LEGGIO
Il termine l., dal gr. λογεῖον 'pulpito, tribuna', incrociato con il lat. medievale legivum o legium, usato nel senso di 'luogo dal quale si legge', designa un oggetto di uso liturgico o domestico, destinato a sostenere libri in posizione comoda per la lettura o il canto. Il l. comparve dapprima fissato sugli amboni e, come questi ultimi, era in pietra; prevalse poi la costruzione in legno o in metallo e i l. vennero collocati al centro del coro, taluni sopra sostegni con base triangolare, altri innestati nel corpo di un piedistallo ad armadio, detto badalone con terminologia fiorentina (Neppi, 1951).I l. si possono raggruppare tipologicamente in tre categorie: l. da terra, l. d'altare e l. da tavolo. Il l. da terra è generalmente un oggetto di grandi dimensioni, fisso o portatile, costituito da un piano d'appoggio (lettorile, portalibro) di legno, cuoio o pietra sorretto da sostegni di vario genere (colonnine lignee o marmoree, fusti metallici, armadioli) poggianti nella maggior parte dei casi su un basamento o piede. Il l. d'altare è un oggetto di piccolo formato, portatile, collocabile sulla mensa dell'altare per sostenere il libro liturgico. Il l. da tavolo è invece di dimensioni maggiori rispetto al l. d'altare e poggia su un supporto diverso dalla mensa d'altare (scrittoi, stalli di coro); è un oggetto portatile, a volte dotato di più lettorili, uno per faccia, montato su un supporto eventualmente girevole, poggiante su un fusto con piede o direttamente annesso allo scrittoio.Per tutto il corso del Medioevo il l. per il testo liturgico fu generalmente immobile e solidale strutturalmente all'ambone e al pulpito (lettorile d'ambone, lettorile di pulpito), poiché durante il servizio liturgico i testi venivano sorretti direttamente da un diacono, secondo un uso perpetuatosi nella messa solenne. Amboni e pulpiti potevano avere uno o più lettorili, che a volte assumevano elaborate forme monumentali, come nel caso del lettorile retto da sculture raffiguranti suddiaconi nell'ambone destro del duomo di Salerno, del sec. 12°; numerosissimi sono gli esempi pervenuti di lettorili d'ambone o di pulpito retti da un'aquila, simbolo dell'evangelista Giovanni.Nonostante la schiacciante prevalenza di l. annessi all'ambone, non mancano tuttavia, durante l'Alto Medioevo, testimonianze di l. autonomi. Un piccolo l. ligneo d'altare, forse il più antico conservatosi, è quello detto della regina s. Radegonda (m. nel 587), conservato nell'abbazia di Sainte-Croix presso Poitiers (dip. Poitou) e risalente al 6° secolo. Questo eccezionale l. - presumibilmente d'altare, anche se non è del tutto certa la sua originaria collocazione -, rarissima testimonianza d'arte merovingia, presenta sul piano d'appoggio una complessa decorazione: l'Agnello mistico si trova al centro di una cornice formata dai quattro simboli degli evangelisti, due croci latine e due raffigurazioni di colombe reggenti rispettivamente il chrismon e una croce clipeata. Semplici colonnine raccordano la base d'appoggio alle sbarre sottostanti, formando un elegante motivo a traforo, che testimonia ulteriormente il grado di raffinatezza raggiunto dall'arte merovingia (Hubert, Porcher, Volbach, 1967, trad. it. p. 21, figg. 23, 120; Vasco Rocca, 1988, p. 273).Alternativamente al l. d'altare e forse più diffusamente di quest'ultimo, per tenere sollevato il messale del celebrante e preservarne la preziosa legatura, poteva essere utilizzato un cuscino per libro liturgico. L'uso del cuscino, generalmente di seta, sotto l'evangeliario è documentato già nel sec. 8° (Rohault de Fleury, 1888, p. 112, tav. CDLXXXV) e nell'altare d'oro di