LEGNICA
(ted. Liegnitz)
Città della Polonia occidentale, capoluogo dell'omonimo voivodato, situata nella regione della Bassa Slesia, all'estremità occidentale della pianura Slesiana.Il borgo originario, abitato dalla popolazione slava dei Treboviani, sorse nel sec. 10° nei pressi del guado sul fiume Kaczawa. Durante gli scavi archeologici condotti tra il 1958 e il 1964 furono scoperte tracce di un insediamento più antico, risalente all'8° e 9° secolo. Il mercato, ampliatosi progressivamente sino a divenire un sobborgo, si sviluppò invece nella seconda metà del sec. 12°, grazie al duca che, nel castello di L., governava uno dei distretti amministrativi della Slesia, lungo il margine sudorientale della foresta di L., dove passava un'importante via commerciale, detta via Alta (Wysoka Droga), che collegava i territori tedeschi - via Lipsia, Zgorzelec e Breslavia - con la Piccola Polonia (Cracovia) e la Rutenia (Kiev); essa incrociava la strada locale che da Głogów conduceva a Swidnica. Alla fine del sec. 12° il sobborgo che si era formato attorno al mercato venne ampliato, diventando un centro urbano di diritto polacco, e vi furono erette la chiesa del Santo Sepolcro (distrutta nel sec. 16°), quella dedicata alla Vergine e quella dei Ss. Pietro e Paolo. L'insediamento fu incendiato nel 1241 dai Tartari, che, dopo aver sconfitto l'esercito polacco in una battaglia nei pressi di L., cercarono senza successo di conquistare il suo castello.L. venne ricostruita tenendo conto del suo nuovo ruolo di capitale di ducato indipendente - sorto in seguito alla divisione della Slesia nel 1248 -, che mantenne per tutto il Medioevo e oltre, fino al 1675, anche se nei periodi in cui il ducato di L. e quello di Brzeg vennero unificati (1313-1358, 1417-1436, 1469-1488), la città di Brzeg fungeva da seconda capitale.Essendo una città ducale, L. giunse all'autonomia in ritardo e solo gradualmente: intorno al 1250, quando il duca Boleslao II vi insediò coloni tedeschi, ricevette il 'diritto di Magdeburgo' (inizialmente solo in parte, quindi per intero nel 1326). Nella seconda metà del Trecento L. contava già ca. diecimila abitanti e, per grandezza, era la seconda città della Slesia, raggiungendo l'apice della prosperità economica nella seconda metà del Quattrocento.Fino alla metà del sec. 13° gli edifici più antichi di L. erano situati lungo la via Alta: il limite occidentale dell'insediamento era chiuso da una roccaforte, mentre a E si trovava la chiesa della Vergine. L'area urbana nel 1250 aveva impianto grosso modo quadrato con isolati e vie disposti a scacchiera e, in mezzo, la piazza del mercato rettangolare; al centro di quest'ultima si ergevano il municipio (a partire dal 1320 ca.) e le botteghe dei mercanti. La struttura urbanistica era tipica delle grandi città della Slesia: la piazza del mercato veniva collegata con il resto dell'area cittadina da otto vie, due delle quali si dipartivano dal centro dei lati lunghi e le rimanenti sei dagli angoli; l'angolo sudorientale si univa direttamente alla piazza su cui si ergeva la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo.Le fortificazioni, in costruzione a partire dalla fine del sec. 13° e citate nelle fonti dal 1312, presentavano un impianto ovale allungato. La forma irregolare dei fabbricati nella parte settentrionale e il corso del canale Mlynòwka, defluente dal fiume Kaczawa, imposero alle fortificazioni un andamento condizionato dalle caratteristiche dell'insediamento più antico.Alla città si accedeva attraverso quattro porte, poste in corrispondenza delle strade d'accesso: le vie per Breslavia e per Głogów a N e quelle per Chojnów e per Zlotoryj a S-O; accanto alla chiesa dei Ss. Pietro e Paolo si trovava una porta detta Nuova o Scolastica. Il paesaggio urbano era dominato dal castello, dal municipio, dagli edifici di culto più antichi e