TERENTILIA, LEGGE
. Nel 462 a. C., il tribuno della plebe C. Teren tilius Harsa propose la creazione di quinque viri legibus imperio consulari scribendis (Livio III, 9, 5), per disciplinare cioè l'indefinito potere dei consoli. Queste leggi avrebbero dovuto, secondo Livio, essere scritte da plebei. Terentilio non riuscì a far votare la sua proposta, che fu però ripresa dai tribuni degli anni seguenti e fu causa di gravi agitazioni, finché, nel 454, i tribuni la lasciarono cadere e proposero al senato che patrizî e plebei redigessero insieme un corpo di leggi. Il senato accolse la proposta della redazione delle leggi, ma tenne fermo che esse dovessero essere scritte da patrizî e infine nel 451 si elessero i decemviri (v.). Dionigi, X,1, chiama il tribuno C. Terenzio e porge una versione alquanto diversa dei fatti. Il nome del tribuno C. Terentilio è certo storico ed egli deve avere avuto gran parte nelle agitazioni che precedettero la redazione del codice decemvirale.
Bibl.: A. Schwegler, Römische Geschichte, II, Tubinga 1870, p. 570; G. De Sanctis, Storia dei Romani, Torino 1907, II, p. 43; E. Täubler, Untersuchungen zur Geschichte des Decemvirats und der Zwölftafeln, Berlino 1921, p. 54; P. Bonfante, Storia del diritto romano, 3a ed., Milano 1923, p. 107.