LEMURI (lat. Lemŭres)
Con questo nome si designavano dagli antichi Romani le anime dei morti; veniva usato dunque come sinonimo di larvae. Ai Lemuri era dedicata la festa notturna delle Lemuria, celebrata nei giorni 9, 11 e 13 di maggio e che aveva lo scopo di placare le anime vaganti dei defunti e tenerle lontane dalla casa. La cerimonia più importante consisteva nel rito compiuto dal pater familias, il quale gittava dietro di sé, per nove volte, delle fave nere, pronunziando la formula: Manes exite paterni.
Gli antichi facevano derivare il nome Lemuria dalla forma originaria Remuria, nome che si sarebbe dato alle feste istituite da Romolo per placare i mani dell'ucciso Remo.
Bibl.: G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 235; G. Vaccai, Le feste di Roma antica, 2ª ed., Torino 1927, p. 116 segg.; G. Wissowa, in Roscher, Lexicon der griech. und röm. Mythologie, II, col. 1938 seg.; id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XII, ii, col. 1931 segg.; per l'etimologia, cfr. A. Walde, Latein. Etymolog. Wörterbuch, 2ª ed., p. 420.