Brackett, Leigh (propr. Leigh Douglass)
Scrittrice e sceneggiatrice cinematografica e televisiva statunitense, nata a Los Angeles il 7 dicembre 1915 e morta a Lancaster (California) il 18 marzo 1978. Autrice di numerosi romanzi e racconti polizieschi, fantastici, western e di fantascienza, fu una delle prime donne ad affermarsi con successo come sceneggiatrice professionista. Nel corso di un trentennio accumulò solo un esiguo numero di titoli, compresi però grandi film di prestigiosi registi quali Howard Hawks e Robert Altman.
Figlia di un contabile che in gioventù aveva avuto aspirazioni letterarie, la B. trascorse un'infanzia vagabonda in varie città degli Stati Uniti prima di fermarsi a Los Angeles, dove terminò le scuole secondarie e conobbe un altro giovane autore, R. Bradbury, che la spinse a scrivere racconti di fantascienza e fantastici per varie riviste popolari. Martian quest (1939), apparso in "Astounding science-fiction", fu il suo primo racconto pubblicato. All'epoca ventiquattrenne, la B. si dedicò esclusivamente alla narrativa, e solo nel 1944 si cimentò con la sceneggiatura, basata su un suo soggetto, dell'horror The vampire's ghost di Lesley Selander. La sceneggiatura venne però riscritta e il film che ne risultò fu orribile, come disse l'autrice in seguito. Sempre nel 1944 la B. pubblicò il suo primo romanzo, No good from a corpse, un poliziesco scritto in uno stile hard-boiled così spinto che Hawks, ingannato anche dall'insolito nome dell'autrice, le chiese un incontro per una collaborazione convinto di trovarsi di fronte un uomo. Scoperta la verità, il regista non esitò a commissionarle comunque la sua prima importante sceneggiatura, The big sleep (1946; Il grande sonno), adattamento del romanzo omonimo di R. Chandler scritto in collaborazione con Jules Furthman e William Faulkner. Senza lasciarsi intimorire dalla presenza di Faulkner, o da quella di Chandler, entrambi suoi autori preferiti, la B. cercò di scrivere una sceneggiatura il più fedele possibile al romanzo, ma i vari rimaneggiamenti imposti da Hawks trasformarono la materia del libro in un film complesso e ironico, considerato uno dei vertici della carriera del regista.The big sleep fu la prima delle cinque regie di Hawks basate su sceneggiature della B., scritte sia in collaborazione sia da sola: Rio Bravo (1959; Un dollaro d'onore), scritto con Furthman, Hatari! (1962), El Dorado (1967), da un romanzo di H. Brown, e Rio Lobo (1970), sceneggiato con Burton Wohl, tutti interpretati da John Wayne. La disinvoltura con cui la B. passò dal poliziesco al western e al film d'avventura confermò agli occhi di Hawks la sua versatilità e la sua abilità nel delineare convincenti figure maschili. L'apporto della B. fu particolarmente prezioso nel definire il carattere del personaggio rude ma alla mano di John Wayne, il cui talento maturò nei quattro film di Hawks. Lontano dal regista, la B. scrisse assai poco per il cinema; nei quasi tre decenni che intercorsero tra la prima sceneggiatura e la collaborazione con Altman, firmò infatti solo il mediocre Crime doctor's man hunt (1946) di William Castle e Gold of the sev-en saints (1961; L'oro dei sette santi) di Gordon Douglas. Mentre dal suo romanzo The tiger among us fu tratto il film 13 West Street (1962) di Philip Leacock. La B. scrisse anche diverse sceneggiature per la televisione, tra l'altro per alcuni episodi della serie The Alfred Hitchcock hour (1962-63), ma per lo più si dedicò alla letteratura, pubblicando numerosi romanzi di successo fra cui The sword of Rhiannon (1953; trad. it. 1973), definito un classico del genere fantastico-avventuroso (Baxter 1999), e The long tomorrow (1955; trad. it. 1976).
Dopo Rio Lobo, ultimo film diretto da Hawks, sembrava che la B. avesse chiuso con Hollywood, quando fu chia-mata per adattare un altro romanzo di Chandler: era il 1973, e il progetto finì nelle mani di Robert Altman. La B., che aveva incontrato Chandler solo una volta, sapeva che, secondo i desideri dello scrittore, Marlowe avrebbe dovuto essere rappresentato come un uomo profondamente onesto ma anche come un perdente. Cercò quindi di rendere queste caratteristiche del personaggio nella sceneggiatura, andando così incontro anche alle richieste del regista e riuscendo al contempo a riattualizzare la figura di Marlowe. Il film che ne risultò, The long goodbye (Il lungo addio), è quasi 'anti-Chandler', un Chandler aggiornato alla Los Angeles degli anni Settanta, con scene di nudo, linguaggio osceno, una trama piuttosto libera, un uso insolito della cinepresa e un Marlowe hippy interpretato da Elliot Gould. Secondo alcuni critici si tratta di uno dei migliori film di Altman e, con le sceneggiature scritte per Hawks, consolidò definitivamente il posto della B. nella storia del cinema.
Fu poi George Lucas che, avendo letto i romanzi di fantascienza della sceneggiatrice, ma ignorando il lavoro realizzato per Hawks, pensò a lei per scrivere il secondo film della serie Star wars. L'allora sessantenne B. fu quindi incaricata di stendere il primo abbozzo della sceneggiatura, caratterizzato dal suo sottile umorismo e dalla sua innata predilezione per i mondi fantastici. D'altra parte, come osservato da A. Silver e da E. Ward (1984), i romanzi e i racconti pubblicati dalla B. già contenevano numerosi prototipi di Luke Skywalker, Han Solo e Leia Organa, i personaggi del film di Lucas. All'epoca però l'autrice era già ammalata, e nella stesura finale della sceneggiatura le subentrò Lawrence Kasdan. La B. morì nel 1978, prima dell'uscita del secondo Star wars dal titolo The empire strikes back (1980; L'impero colpisce ancora) diretto da Irvin Kershner.
J. McBride, Hawks on Hawks, Berkeley 1982, pp. 56, 137-38.
P. McGilligan, Robert Altman: jumping off the cliff, New York 1984, pp. 360-64.
Brackett, Leigh, in A. Silver, E. Ward, Dictionary of literary biography, Detroit 1984, 26° vol., ad vocem.
S. Swires, Leigh Brackett. Journeyman plumber, in Backstory 2. Interviews with screen-writers of the 1940s and 1950s, ed. P. McGilligan, Berkeley 1991, pp. 15-26.
J. Baxter, Mythmaker: the life and work of George Lucas, London 1999, pp. 254-55, 269-70.