Vuolvinio, dell'840 ca. (Milano, S. Ambrogio), se ne ha una delle più antiche raffigurazioni.Quasi certamente ascrivibile alla cultura longobarda del sec. 8°-9° è il discusso l. del c.d. tempietto di Cividale del Friuli. Si tratta di un pregevole l. marmoreo formato da un podio nel quale è inserito un pilastrino, su cui insiste una colonnina con capitello, sormontata a sua volta dall'appoggio del lettorile; su questo appoggio si trova il chiodo metallico per fissare il lettorile ligneo. Benché base, pilastrino, colonnina, capitello e appoggio di lettorile siano tutti dello stesso marmo e il marmo sia della stessa qualità e struttura di quello usato per il presbiterio, secondo L'Orange e Torp (1977-1979, pp. 140-142) non può essere dimostrato che il l. sia coevo alla costruzione del tempietto. Esso fu forse rimosso dalla sua originaria collocazione - probabilmente la chiesa di S. Giovanni nella stessa Cividale - e trasferito nel tempietto verso la fine del sec. 14°, ovvero nel periodo in cui vennero costruiti gli stalli di coro lignei, con doppi l. girevoli. La decorazione del pilastrino, con una croce latina con estremità espanse, una palma, un'aquila su pilastro e un tralcio fogliato, riconduce a moduli longobardi prodotti probabilmente da una bottega altoadriatica (Tavano, 1990). Specialmente il motivo del Vogel auf der Stange è ritenuto da Vetters (1953, p. 125) un Feldzeichen longobardo, che ha i suoi più antichi prototipi in Asia Minore. Il capitello del l., a foglie con volute, decorato su ogni faccia in modo diverso, è accostabile ai capitelli liutprandei della pieve di San Giorgio in Valpolicella, della prima metà dell'8° secolo. Anche se rimane incerta l'originaria collocazione di questo l., sembra dunque ipotizzabile che esso sia pertinente a un raffinato ambito culturale, se non proprio alla cerchia liutprandea.L'età carolingio-ottoniana offre una notevole testimonianza della diffusione del l.-scrittoio da terra, a fusto lavorato, con lettorile inclinato o piano. Numerosissime sono infatti le miniature che raffigurano gli evangelisti intenti a redigere i vangeli, con il libro aperto poggiante sul l.: Luca e Marco nell'Evangelistario di Godescalco, del 781-783 (Parigi, BN, nouv.acq.lat. 1203, c. 1r e v); Matteo nell'Evangeliario di Centula/Saint-Riquier, dell'800 ca. (Abbeville, Bibl. Mun., 4, c.17v), nei Vangeli dell'Incoronazione, dell'inizio del sec. 9° (Vienna, Schatzkammer, c. 15r), e nell'Evangeliario di Ebbone, del primo quarto del sec. 9° (Epernay, Bibl. Mun., 1, c.18v); Luca nei Vangeli della cattedrale di Aquisgrana, dell'inizio del sec. 9° (Aquisgrana, Domschatzkammer, c.14v). Leggermente differente dai l. raffigurati nelle miniature citate è quello formato da una colonnina con base e capitello su cui poggia un lettorile piano, visibile nella miniatura con Marco nell'Evangeliario di Saint-Médard di Soissons, degli inizi del sec. 9° (Parigi, BN, lat. 8850, c. 81v), o in una miniatura raffigurante Musica, Aritmetica, Geometria e Astrologia in un codice contenente il De institutione arithmetica di Boezio, della metà del sec. 9° (Bamberga, Staatsbibl., Msc.Class.5, c. 2v). Un originale l. in forma di animale con la testa come base e il corpo come sostegno al lettorile compare in una miniatura raffigurante l'evangelista Marco nei Vangeli di Schaftlarn, della seconda metà del sec. 9° (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 17011, c. 81v).Estremamente elaborati e raffinati sono i l. presenti in immagini di codici bizantini. In una miniatura di un evangeliario del sec. 10° (Parigi, BN, Coislin 195) l'evangelista Matteo è raffigurato in uno studiolo con un