Barsacq, Léon
Scenografo cinematografico francese, nato a Feodosija (Russia, oggi Ucraina) il 18 ottobre 1906, da madre russa, e morto a Parigi il 23 dicembre 1969. Fratello maggiore dello scenografo teatrale e cinematografico André (1909-1973), fu uno dei più noti scenografi del cinema francese degli anni Trenta e Quaranta. Abilissimo nel ricreare atmosfere evocative e oniriche e nel mettere in risalto lo spazio come struttura teatrale in continua evoluzione, la sua tendenza fu quella di mantenersi in equilibrio tra realismo e artificio. Anche quando venne introdotto il colore riuscì a sfruttarne gli effetti estetici non alterando il suo stile, basato su un gioco di toni neutri. Vinse un Nastro d'argento nel 1950 per La beauté du diable (1949; La bellezza del diavolo) di René Clair e nel 1963 ottenne una nomination all'Oscar per The longest day (1962; Il giorno più lungo) di Ken Annakin e altri.
Terminati gli studi presso l'École des arts décoratifs di Parigi, dal 1931 iniziò a lavorare come assistente di importanti scenografi, tra cui Jean Perrier e André Andrejew. Nel 1937 Jean Renoir gli affidò le scenografie di La Marseillaise (La Marsigliese), film con il quale ottenne la notorietà. Il suo capolavoro, nonché un compendio di tutti gli elementi più tipici della sua ricerca sull'immagine, fu il film Les enfants du paradis (1945; Amanti perduti) di Marcel Carné, al quale collaborò insieme ad Alexandre Trauner e Raymond Gabutti. Il film fu girato durante gli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale, e nonostante la scarsità di mezzi è stato spesso paragonato a Gone with the wind per la ricchezza delle scene e dei costumi: infatti memorabili sono rimasti i movimentati esterni per i quali B. immaginò una 'strada teatro' di grande forza espressiva. Lavorò nuovamente con Carné nel 1965 per Trois chambres à Manhattan (Tre camere a Manhattan), ma con minor successo. Durante la sua carriera collaborò, in qualche caso come assistente scenografo, con registi di rilievo fra i quali Christian-Jaque, René Clément, Julien Duvivier, Carmine Gallone, Max Ophuls. Il rapporto con René Clair divenne un vero e proprio sodalizio artistico iniziato nel 1947 con il film Le silence est d'or (Il silenzio è d'oro), del quale risultano ricche di suggestione le ricostruzioni in interni di stampo teatrale dei boulevards. In seguito disegnò per il regista anche le scene di altri film come Les belles de nuit (1952; Le belle della notte), Les grandes manœuvres (1955; Grandi manovre), Porte des Lilas (1957; Il quartiere dei Lillà), e Tout l'or du monde (1961; Tutto l'oro del mondo). Nei primi anni Cinquanta B. aveva creato le scenografie di alcuni fra i primi film a colori realizzati in Francia: Violettes impériales (1952; Violette imperiali) di Richard Pottier e La dame aux camélias (1953; La signora delle camelie) di Raymond Bernard, con il quale già aveva collaborato. Nel 1955 curò le scene del film Les diaboliques (I diabolici) di Henri-Georges Clouzot, nel quale emerge una tendenza verso una poetica realista e un minimalismo molto lontani dalle prove dei film precedenti. Autore di numerosi saggi, scrisse Le décor de film, opera pubblicata postuma a Parigi nel 1970, ricca di informazioni sia storiche sia tecniche e di proposte estetiche in tema di scenografia.
M.L. Stephens, Barsacq, in Art directors in cinema, Jefferson (NC) 1998.