da alcuni monasteri con le relative chiese: la domenicana Santa Croce (1277) e la francescana S. Giovanni (1294). Fuori le mura vennero eretti il S. Nicola - dei Crocigeri della Stella (1288) e successivamente dei Certosini (1420 ca.) - e la SS. Trinità dei frati bernardini (1480 ca); a L. sono testimoniati nel Tardo Medioevo, fra l'altro, una sinagoga, tre scuole e alcuni ospedali.Dopo un grande incendio, scoppiato nel 1338, l'area cittadina venne ampliata; contemporaneamente alla ricostruzione della chiesa della Vergine e del municipio vennero rinforzate anche le mura, fortificate nella seconda metà del sec. 14° da quattro torri e ventisei bastioni; nel 1430 ca. anche il fossato venne ingrandito. Alla metà del Quattrocento la superficie urbana interna alle mura era completamente edificata; vi si contavano specificamente cinquecentosettanta abitazioni in legno e in muratura e, nei sobborghi, trecento case in legno, come documenta il registro delle locazioni del 1451, compilato dallo scriba e borgomastro Ambroẓy Bitschen, sulla base del quale è stata ricostruita la pianta della città quattrocentesca (Pudełko, 1971); una stampa del 1580 di Abraham Hogenberg (Braun, 1618) ne mostra l'assetto medievale quasi intatto, salvo alcune fortificazioni aggiunte in epoca più recente. La più veritiera immagine del castello, assediato dai Mongoli, compare sull'anta di una pala d'altare breslaviana del 1430 ca., su cui è raffigurata la Leggenda di s. Edvige (Varsavia, Muz. Narodowe).L'assetto medievale della città e la sua rete viaria sono stati alterati dalle demolizioni e dall'edificazione dei nuovi quartieri dopo il 1960; si conserva però qualche tratto di alcune decine di metri delle fortificazioni originarie, inglobato in edifici di epoca posteriore, per es. a E della porta di Głogów, nei pressi della porta di Chojnów, a E dei Ss. Pietro e Paolo, a N-E della chiesa della Vergine. Rimangono inoltre le torri quadrangolari con arco di passaggio a sezione archiacuta, delle porte di Głogów e di Chojnów, della seconda metà del 14° secolo.La prima chiesa eretta a L. fu quella dedicata alla Vergine, costruita sulla piazza del mercato, nei pressi della porta di Breslavia e della corte vescovile. Durante gli scavi condotti tra il 1972 e il 1974 sono stati rinvenuti i resti dell'originario edificio romanico mononave in pietra, al posto del quale fu eretta, all'inizio del sec. 13°, una chiesa 'a sala' in laterizio, a tre navate, menzionata nelle fonti per la prima volta nel 1203 e distrutta nel 1338 da un incendio. La costruzione del terzo edificio a tre navate, anch'esso in laterizio, con facciata a due torri e terminazione orientale rettilinea, tutt'oggi esistente, venne avviata negli anni compresi tra il 1362 e il 1386, dal 1375 il cantiere fu portato avanti da Claus Brynner; nella seconda metà del sec. 15° la chiesa fu trasformata in basilica. Nel 1822 l'edificio subì ingenti danni a causa di un incendio che ne comportò il rifacimento in forme neogotiche (1824-1828). Restaurato negli anni 1905-1908, soltanto i fabbricati annessi alla navata meridionale - come per es. la sagrestia vecchia (1370 ca.), quella nuova (1484) e la cappella della Corporazione dei tessitori (1430) - non si presentano alterati da rifacimenti.La chiesa dei Ss. Pietro e Paolo risulta menzionata in un documento del 1208 e scavi condotti nel 1989 hanno consentito di individuarne resti in mattoni relativi alla parte orientale. La costruzione dell'edificio attuale ebbe inizio intorno al 1328 e continuò sotto la guida del mastro Wiland (1333-1341), che aveva eretto il corpo longitudinale a tre navate, con la facciata a due torri; intorno al 1370-1390 Corrado di Cracovia aggiunse la sagrestia e la campata orientale con chiusura poligonale, mentre fra il 1380 e il 1390 Claus Brynner pose le volte a crociera, a stella e a vela. Tra le