bellissimo l. fissato a un armadietto con le antine aperte a mostrare i ripiani interni. Lo stesso tipo di l., montato sull'armadietto e regolabile, è visibile in un codice del sec. 12° (Londra, BL, Burney 19, c. 1v) e ancora in un evangeliario del 13° (Parigi, BN, gr. 54, c. 278v). Un curioso e interessante l. metallico in forma di serpente, con la coda disposta a spirale a formare la base d'appoggio, compare in una miniatura raffigurante l'evangelista Luca nel codice bizantino del sec. 14° contenente il Commentario di Teofilatto a Matteo e Luca (Parigi, BN, gr. 196, c. 57v; Weitzmann, 1980, p. 103).Con l'evolversi del rito e con il suo trasferirsi, parte dinanzi all'altare e parte nello spazio dell'abside e nel coro, l'uso di l. da terra mobili, lignei o metallici, divenne più frequente. Uno splendido l. ligneo della metà del sec. 12° si conserva nella parrocchiale di Freudenstadt (Baden-Württemberg), proveniente da un'abbazia vicina alla cultura del monastero di Hirsau, forse Reichenbach, Alpirsbach o Zwiefalten (Gombert, 1950; Budde, 1979, nrr. 78-79). Il sostegno è formato da quattro statue di evangelisti, accostate fra loro a formare un pilastro, sorreggenti una sorta di capitello poligonale sulle cui quattro facce compaiono i simboli degli evangelisti sottostanti. L'eccezionale importanza del pezzo è stata più volte sottolineata, così come la purezza lineare delle forme degli evangelisti, che rivelano analogie molto strette con la coeva miniatura di Hirsau o di Zwiefalten e con il crocifisso ligneo di Oberzell nella Reichenau (Baden), del 1150 ca. (Sauerländer, 1977, nr. 488).Al 1181 si data l'altare di Klosterneuburg di Nicola di Verdun: in uno degli smalti, nella scena dell'Annunciazione, la Vergine è intenta a leggere con l'ausilio di uno splendido l. dal sostegno in forma architettonica, quasi una torre a tre piani con arcatelle.Dalla consuetudine liturgica del diacono reggilibro venne creato un tipo particolare di l., il c.d. Atzmann (Schmitt, 1937, col. 1220; Appuhn, 1991), un vero e proprio l. lapideo in forma di diacono, a grandezza naturale, reggente il lettorile oppure un libro-lettorile a sua volta poggiante su un sostegno di rinforzo. Questa tipologia si diffuse soprattutto nella regione del medio Reno e splendidi esempi si conservano a Naumburg (duomo; metà sec. 13°), Strasburgo (Mus. de l'Oeuvre Notre-Dame; metà sec. 13°) e Fritzlar (Domschatz und Mus. des St. Petri-Domes; del 1320). Particolarmente degno di nota è proprio il c.d. diacono di Naumburg, ascrivibile al cantiere del coro occidentale, ovvero alla bottega del Maestro di Naumburg (Der Naumburger Dom, 1956, fig. 113). Sebbene la bocca e il naso siano stati restaurati, la serena compostezza del volto e il naturalismo nella resa del corpo e nella postura delle mani che sorreggono il lettorile, poggiante a sua volta su un sostegno in forma d'albero, rimangono ineguagliati. Negli esempi di l. in forma di diacono del sec. 14° (Fritzlar, Domschatz und Mus. des St. Petri-Domes; Heiligenstadt, St. Martin) vi fu una progressiva stilizzazione formale: il sostegno del lettorile divenne un elegante pilastrino e la figura del diacono perse solidità fisica smaterializzandosi sempre più in una figura incorporea dai movimenti manierati.Dal sec 13° i l. portatili furono spesso anche pieghevoli, con montanti incernierati di metallo o di legno. Un semplice l.- scrittoio ligneo, con il piano d'appoggio obliquo fissato a quattro travi con barre laterali di sostegno, è documentato realisticamente nella lunetta del portale del Sarmental, nel braccio meridionale del transetto della cattedrale spagnola di Burgos, eseguita intorno al 1240 (Sauerländer, 1989, trad. it. fig. 290): ai lati della Maiestas Domini con i simboli degli evangelisti e nel registro superiore sono raffigurati gli evangelisti al lavoro appoggiati al l.