SOCIALE, LEGISLAZIONE (XXXI, p. 988)
Il continuo estendersi e perfezionarsi della legislazione sociale, soprattutto nell'ultimo periodo della seconda Guerra mondiale e nel successivo (in funzione di quella spinta alla soluzione dei problemi sociali che è conseguenza naturale di tutte le grandi conflagrazioni belliche) ha portato a tentativi di una sistemazione organica istituzionale di tale branca legislativa. S'intende in essa comprendere tutte le varie forme di tutela della popolazione e non soltanto di quella lavoratrice, in relazione al concetto di sicurezza sociale che costituisce ormai la base dei nuovi sistemi giuridici ed economici di previdenza e di assistenza. Si è cercato di suddividere la legislazione sociale in tre grandi rami:1) assistenza sociale preventiva, attuata a mezzo della disciplina amministrativa del lavoro; 2) assicurazioni sociali; 3) assistenza sociale riparatrice, attuata sopra tutto a mezzo dei servizî sociali (G. M. De Francesco). Ma tale inquadramento e ripartizione dànno luogo a molte discussioni.
Le più moderne carte costituzionali, specialmente quelle redatte dopo l'ultima guerra, tendono a disciplinare alcuni istituti sociali che un tempo erano lasciati alla libera disposizione individuale; in esse il lavoro assurge ad elemento fondamentale del nuovo assetto statale. La legislazione sociale quindi non ha più un carattere marginale, ma perviene invece ad un'indiscussa supremazia.
La costituzione dell'URSS del 5 dicembre 1936, che dichiara il lavoro come un dovere e un principio di onore (art. 12), riconosce anche un diritto soggettivo al lavoro (art. 118) ed enumera una serie conseguenziale di diritti che sono altrettanti principî di legislazione sociale (articoli 119-122).
La costituzione italiana promulgata il 27 dicembre 1947, che dichiara essere l'Italia una repubblica democratica fondata sul lavoro (art.1), ha introdotto, nel titolo dei rapporti economici (articoli 35-47), una serie di principî e di massime che implicano un ampio programma di attuazione e di disciplina dei maggiori problemi di legislazione sociale.
Anche la costituzione francese (1946) include, in una serie di massime, altrettanti tentativi di soluzione dei più importanti problemi sociali.
In quasi tutti gli stati la legislazione sociale ha assunto, nell'ultimo decennio, un'importanza sempre più grande, ed una serie di leggi sta man mano introducendo realizzazioni ognor più vaste nel campo sociale. In Gran Bretagna le varie leggi conseguenti all'introduzione del Piano Beveridge (v. in questa App.: assicurazione: Assicurazioni sociali; previdenza e sicurezza sociale) disciplinano non soltanto un completo sistema previdenziale, ma anche un esteso piano assistenziale, culminante soprattutto nel National Health Service del 1946, entrato in vigore il 5 luglio 1948, in base al quale la totalità della popolazione britannica ha diritto ad una completa assistenza sanitaria, che nei primi nove mesi dell'anno finanziario 1948-49 si calcola porti una spesa di 265 milioni di sterline. In pari data è entrata in vigore anche la legge per l'assistenza nazionale che sostituisce la vecchia legge sui poveri. In Francia tutta una serie di disposizioni di carattere sociale è contenuta nel Côde de la famille (20 luglio 1939); ed inoltre si nota, in questi ultimi anni, una legislazione sociale intesa alla difesa economica e sociale soprattutto nel settore agricolo, come le norme sull'accesso dei lavoratori alla piccola proprietà rurale (domaine-retraite, legge 29 maggio 1938; regolam. 14 ottobre 1938; legge 13 ottobre 1941). Nell'URSS il bilancio del 1948 prevede, per le spese di assistenza sociale, circa 5 miliardi di rubli: per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, in detto anno, fra ambulatorî e policlinici si raggiunge il numero di 20.592; i posti letto disponibili ammontano a 863.300, e quelli negli asili-nido per l'infanzia assommano a 807.000. Negli Stati Uniti le spese per le prestazioni a carattere assistenziale contenute nel Social Security act del 1935 e nelle norme successive ammontano, per l'esercizio finanziario 1946-47, a dollari 1.340.000.000, con una media di dollari 9,68 per abitante. Nella Repubblica Argentina, il Plan de Gobierno 1947-51 del presidente Perón contiene, oltre un programma di riforma della previdenza sociale, anche direttive di legislazione sociale (progetti di legge sugli affitti e sulle piccole industrie rurali, agevolazioni per costruzioni di case economiche).
Prescindendo dalla specifica legislazione del lavoro e della previdenza, la legislazione sociale italiana, intesa nel senso più ampio della parola, consiste anzitutto nell'assistenza igienica dei lavoratori, con le leggi d'igiene del lavoro, le norme sulla prevenzione degli infortunî (v. lavoro; infortunio, in questa App.); nell'assistenza sociale propriamente detta, con le norme dei contratti collettivi di lavoro sulle ferie retribuite, con le disposizioni legislative sul risanamento edilizio, sulle abitazioni popolari, sulla bonifica (v. casa; bonifica, in questa App.). Ma esiste anche un altro ampio settore di assistenza economica e morale a particolari categorie di cittadini, come mutilati ed invalidi di guerra e del lavoro, orfani di guerra e del lavoro, colpiti da particolari malattie, come i ciechi ed i malati di mente, i colpiti da tracoma, da cancro, da sifilide, da tubercolosi, in quanto questi ultimi non rientrino nelle categorie soggette a tale specifica forma di assicurazione sociale obbligatoria. Una particolare forma di assistenza è quella a favore della maternità e per l'infanzia; l'Opera nazionale omonima aveva in funzione nel 1948 (dati provvisorî) 2487 consultorî materni, 3727 consultorî pediatrici, 124 consultorî dermosifilopatici, 200 asili-nidi, 706 refettorî materni, 251 case della madre e del fanciullo.
