legare
Il verbo, di uso abbastanza largo, ricorre spesso nella forma del participio, per lo più predicato. Non frequente il senso oggi comune, che è anche il più proprio, di " stringere con legami ", " avvincere ". In If XXXI 97-99 D. esprime il desiderio di vedere lo smisurato gigante Briareo; senonché questo è lontano; ma egli, gli dice Virgilio, è legato e fatto come questo (v. 104), cioè come il vicino gigante Fialte. I ladri (in If XXIV 94) con serpi le man dietro avean legate: cfr. Guido da Pisa: " sicut latrones in mundo dum vadunt ad furcas vadunt cum manibus retro vinctis, ita in Inferno ponit ipsos habere manus a tergo serpentibus alligatis ". In Pg XIX 124 a essere ‛ legati ' sono gli avari: giustizia qui stretti ne tene, / ne' piedi e ne le man legati e presi (si noti l'efficacia dell'accostamento dei tre participi stretti, legati, e presi): " come di là fummo... tegnenti e cupidi, così qui stretti e legati semo nelle mani, con le quali dovevamo distribuire li conceduti beni " (Ottimo). Sempre col significato proprio, in contesto metaforico, il verbo compare in Pd XIV 129 non fu alcuna cosa / che mi legasse con sì dolci vinci: lo spettacolo della croce luminosa " avvinceva " l'animo di D. con i " vincoli " della meraviglia. Affine a quest'uso è quello presente in un gruppo di occorrenze delle Rime (LXVI 5, dove si parla dello spirito che la donna ha ‛ legato ' alla signoria di Amore; CXIV 10), del Fiore (XLII 13, LIV 3) e in Detto 71. Si tratta dell'idea, caratteristica della lirica del tempo, per cui l'amore " lega ", " tiene legato " a sé l'amante, il quale è dunque " vincolato " alla signoria d'amore. Analogamente in Fiore CXLVII 5 que' che mi crede' aver più legata, / assa' i mostrav'i' più di duritate. Ancora uso traslato in Pg I 77, dove Virgilio spiega a Catone che questi [Dante] vive e Minòs me non lega: dal senso proprio si è passati a quello di " tenere in balìa ", " governare ", " avere giurisdizione " su qualcuno.
Nel senso di " legare intorno ", e quindi " cingere ", in Pd XI 87 quella famiglia / che già legava l'umile capestro: qui è controverso se il soggetto sia il capestro (che " cingeva " i fianchi dei frati minori) o la famiglia dei seguaci di Francesco, che già legava alla vita la corda, simbolo di umiltà.
In questo uso di l. il Buti intravvede già il valore di " tenere obbligato a una promessa ", " impegnare " e simili. Se ne ha un chiaro esempio (in senso figurato) in Pg XVI 52 Per fede mi ti lego / di far ciò che mi chiedi, ossia " obligo me tibi per fidem qua nullum est fortius vinculum in homine virtuoso " (Benvenuto); D. si sente ‛ legato ', " obbligato e cioè obligatus dalla propria parola... cfr. Eneide VI 459 " (Mattalia). Lo stesso senso in Fiore CCVI 12 que' di fuor... sì si legaro / di non partirsi se non fosse fatto: gli assedianti del castello di Bellaccoglienza " s'impegnarono " a non dividersi prima di essere riusciti a conquistarlo, come al v. 10 gli assediati si giuraro di difenderlo.
Tornando agli usi di l. come " cingere ", " circondare ", si veda Pg XIII: la cornice del Purgatorio lega / dintorno il poggio, ossia " contorna, proffila attorno e serra il poggio col suo orlo " (Cesari).
Questa occorrenza può essere presa come esempio del passaggio dal valore di " cingere ", " circondare ", a quello figurato di " chiudere ", " impacciare ", " impedire ". In questo senso il verbo è usato molto più spesso al passivo che all'attivo. In Cv II IV 17 sono chiusi li nostri occhi intellettuali, mentre che l'anima è legata e incarcerata per li organi del nostro corpo, i due participi legata e incarcerata sono chiaramente una dittologia sinonimica. In If XXX 81 maestro Adamo ha le membra legate, " impedite " dall'idropisia, costrette all'immobilità più dolorosa; l'oppilazion che lega l'omo (XXIV 114) è una " ostruzione... di vene o arterie che, ‛ legando ', bloccando gli ‛ spiriti vitali '... di cui è veicolo il sangue, mette in stasi le funzioni direttive della vita organica " (Mattalia), donde l'epilessia.
Riferito a facoltà intellettuali o a moti dell'animo: Pg IV 12 altra potenza è quella che l'ascolta [" che avverte il passare del tempo ": cfr. v. 9], / e altra è quella c'ha l'anima intera: / questa è quasi legata, e quella è sciolta: " quando si ode o vede cosa che tenga fortemente volta l'anima a sé [vv. 7-8]... l'anima è legata a quel vedere e a quell'udire, e non presta quindi ascolto alla potenza che avverte il tempo; questa potenza opera sciolta dall'anima " (Barbi, Problemi I 219-221; cfr. anche Parodi, in " Bull. " XXIII [1916] 38-40; B. Nardi, Due note al Purgatorio, in " Giorn. d. " XXII [1914] 237). Più chiari i luoghi di Pd IV 18 ti tira / uno e altro disio, sì che tua cura / sé stessa lega sì che fuor non spira (" i due dubbi e desiderii tuoi... ti legano l'animo per modo che tu... non hai libertà di poterti esprimere con parole ", Scartazzini-Vandelli), e XIII 120 l'affetto l'intelletto lega, " l'amore per la propria opinione condiziona la nostra obiettività " (il Vallone rimanda per questo passo a Tomm. Sum. theol. I II 77 2 ad 4 " ‛ Passio... ligat rationem ': cfr. Par. XIII, 120 ", in " Rivista Cult. Classica e Mediev. " VII [1965] 1142-1144).
