leggermente (leggiermente; leggeramente)
Nel senso di " lievemente ", " poco ", in Vn III 4 mi parea vedere una persona dormire... involta... in uno drappo sanguigno leggeramente, " d'un rosso tenero " (Pazzaglia, come già Casini; ma per il Contini " leggeramente determina involta ": cfr. Letteratura italiana delle origini, Firenze 1970, 309). A questo passo si può accostare quello di Rime CXIV 11 Chi s'innamora... / or qua or là, e sé lega e dissolve, / mostra ch'Amor leggermente il saetti, lo colpisca " lievemente ", " superficialmente " (il Barbi richiama qui Cv III I 11 forse sarei stato ripreso di levezza d'animo, udendo me essere dal primo amore mutato).
Per l'abbigliamento di Amore, che ne la mia imaginazione apparve come peregrino leggeramente vestito e di vili drappi (Vn IX 3; cfr. il v. 4 del sonetto che segue al § 9 ss.), il Barbi intende ‛ in modo dimesso e misero ', come " poteva ben apparire il costume di Amore di fronte al vestimento conveniente a un Dio ". Significato analogo, sia pure in un contesto del tutto diverso, in Vn XIX 6 12 tratterò del suo [di Beatrice] stato gentile / a respetto di lei leggeramente, " alla buona, in istile umile e dimesso " (Barbi, poi Sapegno; ma cfr. il Casini: " in modo piano e facile a intendere "). Il Bosco trova inammissibile che D. attribuisca uno stile dimesso a una canzone, alla quale egli destinava il più alto degli stili. La dichiarazione va invece riferita alle parole che precedono, a respetto di lei: cioè D. dice che " per quanto alto sia il suo stile, esso, a paragone del valore di Beatrice, sarà umile ".
Più spesso l. vale " facilmente ", " agevolmente ": Vn XII 11 14 se tu di lui non fossi accompagnata, / leggeramente ti faria disnore (ma il Sapegno intende " di leggieri, di primo impulso "); Cv I VII 11 Che non fosse stato lo latino empitore del comandamento del suo signore... leggermente si può mostrare; If XVIII 70 Assai leggeramente quel [cioè lo scoglio] salimmo; e ancora: Vn XIII 5, Cv II VIII 5, III V 13, IX 11, XII 1, XV 19, IV XXVIII 4.
Bibl.-M. Barbi, in " Studi d. " II (1920) 105 ss.; U. Bosco, D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 33 nota.