BLOY, Léon
Scrittore, nato a Périgueux l'11 luglio 1846, morto a Bourg-la-Reine il 3 novembre 1917. La sua vocazione fu determinata dalla lettura di uno dei più singolari libri di Barbey d'Aurevilly, Le prêtre marié, e il fatto è ben significativo, perché il B. appartiene, come Barbey d'Aurevilly di cui fu amico fedele, alla schiera di quei paradossali reazionari che con allegra ferocia muovono all'assalto del proprio secolo. Cattolico, predicò apocalitticamente la necessità della teocrazia e votò all'infamia i suoi correligionarî per i loro patteggiamenti col mondo moderno; nemico irriconciliabile della società borghese, contrappose l'assoluto al laicismo, la missione del povero all'utilitarismo, il mistero delle cieche forze suscitate da Dio (Napoleone) al razionalismo delle democrazie. Il B. accettò coraggiosamente le conseguenze pratiche della missione che si era assunto e passò la vita nella miseria, lieto, del resto, di mescolarsi al popolo, di cui aveva i gusti semplici e i vizî elementari. Il suo sentimento religioso, di una violenza incoercibile, aveva qualcosa di primordiale, si direbbe quasi di animalesco (non senza un'ingenua ostentazione di questo aspetto) che ancora oggi rende perplessi gli uomini di chiesa. Ma vi è nel suo stile un accento vibrante d'amore e di collera che avvince anche il lettore meno incline alle sue idee. La sua prosa, che passa dall'invettiva e dalla risata amara al singhiozzo strozzato e poi al canto che è già preghiera, esercita un fascino strano ed è spesso di una grandiosa bellezza.
Delle sue opere, tutte edite a Parigi, ricorderemo i romanzi Le Désespéré (1886) e La Femme pauvre (1897); gli otto volumi del Journal (1898-1920; l'ultimo volume, La Porte des Humbles, è postumo: il più noto è il primo, Le Mendiant ingrat); le Lettres à la Fiancée (del 1889: Bloy sposò nel 1890 Jeanne Molbech, figlia del poeta danese Christian Molbech: il volume fu pubblicato postumo nel 1922); Le Salut par les Juifs (1892: dove si profetizza l'avvento di un terzo regno, che succederà a quelli del Padre e del Figlio, eioè il regno dello Spirito Santo, alla cui instaurazione saranno strumento gli ebrei); Je m'accuse (1900: contro Zola); Exégèse des lieux communs (1902 e 1913); Celle qui pleure (1909: sulla Madonna della Salette); Le Sang du Pauvre (1909); L'Âme de Napoléon (1912).
Bibl.: P. Ginisty, L'Année littéraire, Parigi 1893; R. de Gourmont, Le II livre des Masques, Parigi 1898; D. Giuliotti, Antologia di cattolici francesi, Lanciano s. a.; A. Soffici, Visita a Léon Bloy, in La Tribuna, 22 gennaio 1921; A. Retté, Léon Bloy, Parigi 1923; D. Giuliotti e G. Papini, Dizionario dell'Omo selvatico, Firenze 1923; R. Martineau, Léon Bloy, souvenirs d'un ami, Parigi 1924; S. D'Amico, Le strade che portano a Roma, Firenze 1924.