CLADEL, Léon
Scrittore francese, nato a Montauban il 13 marzo del 1835, e morto a Sèvres nel 1892. Si educò ai margini della scuola parnassiana, e da questa apprese la raffinatezza stilistica, sebbene non riuscisse mai a disciplinare l'esuberanza della sua espressione. Il primo libro, Les Martyrs ridicules (1862), con una prefazione di Baudelaire, descrive la vita dei letterati parigini; e su questi motivi psicologico-sociali continuò ad esercitare il suo spirito di osservatore e di colorista. Non a torto è stato definito l'artista del Quercy, di cui analizza i costumi popolari e rustici con accesa immaginazione, come in Mes Paysans, che comprende due parti: Le Bouscassier (1869), e la Fête votive de Sainti-Bartholomée Porte-glaive (1872); e poeta dei "miserabili", su cui ha dato il suo migliore libro: Les Va-nu-pieds (1873). Scrisse inoltre: Femmes de Champigny (1878); Bonshommes (1879); Urbains et Ruraux (1884); Gueux de marque (1887); Effigies d'inconnus (1887), ecc.
Bibl.: J. Cladel, La vie de L. Cl., Parigi 1905.