-scrittoio, che forse poteva essere regolabile in altezza, restringendo o estendendo l'ampiezza della base, come suggeriscono i due l. incrociati del registro superiore.A un l. da terra, datato agli inizi del Duecento, sembrerebbero appartenere alcuni pannelli lignei, attualmente nella cattedrale di Minden (Renania settentrionale). Tradizionalmente essi venivano riferiti piuttosto a un trono, ma secondo l'opinione di Meyer (1984) sarebbero stati prodotti intorno al 1230 per ornare un leggio. La decorazione dei pannelli è accostabile all'ambito culturale di Königslutter.Numerosi documenti menzionano l. d'altare nell'arredo di parecchie cattedrali, ma scarsi sono gli esempi pervenuti. Notevolissimo è quello ligneo della Marienkirche di Salzwedel (Sassonia-Anhalt), del sec. 13°, decorato con l'Incoronazione di Maria, i simboli degli evangelisti, il leone e il pellicano. Un altro prezioso l. d'altare del sec. 13° è oggi conservato a Colonia (coll. privata; Braun, 1937, col. 523).Un elegante l. lapideo da terra si conserva nella sala capitolare dell'abbazia cistercense di Osek (Rep. Ceca), del 1230-1240, fondazione dell'abbazia bavarese di Waldsassen (Sauerländer, 1989, trad. it. p. 379). Il l. è formato da una coppia di colonnine annodate, con due capitellini a crochets sui quali poggia un lettorile obliquo, decorato su due lati da motivi a intreccio, mentre il lato principale presenta un rilievo raffigurante l'Agnello.Sebbene siano documentati moltissimi lettorili in forma d'aquila, annessi all'ambone o al pulpito, non si sa esattamente quando nacque la tipologia del l. con aquila con sostegno autonomo, staccato da qualsiasi architettura. Nella chiesa di Saint-Hilaire a Poitiers doveva esserne esistito uno del sec. 7° (Lempertz, 1937, col. 191), ma la testimonianza principale della diffusione di questa tipologia nel Medioevo è in un disegno del Livre de portraiture di Villard de Honnecourt, del 1235 ca. (Parigi, BN, fr. 19093). Nel progetto di questo splendido lutrin d'église (c. 7, tav. 13), oltre alle parti decorative che adornano le due basi triangolari con le figure degli evangelisti, di due diaconi e di quattro draghi, è interessante notare la somiglianza dell'aquila-lettorile con l'aquila automatica progettata dallo stesso Villard (c. 22, tav. 44) per essere collocata alla sommità di un ambone o su un l. liturgico, capace di muovere il capo "vers le diachene kant list l'avangile" (Lempertz, 1937, col. 190). Secondo Bechmann (1991, p. 132) le due carte menzionate del Livre de portraiture potrebbero riferirsi a un unico l., del quale si mostra l'insieme (c. 7) e il meccanismo dell'aquila (c. 22), oppure esse potrebbero costituire, come in un moderno catalogo, le due versioni differenti di possibili realizzazioni di l., a seconda della richiesta, delle quali quella con l'aquila automatica costituiva la formula più sofisticata. Elegante testimonianza della tipologia del l. da terra in forma di aquila su base triangolare sorretta da animali fantastici è il l. ligneo nella chiesa di St Thomas a Exeter (già nella cattedrale), databile al 1320 ca. (Age of Chivalry, 1987, p. 121).Un l. bronzeo del sec. 13°, presumibilmente di fattura inglese, si conserva, pur con notevoli aggiunte del sec. 18°, nella cattedrale di Urbino (Mus. del Duomo), portatovi dal duca Federico da Montefeltro. Un l. corale ligneo, alto cm. 136, proveniente da Herford (Vestfalia) e datato intorno al 1300, si conserva