Van Cleef, Lee
Attore cinematografico statunitense, nato a Somerville (New Jersey) il 9 gennaio 1925 e morto a Oxnard (California) il 16 dicembre 1989. Interprete dalla recitazione essenziale e controllata, la sua carriera ebbe una svolta decisiva alla metà degli anni Sessanta grazie a Sergio Leone, che gli diede la possibilità di dimostrare buone capacità in ruoli da protagonista in due dei suoi western più fortunati. Si impose quindi in Italia e in Europa come uno dei più richiesti attori di western, nei quali interpretò il ruolo del pistolero laconico spesso difensore dei deboli, e di film d'azione, impersonando per lo più poliziotti astuti e spiritosi o 'duri' non privi di umanità.
Dopo brevi esperienze teatrali, entrò nel mondo del cinema nei primi anni Cinquanta, lavorando come caratterista in numerosi film e segnalandosi pur nei limiti dei ruoli secondari. Il suo esordio cinematografico avvenne con il celebre High noon (1952; Mezzogiorno di fuoco) di Fred Zinnemann, dove interpreta uno dei fuorilegge che attendono lo sceriffo (Gary Cooper) alla piccola stazione ferroviaria. Prestò quindi il suo volto da 'cattivo' ad analoghi personaggi secondari in molti altri film, western ma anche noir o di guerra, lavorando sotto la direzione di registi quali Raoul Walsh, John Sturges, Henry King, John Ford, Samuel Fuller. Tra i numerosi western in cui compare vanno segnalati almeno Gunfight at the O.K. Corral (1957; Sfida all'O.K. Corral, di J. Sturges, The bravados (1958; Bravados) di H. King e soprattutto The man who shot Liberty Valance (1962; L'uomo che uccise Liberty Valance) di J. Ford.
Confinato per oltre un decennio in ruoli minori e in partecipazioni a serial televisivi, avrebbe continuato la sua carriera di caratterista senza possibilità di imporsi se non fosse stato chiamato da Leone ‒ che lo ricordava come icona simbolica e spesso silenziosa del western classico ‒ per impersonare il colonnello Mortimer in Per qualche dollaro in più (1965). Il suo personaggio, contraltare non meno enigmatico ma più umano di quello di Clint Eastwood, era molto più articolato e complesso dei ruoli interpretati fino allora, con una dolorosa storia privata e uno scopo da raggiungere. Fu poi 'il cattivo' (Sentenza, Angel Eyes nella versione americana) nel successivo western del regista, Il buono, il brutto, il cattivo (1966). In questa seconda collaborazione, pur dando vita con laconicità e umorismo a un tipico personaggio dell'ironico mondo di Leone e assecondandone con docilità la regia ‒ che sottolineava soprattutto il suo ghigno, il suo sguardo, e la sua figura segaligna ‒, risultava tuttavia in secondo piano rispetto ai personaggi di Clint Eastwood ed Eli Wallach. La popolarità e la credibilità conseguite con queste opere gli permisero di recitare da protagonista in molti altri western italiani, spesso ricoprendovi ruoli che ricalcavano quello sostenuto in Per qualche dollaro in più. Tra i numerosi film interpretati in Italia da V. C. sul finire degli anni Sessanta e i primi Settanta possono essere ricordati: La resa dei conti (1967) di Sergio Sollima, I giorni dell'ira (1967) di Tonino Valerii, Da uomo a uomo (1967) di Giulio Petroni, Il grande duello (1973) di Giancarlo Santi. Fu protagonista anche di Barquero (1970) di Gordon Douglas, un singolare western americano che risentiva dello stile leoniano. Sul finire della stagione del western all'italiana ne interpretò alcuni di carattere parodistico per poi essere utilizzato in mediocri film d'azione, senza più riuscire a ottenere il successo degli anni precedenti. Tornato negli Stati Uniti verso la metà degli anni Settanta, le sue scelte non furono sempre felici: recitò soprattutto in film minori e riprese a lavorare per la televisione (nella serie The Master, in cui è un maestro di arti marziali). Dell'ultimo periodo della sua carriera merita di essere segnalata la sua partecipazione al cult movie di John Carpenter Escape from New York (1981; 1997 ‒ Fuga da New York).
M. Malloy, Lee Van Cleef: a biographical, film, and television reference, Jefferson (NC) 1998.