SCRIBONIE, LEGGI
. Il tribuno della plebe L. Scribonio Libone propose nel 149 a. C. una legge per restituire la libertà ai Lusitani, che contro i patti della resa erano stati venduti schiavi da Servio Sulpicio Galba, e per istituire una corte eccezionale contro il fedifrago magistrato. Sebbene sostenuta da Catone Censorio, la rogazione fu respinta, soprattutto per gli artifici impiegati da Galba a commuovere il popolo (Cic., Brutus, 89; v. catone; galba). Il tribuno della plebe C. Scribonio Curione, del 50 a. C., propose prima una legge sull'agro campano rivolta contro la legge agraria di Cesare, del quale era avversario. Comperato poi da Cesare, propose varie leggi: una lex viaria, che prescriveva grandi lavori stradali da eseguirsi in un quinquennio e ai quali egli stesso avrebbe dovuto presiedere; una lex alimentaria quae iubet aediles metiri (Celio in Cic., Ad fam., VIII, 6, 5), che pare si riferisse alle distribuzioni dei viveri; una legge che ordinava la confisca del regno di Giuba (Cesare, De b. civ., II, 25, 4). È incerto se dalle parole di Cicerone (Ad Att., VI,1, 23), che Curione pensava di far richiamare dall'esilio C. Memmio, si debba inferire la presentazione di una rogazione. Nessuna di queste proposte giunse alla votazione dei comizî; Curione, del resto, voleva solo creare imbarazzi alla parte avversaria.
Paolo in Dig., XLI, 3, de usurp. et usuc., 4, 28 (29), cita una lex Scribonia la quale eam usucapionem sustulit... quae servitutem constituebat, cioè vietò che le servitù potessero essere acquistate per usucapione, ciò che prima era quindi ammesso, ma, come i più credono, per le sole servitù rustiche più antiche. Chi vede in Cic. Pro Caecina, 74 (anno 69 o 68), un accenno alla possibilità di acquistare per usucapione le servitù rustiche, ritiene questa legge posteriore all'orazione. Fu attribuita da alcuni al tribuno del 50, ma non v'è una ragione sufficiente, e altri congetturarono datazioni diverse.
Bibl.: G. Rotondi, Leges pubblicae populi Romani, Milano 1912 (estr. Enciclopedia giuridica), pp. 292, 412 seg.; F. Munzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encicl., II A, col. 260; E. Meyer, Caesars Monarchie, 3ª ed., Stoccarda 1922, p. 260; G. Niccolini, Fasti dei tributi della plebe, Milano 1934, p. 323.