SULPICIE, LEGGI
. P. Sulpicio Rufo, tribuno della plebe dell'88 a. G., propose quattro leggi, che ebbero larga risonanza. Una prescriveva che un senatore indebitato per più di 2000 denari perdesse il seggio, ed era rivolta, pare, contro Silla; un'altra, che gli esuli in seguito alla lex Varia venissero richiamati; una terza ordinava che gli alleati italici, ai quali era stata concessa nei due anni precedenti la cittadinanza romana, e che si volevano iscrivere in sole otto tribù, e i libertini che erano iscritti in una o poche tribù, fossero invece distribuiti in tutte le trentacinque tribù. Quest'ultima proposta avrebbe cambiato radicalmente la situazione politica nei comizî romani a favore dei popolari e di Mario. Per impedirne la votazione, i consoli Silla e Q. Pompeo proclamarono le ferie Latine (o lo iustitium), ma Sulpicio armò i suoi seguaci e intimò ai consoli di ritirare il decreto. Non avendo essi aderito, furono assaliti e Silla, che aveva finito per rifugiarsi in casa di Mario, dovette cedere; la legge fu votata e approvata. Sulpicio, padrone del comizio tributo, fece allora votare la legge che toglieva a Silla il comando della guerra contro Mitridate e lo affidava a Mario. Silla allora prese d'assalto Roma e, pare, con apposita legge di Silla e Pompeo le leggi Sulpicie furono dichiarate nulle, perché approvate per vim. Nell'87 il console Cinna tentò di far eseguire o rinnovare la legge sui novi cives e i libertini.
Nel 54 a. C., incontrando opposizioni la richiesta del trionfo da parte di C. Pomptino, il pretore Servio Sulpicio Galba fece votare di sorpresa e prima dell'alba la legge relativa, ciò che provocò rimostranze e tumulti. In un passo mutilo di Festo (p. 458 Lindsay) si cita una lex rivalicia e un Servius Sulpicius, che parrebbe esserne stato il rogatore; essa regolava la distribuzione delle acque. Fu attribuita, senza fondamento, a varie età e proponenti, fra questi anche al giurista Servio Sulpicio, console nel 57.
Bibl.: W. Drumann-P. Groebe, Geschichte Roms, II, Lipsia 1902, p. 370; C. G. Bruns-O. Gradenwitz, Fontes iuris romani antiqui, 7ª ed., Tubinga 1909, p. 289; G. Rotondi, Leges publicae populi Romani, Milano 1912, pp. 346 e 481; H. Last, in Cambridge Ancient History, IX, 1932, p. 201; S. Carcopino, Histoire Romaine, II, Parigi 1935, p. 394.