CARANI, Lelio
Di questo letterato nato a Reggio Emilia probabilmente nel primo quarto del sec. XVI si hanno pochissime notizie. Quasi tutto quello che sappiamo di lui deriva dalle dediche premesse alle sue opere.
Fu un buon conoscitore delle lingue classiche, e particolarmente del greco, da cui tradusse autori minori come Eliano Tattico, Erodiano, Polieno, Eumazio (per lui Eustazio) Macrembolita. Di lui si conosce anche una versione di Sallustio. Tutte le traduzioni furono pubblicate a Firenze e Venezia tra il 1550 e il 1552, un periodo così ristretto da far pensare che almeno alcune delle versioni attendessero da tempo di essere stampate (nel caso della traduzione di Erodiano questo fatto è confermato dallo stesso C. nella dedica a Giovanni Naldini). Le dediche, anche nelle edizioni veneziane pubblicate per i tipi di Gabriele Giolito, risultano sempre scritte a Firenze, evidentemente città d'elezione del C., che dovette trovarvi, almeno per qualche tempo, stima e protezione. Le versioni di Sallustio, Eliano e del Macrembolita furono stampate infatti da Lorenzo Torrentino, il quale era in quel periodo nel pieno della sua prestigiosa attività di tipografo mediceo.
La politica di diffusione culturale di Cosimo I, tesa alla pubblicazione di testi inediti e di traduzioni dalle lingue classiche, favorì il riunirsi intorno all'officina dello stampatore fiammingo di un gruppo di dotti volgarizzatori, i cui nomi si ritrovano spesso nelle dediche del Carani. Il più noto è forse Lodovico Domenichi, che lo incoraggiò a dedicare la traduzione di Sallustio a Giovanni Bernardino Bonifacio marchese d'Oria, le cui tendenze eterodosse non dovevano essergli ignote la versione dei Macrembolita fu invece frutto dei caldi incoraggiamenti di Arnoldo Arlenio, il grecista revisore delle bozze del Torrentino. Si tratta del lavoro più significativo del C., che lo eseguì direttamente da un manoscritto che gli procurò notevoli difficoltà per la "mala scrittura" e la "quantità degli errori". La resa italiana dei testi tradotti dal C. è generalmente accurata, anche se talvolta risulta complicata da qualche sovrabbondanza. Non si può escludere, a parte il caso della traduzione dei Macrembolita, che il C. si sia anche parzialmente servito di precedenti versioni, ma non sembra comunque che egli si sia reso responsabile di plagio, un fatto piuttosto comune nell'ambiente letterario dell'epoca. Il C. pubblicò anche nel 1551 una raccolta di lettere indirizzate tra il 1523 e il 1528 a Vitello Vitelli, il grande capitano di ventura che nei primi decenni del secolo aveva combattuto al servizio di vari principi italiani. La silloge è il risultato di una scelta piuttosto limitata nel numero e nel tempo, operata nell'archivio di casa Vitelli con il consenso di Camillo, figlio di Vitello, con cui il C. era in buoni rapporti, tanto da dedicargli il volume miscellaneo di testi militari comprendente la traduzione di Eliano. Del C. si conservano anche alcuni brevi componimenti latini, nel più noto dei quali Enrico VIII è paragonato a Nerone.
L'ultima data sicura in nostro possesso sulla vita del C. è quella del 25 nov. 1551, giorno in cui risulta scritta la dedica a G. B. Sanmarino della versione dei frammenti degli ordinamenti militari dell'imperatore bizantino Leone VI pubblicata in appendice alla traduzione di Eliano. Da quel giorno in poi si perdono le tracce del C., cui potrebbe essere venuto a mancare l'appoggio che gli aveva consentito di pubblicare un rilevante numero di opere in meno di due anni. A titolo d'ipotesi si può ricordare in proposito che la traduzione di Polieno è dedicata (in data 12 sett. 1551) all'arcivescovo Antonio Altoviti, cui Cosimo I impedì per anni di prendere possesso della sede fiorentina.
Opere. Le brevi poesie latine si trovano riunite nel ms. 94 della Biblioteca Carducciana di Bologna (f. 10). Le prime edizioni delle opere a stampa sono, in ordine cronologico: L'Historia di C. Crispo Sallustio nuovamente per L. C. tradotta, Fiorenza 15.50; Gli amori d'Ismenio composti per Eustathio philosopho et di greco tradotti per L. C., ibid. 1550; Lettere di diversi illustrissimi signori,e repubbliche scritte all'illustrissimo signore il signor Vitello Vitelli, ibid. 1551; Herodiano delle vite imperiali tradotte di greco per m. L. C., Vinegia 1551; Gli Stratagemi di Polieno,di grandissimo utile ai capitani nelle diverse occasioni della guerra,tradotti fedelmente dalla lingua greca nella thoscana per m. L. Carrani, ibid. 1552; Eliano de' nomi et de gli ordini militari tradotto di greco per m. L. P. e I frammenti de' nomi militari di Leone imperadore,tradotti di greco per messer L. C., stampati insieme con Polibio del modo dell'accampare tradotto di greco per m. Philippo Strozzi; Calculo della castrametatione di messer Bartolomeo Cavalcanti; Comparazione tra l'armatura et l'ordinanza de' Romani et de' Macedoni scritta da Polibio nel XVIII libro della sua historia,e tradotta di greco in lingua volgare da m. Bartolomeo Cavalcanti; Scelta de gli apophtegmi di Plutarco tradotti per messer Philippo Strozzi, Fiorenza 1552.
Bibl.: P. Giovio, Gli elogi. Vite brevemente scritte d'huomini illustri di guerra, antichi et moderni…, Fiorenza 1554, p. 384; G. Guasco, Storia litteraria del principio, e progresso dell'Accad. di Belle Lettere in Reggio, Reggio (Emilia) 1711, pp. 102 s.; S. Maffei, Traduttori italiani..., Venezia 1720, pp. 48 s., 73, 75; J. M. Paitoni, Biblioteca degli autori greci,e latini volgarizzati, in A. Calogerà, Raccolta d'opuscoli scient. e filol., XXXIII, Venezia 1745, pp. 463 s., 468, 492; XXXIV, ibid. 1746, pp. 262, 375 s., 378; XXXV, ibid. 1746, pp. 375 s.; F. S. Quadrio, Della storia,e della ragione d'ogni poesia, IV, Milano 1749, p. 421; G. Fontanini, Bibl. dell'eloquenza italiana…, II, Venezia 1753, pp. 157, 289 n. 2, 406 n. 1; F. Argelati, Bibl. degli volgarizzatori..., Milano 1767, II, pp. 6, 21, 67, 304; III, pp. 281, 285, 325; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, I, Modena 1781, pp. 403 s.; VI, ibid. 1786, p. 54; M. Colombo, Catal. di alcune opere attinenti alle scienze,alle arti e ad altri bisogni dell'uomo, Milano 1812, p. 20.