In altri casi l. vale " collegare ", " unire ", " congiungere "; o, anche, " aggiogare ". Così il corno di Nembrot è ‛ legato ' a una soga, a una corda che lo tiene " appeso " al collo del gigante (If XXXI 74). In Fiore CCXVII 12 Venere a corde di fil d'or... fè legare, " aggiogare ", i colombi che dovevano trainare il suo aereo cocchio. In Pg XXXII 51 il grifone ‛ lega ' il carro della Chiesa all'albero dell'Impero: " collega " il potere spirituale con quello temporale, che sempre dovrebbero collaborare per il bene dell'umanità: " cum ramo arboris alligavit currum arbori... aliqui dicunt quod haec ligatio est figura incarnationis, aliqui quod dictum lignum habet notare crucem; tu vero dic quod per hoc poeta notat quod Christus cum oboedientia alligavit ecclesiam oboedientiae " (Benvenuto). Per il testo e l'interpretazione, cfr. Petrocchi, ad locum. Stesso uso al v. 96, e in alcuni luoghi del Convivio, nell'ambito però del linguaggio della grammatica. In I XIII 6 si dice che il volgare, per avere stabilitade, è costretto a l. sé con numero e con rime, a " collegare " cioè le parole secondo regole ben precise che diano alla lingua una struttura solida e regolare (cfr. Busnelli, ad l.); in IV VI 4 si nota che li poeti... con l'arte musaica le loro parole hanno legate; al § 3 D. spiega che il verbo auieo... significa... ‛ legare parole ': cfr. Isid. Etym. VIII VII 3 e Varrone Lingua lat. (VII 36 ediz. Muller: " Antiquos poetas vates appellabantur a versibus viendis "). In Cv IV XXI 4 la vertù de li elementi legati è detta complessione (per cui cfr. Busnelli, ad l., e Tommaso Contra Gent. II 63 e 90). Il passo di Pd XXXIII 86 Nel suo profondo vidi che s'interna / legato con amore in un volume / ciò che per l'universo si squaderna, è variamente interpretato; fra l'altro, mentre il Tommaseo nota che nell'uso di l. non si " accenna a legatura di volume, ma nel comune senso della voce, contrario di ‛ spiegato ' ", il Mattalia afferma: " detto in senso proprio del metaforico volume o libro, e continuandosi la metafora in si squaderna... poiché solo se ‛ legati ' ordinatamente insieme... vari quaderni si compongono in volume ". Si veda anche Scartazzini-Vandelli: " raccolto in bella unità da un vincolo d'amore ". Ugualmente espressivo il valore del verbo in If XIII 88 come l'anima [del suicida] si lega [" implicetur ", Benvenuto] in questi nocchi (in rapporto con l'incarcerato del v. 87 e lo ‛ spiegarsi ' del v. 90); in Pg XVIII 27 quel piegare [dell'animo] è amor, quell'è natura / che.., in voi si lega (Cesari: " disegnato maestralmente il primo atto dell'amore! che dimora nella approvazione della bontà dell'affetto, e nella deliberazione di unirsi a lui, donde viene il piegarsi per afferrarlo ed inviscerarlosi "), e in Pd II 141 Virtù diversa fa diversa lega / col prezïoso corpo ch'ella avviva, / nel qual... si lega (Chimenz: " la virtù dell'intelligenza motrice... forma leghe diverse, legandosi con la preziosa materia del corpo stellare a cui dà vita ").
Singolare l'uso di l. in Cv IV XXIV 10 la buona natura... dà a la vite... li vignuoli con li quali difende e lega la sua imbecillitade, in cui il valore del termine oscilla fra " sostenere ", " proteggere " e " difendere ": uso che forse è derivato dall'idea dei vignuoli, dei viticci, che ‛ si avvincono ' ai sostegni e ‛ sorreggono ' la vite (per il concetto cfr. Cic. Senect. XV 52). V. anche RILEGARE.
Il participio passato, nel senso di " lasciato in testamento " (Tommaseo, Dizionario), ricorre in Cv IV XI 9 più volte a li malvagi che a li buoni pervengono li retaggi, legati e caduti.
Busnelli-Vandelli riportano l'interpretazione di Cavazzoni-Pederzini: " ‛ legati per volontà; e caduti, per ordine di naturale successione ' ", aggiungendo che " Dante sembra accenni a retaggi o eredità in genere, e poi alle eredità legate e cadute. Il legato si distingue nel diritto romano dall'eredità testamentaria e dall'eredità caduca ". v. anche CADERE.