cappelle di famiglia e quelle delle confraternite, inserite tra i contrafforti probabilmente tra il 1420 e il 1500 ca., sono da ricordare in particolare la cappella ducale e quella della famiglia Von der Heyde, realizzate nel 1420 in stile gotico francese flamboyant, introdotto con ogni probabilità da un architetto transalpino attivo presso la corte ducale. Nel 1863-1870 e nel 1892-1894 la chiesa fu restaurata all'esterno e all'interno. Nel portale occidentale si trova una statua della Vergine con il Bambino (1340 ca.), nel portale settentrionale sono poste sculture dei patroni (1380 ca.) e un bassorilievo raffigurante l'Adorazione dei Magi, della stessa epoca. All'interno si conservano alcune statue in pietra degli apostoli (terzo quarto sec. 14°); oltre al fonte battesimale in bronzo a forma di calice con rilievi illustranti l'Infanzia e la Passione di Cristo, vanno ricordati il sarcofago del duca Ludovico II (m. nel 1436) e della moglie Elisabetta di Brandeburgo (m. nel 1449) con le loro statue funerarie (1430 ca.).Nella seconda metà del sec. 14° lavorarono a L. alcune maestranze di scalpellini e scultori, le cui opere si sono conservate per la maggior parte nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo.Il castello fu eretto sull'antico sito del borgo dei secc. 10°-11°; gli scavi archeologici del 1958 hanno riportato alla luce resti di abitazioni, di fortificazioni lignee e di terrapieni. Un documento del 1175 (Codex diplomaticus, 1956-1964, I, nr. 55) menziona il distretto amministrativo, la potestas, e testimonia la presenza nei secc. 10°-11° di un amministratore ducale, menzionato per nome a partire dal 1202; come castrum risulta citato nelle fonti nel 1216 (ivi, nr. 91). Dopo la demolizione degli edifici del borgo, nel periodo tra 1220 e 1240, fu innalzato il complesso del castello tardoromanico, in mattoni, come residenza principale del duca Enrico I il Barbuto (1202-1238): le sue imponenti dimensioni corrispondevano alle aspirazioni del duca per la corona reale, per sé o per suo figlio. Nella costruzione furono impegnate le stesse maestranze che precedentemente avevano lavorato al monastero cistercense femminile a Trzebnica. Nel 1480 il castello venne radicalmente ristrutturato, mentre agli inizi del sec. 16° furono eseguiti affreschi nella torre di S. Edvige, in parte conservati; dopo l'incendio del 1835 venne ricostruito in stile neogotico.Le ricerche archeologiche condotte negli anni 1958-1964 hanno rivelato le tracce delle fondamenta del castello tardoromanico, uno dei più grandi in Europa, costruito sul modello dei palazzi imperiali. Separato inizialmente dalla città da una cinta di bastioni e dal fossato, il complesso più antico, che è tuttora ben conservato, era composto nella seconda metà del sec. 13° da un palatium a tre piani su pianta rettangolare (m. 61,5016,10) con le torri cilindriche di S. Pietro e di S. Edvige, situate in posizione isolata lungo i lati brevi.Tra i resti delle fondazioni e del piano terreno sono state identificate la cappella dei Ss. Benedetto e Lorenzo nei pressi del palatium sul lato nord, in origine a due piani su pianta dodecagonale - la cappella di S. Benedetto, sita nel borgo, è menzionata nelle fonti nel 1149 e, dal 1201, compare anche con il nome di S. Lorenzo -, e la torre di Lubin, quadrangolare, sul lato settentrionale del terrapieno, con un tratto di cinta muraria.Dallo scriptorium attivo nel castello negli anni 1380-1400 ca. provengono alcuni codici giuridici, riccamente miniati.I reperti archeologici provenienti dall'area cittadina, il lapidario di scultura medievale - ivi compresi esempi di plastica architettonica -, nonché i manufatti di artigianato artistico sono conservati nell'Okręgowe Muz. Miedzi.
Bibl.:
Fonti inedite. - Akta miasta Legnicy [Documenti della città di L.], Wojewódzkie Arch. Państwowe we Wrocławiu.
