Lehman Brothers Banca d'affari statunitense, uno dei principali operatori del mercato dei titoli finanziari, attiva dal 1850 a Montgomery (Alabama) come società commerciale operante nel settore tessile. Nel corso dei decenni i suoi fondatori, i fratelli bavaresi Henry, Emanuel e Mayer Lehman, estesero l'attività al campo dell'industria ferroviaria, aprendosi al settore finanziario grazie anche all'alleanza con Goldman Sachs (1906) e consolidando un potere economico che uscì indenne dalla crisi della Grande Depressione. Stabilitasi nella sua sede storica di One William Street di New York nel 1928, alla morte di Robert junior (1969), l'ultimo membro della famiglia a dirigere la società, la L.B. affrontò una delicata fase economica dalla quale si risollevò tra gli anni Settanta e Ottanta del 20° sec., ottenendo profitti record e costituendosi di fatto come una delle quattro più importanti banche d'affari degli USA. Fusa con American Express nel 1984, ne fu scorporata dieci anni più tardi, rientrando nel campo dell'asset management nel 2003 con l'acquisizione di Neuberger Berman e The Crossroads Groups e generando circa 800 milioni di dollari di utile al 2007. A partire dall'agosto dello stesso anno la grave crisi dei mutui subprime ha costretto la L.B. a chiudere la banca dedicata a tale tipologia di prestito e a sopprimere 1200 posti di lavoro, accumulando nei mesi successivi elevate perdite e registrando un crollo delle sue azioni del 97%. Fallita la ricerca di capitali esterni per il rilancio dell'azienda e vanificata la possibilità di una liquidazione d'emergenza delle sue attività, nel settembre 2008 la L.B. - che contava 27.000 dipendenti e che prima della crisi aveva un portafoglio nominale e un valore di mercato superiori a 500 miliardi di dollari - si è vista costretta a chiedere l'amministrazione controllata e ad annunciare il ricorso alle procedure fallimentari. Il crak della L.B., a oggi la più grande bancarotta verificatasi negli Stati Uniti, ha avuto immediate e ingenti ripercussioni a Wall Street e nelle borse europee: in una sola seduta i listini del Vecchio Continente hanno bruciato oltre 120 miliardi di euro di capitalizzazione. I rimborsi ai creditori, avviati nel 2012, hanno raggiunto a un decennio dal default la soglia record del 71,3%.