiave della Valsassina ebbe, per i signori di Milano, importanza strategica non meno che commerciale. Nelle lotte fra i Torriani (della Valsassina) e i Visconti, il borgo subì, per ordine di questi ultimi, una parziale distruzione nel 1296, mentre ne veniva più saldamente munito il castello. Nel Trecento fu da Azzone Visconti fatto costruire il celebre ponte sull'Adda.
Il ponte aveva originariamente otto archi, due torri e relativi ponti levatoi; posto fuori uso da Francesco II Sforza, fu riattato dal governatore conte Fuentes nel 1609, con l'aggiunta di tre archi. Le torri furono demolite verso il 1850, perché ingombravano il transito dei carri.
Lecco subì nel sec. XV effimere occupazioni da parte dei Veneziani; nel sec. XVI fu teatro dell'anacronistica guerriglia del Medeghino. Sotto gli Spagnoli, il castello di Lecco, con i forti di Fuentes e di Trezzo, era caposaldo della difesa nord-orientale del Milanese. Il castello, che abbracciava una notevole parte dell'attuale città, fu alienato a privati e smantellato solo a partire dal 1782. Nel 1799 attorno a Lecco avvenne uno scontro tra gli Austro-Russi e i Francesi. Il 21 marzo 1848 una colonna di volontarî lecchesi appoggiava i patrioti di Monza nella caccia di quella guarnigione austriaca.
Bibl.: C. Redaelli, Notizie storiche della Brianza, del distretto di Lecco, della Valsassina, Milano 1825; G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina e terre limitrofe, Milano 1840; A. Mazzi, Le vie romane militari del territorio di Bergamo, II, Bergamo 1878, p. 15 segg.; Corografia bergomense, Bergamo 1880, p. 297 segg.; G. Pozzi, Cenni storici della città di Lecco, Lecco 1884; E. Riboldi, I contadi rurali del Milanese, in Archivio storico lombardo, 31 (1904), p. 240 segg.; C. M. Rota, La prima memoria di Lecco in una pergamena inedita dell'anno 845, in Il Resegone, 1927; N. Guastella, La torre quadrata di Lecco, in Il Resegone, 1932.