PLAUZIA PAPIRIA, LEGGE
. Plebiscito proposto nell'89 a. C., forse per ispirazione dei censori, dai tribuni M. Plauzio Silvano e C. (o Gneo) Papirio Carbone, che accordò la cittadinanza romana a tutti i socii italici, i quali al giorno della promulgazione della legge avessero il domicilio in Italia, fino all'Arno e all'Esino, ed entro sessanta giorni ne facessero domanda al pretore urbano: tale termine fu poi prorogato mediante senatoconsulto, avendo il plebiscito affidato al senato il compito di curare l'applicazione della legge, con divieto peraltro di allargarne il campo.
La legge è uno dei provvedimenti presi per porre fine alla guerra sociale, e, rispetto ai precedenti, la lex Iulia del 90 e la lex Calpurnia dell'89, è certo il più largo, non limitandosi, come la lex Iulia, a concedere la eittadinanza alle città rimaste fedeli, ovvero, come l'altra, ad autorizzare i generali a concedere la cittadinanza a titolo di premio. In tal modo furono incorporate nella cittadinanza romana moltissime città italiche, le colonie latine e le comunità del Lazio che ancora non l'avevano; tuttavia le ultime popolazioni ribelli furono sottomesse soltanto durante la dittatura di Silla.
Bibl.: E. Cuq, in Daremberg e Saglio, Dict. d. ant., III, ii, 1159; E. Weiss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XII, ii, col. 2402; G. Rotondi, Leges publicae populi Romani, Milano 1912, p. 340; P. De Francisci, St. del dir. rom., II, Roma 1929, p. 110.