Fonti edite. - G. Thebesius, Liegnitzische Jahrbücher bis zum Ende des 16. Jahrhunderts, 3 voll., Jauer 1733; Codex diplomaticus Silesiae, 36 voll., Breslau 1857-1933; Monumenta Poloniae Historica. Pomniki dziejowe Polski, a cura di A. Bielowski, 6 voll., Lwów-Kraków 1864-1893; Urkundenbuch der Stadt Liegnitz und ihres Weichbildes bis zum Jahre 1455, a cura di F.W. Schirrmacher, Liegnitz 1866; Mitteilungen des Geschichts- und Altertums-Vereins zu Liegnitz, 17 voll., Liegnitz 1904-1939; Codex diplomaticus nec non epistolaris Silesiae, a cura di K. Maleczyński, 3 voll., Wrocław 1956-1964; Regesty śla̢skie [Regesti slesiani], a cura di W. Korta, 2 voll., Wrocław 1975-1983; G. Braun, Civitates Orbis Terrarum, VI, Köln 1618.
Letteratura critica. - A. Sammter, A.H. Kraffert, Chronik von Liegnitz, 4 voll., Liegnitz 1871-1873; H. Lutsch, Verzeichnis der Kunstdenkmäler der Provinz Schlesien, III, Regierungs-Bezirk Liegnitz, Breslau 1891; id., Bilderwerk schlesischer Kunstdenkmäler, Breslau 1903; K. Bimler, Die schlesischen massiven Wehrbauten, IV, Fürstentum Liegnitz, Breslau 1943; H. Tintelnot, Die mittelalterliche Baukunst Schlesiens, Kitzingen 1951; W. Dziewulski, Legnica, Prace Instytutu urbanistyki i architektury 6, 1957, pp. 151-174; J. Rozpędowski, Romańska kaplica zamkowa w Legnicy [La cappella romanica del castello di L.], Biuletyn Historii Sztuki 26, 1964, pp. 67-70; T. Lalik, Legnicka rezydencja Henryka Brodatego [La residenza di Enrico I il Barbuto a L.], Kwartalnik historii kultury materialnej 15, 1967, pp. 75-83; M. Haisig, Herb miasta Legnicy. Jego geneza i symbolika [Lo stemma della città di Legnica. Sua genesi e simbologia], Szkice Legnickie 5, 1969, pp. 5-20; A. Gieysztor, M. Walicki, J. Zachwatowicz, Sztuka polska przedromańska i romańska do schyłku XIII wieku [L'arte polacca preromanica e romanica fino allo scorcio del sec. 13°], Warszawa 1971; J. Pudełko, Zagadnienia urbanistyczne średniowiecznej Legnicy [Problematiche urbanistiche della L. medievale], Kwartalnik architektury i urbanistyki 16, 1971, pp. 249-266; J. Rozpe·dowski, Zamek romański w Legnicy [Il castello romanico di L.], Szkice Legnickie 6, 1971, pp. 5-45; Die Peter-Paul-Kirche zu Liegnitz, Lorch-Würrt 1972; M. Zlat, Najstarsze sklepienia sieciowe w Polsce [Le più antiche volte a diamante in Polonia], Kwartalnik architektury i urbanistyki 17, 1972, pp. 3-19; B. Zientara, Henryk Brodaty i jego czasy [Enrico I il Barbuto e il suo tempo], Warszawa 1975; Legnica. Monografia historyczna miasta [Legnica. Monografia storica della città], a cura di M. Haisig, Wrocław 1977; P. Ratkowska, Muttergottes mit Kind aus Liegnitz, in Die Parler und der Schöne Stil 1350-1400. Europäische Kunst unter den Luxemburgern, cat., II, Köln 1978, p. 504; M. Niemczyk, Kaplice mieszczańskie na Śla̢sku w okresie późnego gotyku [Le cappelle borghesi in Slesia nel periodo tardogotico], Roczniki sztuki Śl·askiej 12, 1979, pp. 9-66; J. Kebłowski, Zapomniany zespół gotyckich posa̢gów w kościele św. Piotra i św. Pawła w Legnicy [Le dimenticate statue gotiche nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo a L.] Szkice Legnickie 13, 1987, pp. 169-190; A. Karłowska-Kamzowa, Miniatury legnickich kodeksów prawniczych z końca XIV w. [Le miniature dei codici municipali di L. della fine del sec. 14°], Roczniki biblioteczne 32, 1988, pp. 107-128; Kultura artystyczna dawnej Legnicy [La cultura artistica dell'antica L.], a cura di J. Harasimowicz, Opole 1991.M. Zlat