Esiste poi tutta un'attività esplicantesi in mille forme, a cura di enti pubblici e privati e di singoli, avente lo scopo di assistere gli individui e le famiglie che si trovano in condizioni particolari di necessità. Tale attività dovrebbe essere coordinata, alla periferia, dagli Enti comunali di assistenza (ECA) creati con legge 3 giugno 1937, n. 847, che hanno assorbito le funzioni precedentemente attribuite alle Congregazioni di carità. Una particolare forma di assistenza è prestata agli emigranti, sia da parte degli organi tecnici del Ministero degli affari esteri e di quello del lavoro e della previdenza sociale, sia da enti assistenziali privati (Società umanitaria, Opera Bonomelli, ONARMO, ecc.).
Oggetto d'idonee forme assistenziali morali, economiche e sociali sono i reduci di guerra, gli infortunati per operazioni belliche, i profughi di guerra, i deportati civili, i partigiani: nei bilanci dell'Interno e del Lavoro e previdenza sociale sono stanziate a tale scopo, nello stato di previsione 1948-49, 10.765.000.000 lire.
La vastità del campo delle varie e molteplici norme di assistenza sociale esige, specialmente per le categorie di lavoratori che ne costituiscono uno dei principali obiettivi, l'esistenza di organi che siano tecnicamente attrezzati a proteggerli ed aiutarli nelle varie evenienze che possano loro presentarsi durante o dopo la vita lavorativa. Scomparso, con l'abrogazione della legislazione sindacale corporativa emanata durante il periodo fascista, il Patronato nazionale di assistenza sociale, organo unitario di protezione dei lavoratori, è stata consentita la costituzione di patronati liberi, i quali possono essere costituiti e gestiti soltanto da associazioni nazionali di lavoratori che annoverino nei proprî statuti finalità assistenziali e diano affidamento di provvedervi con mezzi adeguati. Tali enti debbono rispondere a determinati requisiti, prestare la loro attività gratuitamente e sono soggetti al riconoscimento ed alla vigilanza da parte del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, il quale determina anche il finanziamento di tali istituti, che è assicurato mediante versamento di una percentuale dei contributi riscossi dagli istituti di previdenza sociale (decr. capo provv. dello stato 29 luglio 1947, n. 994). Sono stati finora riconosciuti l'INCA (Istituto nazionale confederale di assistenza), emanazione della Confederazione generale italiana del lavoro, il Patronato della CSLI (Confederazione sindacale lavoratori italiani), il Patronato delle ACLI (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani), l'Istituto nazionale di assistenza sociale ONARMO (Opera nazionale per l'assistenza religiosa e morale degli operai).
Un importante settore dell'assistenza sociale è quello postlavorativo che mira all'utile impiego del tempo libero dal lavoro (v. enal, in questa App.). In un campo molto simile ma più ampio, in quanto si tratta anche di assistenza durante il lavoro e negli intervalli di esso, operano, in molte grandi aziende, specie industriali (collegate al servizio sociale facente capo alla Confederazione dell'industria) complessi varî di assistenza sociale, dovuti quasi sempre ad iniziative di proprietarî.
La già ricordata ONARMO, indipendentemente dall'attività puramente religiosa, compie opera di assistenza sociale non soltanto con il patronato di assistenza sociale più sopra citato e con la scuola per assistenti sociali (sono in funzione 236 di tali assistenti), ma anche con l'assistenza sanitaria, vestiario ai figli dei lavoratori (per cui ha inviato alle colonie marine o montane circa 1.200.000 bambini nel 1948), vittuaria (con 1320 mense aziendali), culturale, ecc. Essa attualmente opera in circa 1700 aziende che assistono quasi 2 milioni di lavoratori.
L'assistenza sociale è un settore che si fa sempre più vasto e complesso, aperto alle più ampie iniziative collettive ed individuali; l'attività delle associazioni sindacali, degli organismi a carattere religioso e morale e dei singoli tende sempre più a non costituire una pura e semplice opera a sfondo caritatevole, ma una precisa funzione intesa alla liberazione dal bisogno. Lo scopo essenziale di questo complesso di attività è quello di prevenire piuttosto che dare aiuto postumo, e di rendere sempre più viva ed umana l'assistenza. In questo campo l'attività statale e degli enti pubblici tende a coordinarsi sempre più profondamente con l'insostituibile attività individuale, con lo scopo fondamentale di evitare sia il centralismo assoluto, sia la libertà anarchica.
Bibl.: B.I.T., Revue internationale du travail 1939-1948; id., Rapport du directeur, 1941-48. Vedi anche: J. Clark, Social administration, Londra 1945. Per l'Italia vedi le varie riviste di previdenza e di assistenza sociale: La previdenza sociale, Roma 1945-48; Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, Roma 1939-48; Rivista internazionale della protezione sociale, Roma 1946-48, ecc. Vedi inoltre: F. Pergolesi, Orientamenti sociali delle Costituzioni contemp., Firenze 1946; Atti del convegno di Tremezzo per gli studî di assist. soc., Milano 1947.