a Berlino (Schlossmus.): è decorato su tutti i lati da racemi vitinei (Falke, 1924, tav. 31a).Non è ben chiaro se sia annesso o semplicemente sovrapposto a un mobile ligneo sottostante il l. corale dipinto da Giotto nella scena dell'Istituzione del presepe, nella basilica superiore di S. Francesco ad Assisi. La parte superiore consta di un l. girevole e testimonia l'evoluzione della tipologia già nel sec. 13°; l. girevoli da tavolo sono documentati per stalli di coro, come i già menzionati l. trecenteschi a doppia faccia del tempietto di Cividale, ma soprattutto divennero d'uso comune quale arredo di lusso di scrittoi e studioli, come testimoniano numerosissime miniature della fine del sec. 14° e degli inizi del successivo, per es. la S. Caterina d'Alessandria nello studio e il S. Girolamo mentre traduce la Bibbia, di Paul Limbourg, nelle Belles Heures di Jean di Berry, del 1409-1412 (New York, Metropolitan Mus. of Art, The Cloisters, Acc. 54.1.1, cc. 15, 187v; Châtelet, Recht, 1988, fig. 166). Una raffinata decorazione ad arcate trilobe presenta il l. ligneo da tavolo della chiesa di Holy Cross a Bury (Cambridgeshire), databile agli inizi del sec. 14° (Age of Chivalry, 1987, nr. 104, p. 234). Alla stessa epoca risale un altro l. ligneo da terra con lettorili multipli, ciascuno decorato con piccoli rosoni traforati (proveniente dal Kent, ma oggi di collocazione sconosciuta; Age of Chivalry, 1987, nr. 105, p. 234), vicino per stile agli stalli di coro della cattedrale di Ely (1342).Molto problematico è il l. lapideo da terra del battistero di Pisa, formato da un leone sostenente una colonna e un lettorile con due angeli acefali reggenti un ovale con la croce pisana. Il leone, che in origine sorreggeva la colonna del 'vaso del talento' presso la porta di S. Ranieri nel duomo di Pisa, è ascrivibile a Lupo di Francesco, seguace di Giovanni Pisano, e databile al 1320; il resto del l. apparterrebbe alla cultura del sec. 17°, secondo l'opinione di Carli (in Il duomo di Pisa, 1989), dal gusto araldico e celebrativo. Tuttavia lo studioso nota poi come i panneggi delle figurette di angeli siano di "schietta imitazione giovannesca" (ivi, p. 198), lasciando aperta dunque anche l'ipotesi di Klotz (1965), secondo il quale l'intero l. sarebbe da attribuire alla bottega di Giovanni Pisano.Al tardo Trecento appartiene la creazione della tipologia dei l. liturgici bronzei con aquila con supporto cesellato in forma di architettura gotica, così come essi vennero creati nella bottega di Dinant (Belgio meridionale; Squilbeck, 1941). Esemplari ancora esistenti di questa tipologia sono il l. di Tongres (Notre-Dame) del 1372, di Tournai (Parigi, Mus. Nat. du Moyen Age, Thermes de Cluny) del 1384 e moltissimi altri di datazione più tarda, ormai del 15° secolo.L. per la lettura del Corano sono documentati per tutto il Medioevo; un prezioso esempio è quello ligneo del sec. 13° prodotto in Anatolia, decorato finemente con iscrizioni, motivi geometrici e floreali (Berlino, Staatl. Mus.; EUA, VII, 1958, tav. 429).I l. per il Corano assomigliavano a sedie pieghevoli, dalla tipica forma a X, determinata forse dall'abitudine islamica di non aprire completamente il libro (Kurz, 1972, p. 307): esemplare di questa tipologia è il l. ligneo proveniente dal Turkestan del 76 a.E./1359-1360 (New York, Metropolitan Mus. of Art). In un evangeliario siriaco del sec. 13° (Londra, British Mus., Ms. Add. 7170; Kurz, 1972, fig. 16) gli evangelisti sono rappresentati mentre leggono con l'ausilio di l. di foggia islamica, a testimonianza della diffusione di questa tipologia.
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