BLUM, Léon
Uomo politico, nato il 9 aprile 1872 a Parigi. Studiò diritto, e fece carriera nella burocrazia statale, giungendo al posto di referendario nel Consiglio di stato; ma occupandosi fino da giovane di letteratura, alla quale anche in seguito continuò a dedicarsi, fu, per varî anni, critico letterario e teatrale in varie riviste e giornali, fra cui il Matin, e pubblicò lavori di critica letteraria. Nella vita politica entrò nel 1899, militando nelle file del partito socialista; ma solo nel 1909 accettò il seggio di deputato. Divenne in breve uno dei capi del gruppo parlamentare socialista; in seno al partito, assunse una posizione ben presto predominante, sì da esserne riconosciuto come il capo e da mantenere questa sua posizione sino ad oggi, nonostante violenti attacchi rivoltigli dal gruppo dei "nuovi socialisti" nel 1933. Fino dal 1924, il B. patrocinò il blocco delle sinistre; e dal giornale ch'egli fondò nel 1928, Le Populaire, e in seno al partito e alla camera continuò a favorire l'idea di un fronte comune dei partiti di sinistra. Fu così il promotore del "Fronte popolare", che riusciva vittorioso nelle elezioni del maggio 1936 e determinava la costituzione del ministero B. Le difficoltà, specialmente finanziarie, della situazione, da lui non risolte, lo costrinsero a dimettersi il 21 giugno 1937 (per la sua azione come capo del governo, v. francia: Storia, App.). Fece poi patte del secondo ministero Chautemps, come vicepresidente del Consiglio senza portafoglio, sino al 14 gennaio 1938; dopo le dimissioni del terzo gabinetto Chautemps, costituì un nuovo ministero (13 marzo 1938), in cui tenne per sé il Ministero del tesoro. Ma già l'8 aprile era costretto a dimettersi, di fronte all'opposizione del senato contro la sua richiesta di pieni poteri.
Tra i suoi scritti, ricordiamo: Nouvelles conversations de Goethe avec Eckermann (nuova ed., Parigi 1937); Stendhal et le Beylisme (ivi 1914); En lisant (1903); Au Théâtre (s. 4ª, Parigi 1905-11), e, assai discusso, Le Mariage (1907).