BERTAPAGLIA (Bertipaglia), Leonardo
Figlio di Bartolomeo Rufo, nacque a Padova alla fine del sec. XIV, come si può desumere, contro datazioni posteriori divenute tradizionali, dal fatto che il figlio G. Michele, che seguì la carriera paterna, fu lettore di chirurgia a Padova negli anni 1435 e 1436. Il B. verosimilmente insegnò a Padova sin dal primo decennio del '400, ma svolse la sua attività didattica e professionale anche a Venezia, conseguendo grande rinomanza e notevole agiatezza. Morì nel 1460.
Il B. mostrò di possedere buone cognizioni di patologia chirurgica: conobbe l'uso di vari medicamenti e dei caustici; provvide alla chiusura delle vene sanguinanti mediante la pressione digitale, la legatura con fili, l'uso degli astringenti e del cauterio; curò radicalmente i casi di ferite con ossa scoperte, delle quali conosceva il fatale esito in necrosi ossea. Dopo il nuovo indirizzo dato alla chirurgia da Guy de Chauliac circa un secolo prima, egli fu dunque uno dei primi chirurghi italiani che cominciarono a porre l'arte su nuove sicure basi anatomiche e dottrinali. Fu tuttavia ancora troppo legato ai principi astrologici, seguace specialmente della maniera e del metodo dell'astrologo 'Ali.
Il B. fu inoltre autore di un'opera di chirurgia sul libro quarto del canone di Avicenna.
Di quest'opera esistono molte copie manoscritte: 1) Bibl. Mediceo-Laurenziana, copia del 1471: cod. Biscioniani 13, ff. 1-68 v, (Thorndike, Science…, p. 59, n. 3); 2) British Museum, Sloane Collection 3863, ff. 1-110 v. Il manoscritto, che è del 1421, è probabilmente una copia, anche se risulta "compilatum per magistrum Leonardum de Bertapalia excellentissimum professorem…" (ibid. p. 59, n. 4); 3) Bibl. Apost. Vaticana, Reg. Suev.1969, f. 4, col. 1(ibid., p.59, n. 5); 4) Bibl. Naz. Marciana, S. Marco XIV, 28, sec. XV, ff. 11-115; il contrassegno dello scaffale è L VII. LI, mentre nel manoscritto stesso si trova la segnatura: Classis 7, n. 28 (ibid., p. 59, n. 6); 5) Bibl. Riccardiana, ms. 858 (L III v); il Lami (Catalogus,p. 263) così lo indica: "Tractatus Medicus et Astronomicus, L III, Cod. chart. in fol. n. IX". Si tratta di uno dei tanti manoscritti dell'opera di chirurgia del B., che si chiude appunto con alcuni capitoli dedicati a principi astrologici applicati alla medicina (Thorndike, More manuscripts, p.124; Id., Science…, p. 61, nn. 8, 10); 6) Bibl. Laurenziana, Ashburnham 217. Nel manoscritto si trovano solo alcune parti dell'opera (Min. Pubbl. Istr., Indici, pp. 231-234; Thorndike, More manuscripts, p.125).
Non si hanno più tracce di un manoscritto che il Lami (Catalogus, p. 72) indica nel modo seguente: "Trattato Chirurgico, n. IV, Cod. chart. in 4°, n. XV (Thorndike, More manuscripts, p.125 n. 1). è molto probabile che i manoscritti dei quali auspica l'edizione lo Scardeoni (De antiquitate,p. 209) siano quelli di cui si è parlato.
Il titolo dei manoscritti informa che l'opera fu composta sul filo delle lezioni tenute a Padova dal B. stesso: Sloane 3863, f. 1: "Incipit Cyrurgia magistri Leonardi de Bertapalia 1421… Hec sunt recepte date per mag. L. de Bertapalia a. D. 1421 suis sociis… in studio Paduano…"; Reg. Suev.1969, f. 4, col. 1: "…hec sunt recepte date per mag. L. de Bertapalia a. D. MCCCCXXI suis sociis… in studio Paduano…" (Thorndike, Science, p. 59 nn. 4, 5, p. 60).
Ediz.: 1) Chirurgia sive recollecta super quartum canonis Avicennae, Venetiis 1490, 1497. Il titolo Chirurgia seu recollecta super quartam Fen Avicennae, de apostematibus, morbis cutaneis, gangrena, carbunculo, pestilentia, cancro, de vulnere duri nervi, fistula ventositate, spinae, che di quest'opera danno lo Haller (Bibl. Chirurgica, p.164), il Dict. encyclopedique des sciences médicales (p.180) e lo Hirsch (Bibliographisches Lexikon, p. 500, potrebbe essere stato interpolato con i titoli delle rubriche e dei "trattati" nei quali si articola l'opera (il Thorndike, Science, pp. 269-274, trascrive un indice di queste rubriche e dei trattati di cui esse si compongono da Sloane 3863, ff. 109-110 v).
2) Recollectae habite super quarto Avicennae ab egregio et singulari doctore mag. L. Bertapalia, Venetiis 1498, 1499, 1519, 1546; in queste edizioni il trattato del B. è pubblicato insieme con opere di altri autori.
Dell'opera intitolata: De aquis conficiendis ad pellendas aegritudines maxime idoneis, che è menzionata per la prima volta dallo Scardeoni, non si hanno notizie.
Fonti e Bibl.: B. Scardeonii De antiquitate Urbis Patavii et claris civibus Patavinis libri tres, Basileae 1560, p. 209; G. Lamii Catalogus codicum manuscriptorum qui in Bibliotheca Riccardiana Florentiae adservantur, Liburni, 1756, pp. 72, 263; A. Gloria, Mon. della Univ. di Padova (1318-1405), Padova 1888, I, p. 444; II, p. 373; Ministero della Pubblica Istruzione, