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lena

di Antonio Lanci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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lena

Antonio Lanci

. Vale " respiro ", " fiato ": If I 22 quei che con lena affannata, / uscito fuor del pelago... / si volge a l'acqua perigliosa; XXIV 43 La lena m'era del polmon sì munta / quand'io fui sù, ch'i' non potea più oltre; Pg IV 116 quella angoscia / che m'avacciava [" accelerava "] un poco ancor la lena; Rime dubbie XV 3 Dio, per pietà, or deali [al cuore] alcuna lena, / che 'l tristo spirto si rinvegna alquanto.

Questo stesso significato è in genere attribuito dagl'interpreti anche in If XIII 122 poi che forse li fallia la lena, cioè " gli veniva meno il respiro "; il Chimenz, però, intende " le forze, piuttosto che il fiato ", in quanto al v. 120 è detto che Iacopo da Sant'Andrea (" Iste cuius deficiebat virtus in fuga ", dice il Bambaglioli) gridava: il che ci sembra una sottigliezza, poiché si può benissimo intendere che proprio il gridare, aggiunto alla corsa, fa venir meno il " respiro " al personaggio. Naturalmente, il significato di " forza ", " vigore " è sempre, più o meno, implicito nel termine, accanto a quello primario; esso ci sembra, poi, addirittura prevalente in If XXIV 59 Leva'mi allor, mostrandomi fornito / meglio di lena ch'i' non mi sentia, / e dissi: " Va, ch'i' son forte e ardito "; e così pure in Fiore V 7 insin ched i' avrò spirito o lena.

Significato analogico In Pg XXVIII 123 fiume ch'acquista e perde lena, cioè " impeto ", " forza ", e quindi " portata d'acqua ".

Vocabolario
léna
lena léna s. f. [der. dell’ant. alenare «anelare», da cui anche l’ant. alena; cfr. fr. haleine]. – 1. Respiro, fiato, spec. in quanto si accelera o si rallenta nella fatica, nella corsa e sim.: come quei che con l. affannata, Uscito fuor...
avacciare
avacciare v. tr. [der. di avaccio] (io avàccio, ecc.), ant. – Affrettare, sollecitare: quella angoscia Che m’avacciava un poco ancor la lena (Dante); rifl., affrettarsi: avacciandosi sopragiunse l’adirato marito (Boccaccio).
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