legal drama
loc. s.le m. inv. Rappresentazione cinematografica o televisiva di storie che si svolgono in un ambiente giudiziario.
• Ogni tanto persino l’Auditel ha qualche sorpresa per i grandi strateghi del mondo televisivo. «Un caso di coscienza 4» è una di queste sorprese. Ieri l’altro sera la puntata numero cinque del «legal drama» con Sebastiano Somma, Loredana Cannata e Barbara Livi (in questa serie si è aggiunta anche una splendente Vanessa Gravina nei panni di una iper-sindacalista molto combattiva) ha messo insieme 5,5 milioni di spettatori, per uno share che in media ha superato il 22 per cento. (Gregorio Pane, Unità, 5 gennaio 2010, p. 41, Culture) • L’idea, in fondo, non è nuovissima: raccogliere un catalogo (il termine tecnico è library) di titoli di serie tv tutte accomunate dal medesimo genere, in questo caso le diverse sfumature che caratterizzano il giallo, dal poliziesco al legal drama alla più classica delle investigazioni, e raggruppare questo archivio nel palinsesto di un unico canale strettamente tematico. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 26 luglio 2012, p. 51, Pay Tv) • Il film [«Processo alla città»], alla cui realizzazione contribuirono, tra gli altri, Francesco Rosi (suo il soggetto), Suso Cecchi d’Amico (una degli sceneggiatori) ed attori famosissimi di quel periodo, come Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa, Franco Interlenghi, Silvana Pampanini (nel suo primo ruolo drammatico), rappresenta una sorta di atto fondativo del cinema italiano di impegno civile, costruito come un legal drama, che prende spunto, pur travisando la realtà storica, dal primo grande processo alla camorra, nato dall’omicidio dei coniugi Cuocolo. (Alfredo Guardiano, Repubblica, 27 ottobre 2016, p. 10).
- Espressione inglese composta dall’agg. legal ‘giudiziario’ e dal s. drama.
- Già attestato nella Repubblica del 6 luglio 1997, p. 37, Spettacoli e Tv (Andrea Tarquini).