Leida
Città dei Paesi Bassi, nella prov. dell’Olanda Meridionale. Col nome di Leithon è ricordata già nel 9° sec., quale possesso feudale della chiesa di S. Martino a Utrecht; più tardi divenne castello fortificato dei conti di Olanda, eretto a difesa della foce del Reno contro i normanni. Nel 1266 ottenne la prima Carta di diritti e nel 14° sec. vi era fiorente la produzione dei panni di lusso, che nel secolo successivo fece della città un grande centro industriale, il più popoloso d’Olanda, con oltre 70.000 ab. all’inizio del Cinquecento. Dopo la crisi produttiva del 1525-80 per l’afflusso di esuli fiamminghi e la contemporanea decadenza di Anversa, L. attraversò un periodo di maggiore splendore (intorno al 1640 contava 100.000 ab. ca.); ma l’invasione francese (1672) e la concorrenza degli emigranti ugonotti (dopo il 1685) ne determinarono l’ulteriore e più duratura paralisi industriale. Conquistata alla rivoluzione sin dal 1572, nel maggio-ottobre 1574 L. fu protagonista di un’epica resistenza agli spagnoli, sinché Guglielmo il Taciturno, aperte le dighe dell’IJssel e inondato il Paese, sbloccò la città con la flotta (3 ottobre). A L. fu fondata nel 1575 la più antica università olandese che divenne importante centro culturale nei secc. 17° e 18°. Alla fine del 18° sec. fu la roccaforte del movimento antiorangista e in seguito al fallimento di questo decadde a centro di scarsa importanza; solo nella seconda metà del 19° sec. L. risentì i benefici della ripresa industriale generale del Paese.