LEDRU-ROLLIN, Alexandre-Auguste Ledru, detto
Uomo politico francese, nato a Parigi il 2 febbraio 1807, morto a Fontenay-aux-Roses (Senna) il 31 dicembre 1874. Laureatosi in diritto nel 1828, e dedicatosi due anni dopo all'avvocatura, nel 1832 fece già note le sue opinioni politiche, protestando contro lo stato d'assedio, e più tardi le dimostrò ancor più difendendo i giornali contrarî al governo orleanese sottoposti a processo (la Nouvelle Minerve, lo Charivari, il Journal du Peuple, ecc.). Nel 1841, con un programma in senso repubblicano, fu eletto a grande maggioranza deputato per il collegio di Le Mans rimasto vacante per la morte del Garnier-Pagès, e alla camera divenne in breve il rappresentante più autorevole dell'estrema sinistra. Rovesciata dalla rivoluzione di febbraio (1848) la monarchia di Luigi Filippo, il L.-R., che sulle barricate aveva arringato il popolo alla rivolta e alla camera combattuto a oltranza la proposta di affidare la reggenza alla duchessa d'Orléans, fu uno dei massimi esponenti del governo provvisorio, ma si trovò presto in contrasto con i suoi colleghi, specialmente col Lamartine, intenti ad arginare gli effetti della rivoluzione. Ebbe tuttavia parte notevole nei primi atti di cambiamento di regime, che furono specialmente l'abolizione della pena di morte e della schiavitù, la proclamazione del governo repubblicano, il riconoscimento del diritto al lavoro, ecc. Come ministro dell'Interno ebbe parte principale nella preparazione del suffragio universale e nella repressione del tentativo insurrezionale del 16 aprile, tendente ad abbattere il governo provvisorio. Eletto all'Assemblea costituente, vi ebbe fredda accoglienza, contrariamente ai suoi colleghi; e, quando il 15 maggio tentò ancora una volta di calmare gli accesi umori di coloro che pure lo ritenevano per loro capo, si avvide che la sua popolarità andava sempre più scemando, mentre l'elemento repubblicano moderato lo riguardava con diffidenza. Rimase al potere fino al 24 giugno 1848, e si schierò all'opposizione quando la commissione esecutiva ebbe ceduto il posto alla dittatura del generale Cavaignac. La sua linea di condotta politica apparve sempre più violenta dopo l'elezione del principe Luigi Napoleone alla presidenza della repubblica, e capeggiando la Montagna, avversò alla costituente con energica arte oratoria tutti gli atti del governo, specialmente la spedizione di Roma (aprile-giugno 1849). Rieletto all'Assemblea legislativa nel maggio, si mise alla testa del moto rivoluzionario del 13 giugno, che fu violentemente represso dal generale Changarnier; e poiché vide imminente il suo arresto emigrò nascostamente in Inghilterra, dove visse fino al gennaio del 1870, quando fu decretata l'autorizzazione per "l'ultimo proscritto" di poter tornare in patria. Durante il suo lungo esilio congiurò sempre contro Napoleone III, formando col Mazzini e col Kossuth il Comitato democratico europeo. In quegli anni, oltre a una narrazione degli avvenimenti che lo avevano costretto a lasciare la Francia (Le 13 juin 1849) scrisse De la décadence de l'Angleterre (Parigi 1850), acerba diatriba contro il governo inglese, e di più fu uno dei principali redattori della Voix du Proscrit. Tornato a Parigi il 28 marzo 1870, fu eletto all'Assemblea nazionale, ma si dimise poco dopo, e fece un nuovo soggiorno in Inghilterra fino al 1873; tuttavia fu rieletto deputato nel 1874, ma prese scarsa parte ai lavori parlamentari.
Bibl.: H. Castille, L.-R., Parigi 1856; E. Courmeux, L.-R., ivi 1885; A. R. Calman, L.-R. après 1848 et les proscrits franç. en Anglet., ivi 1921.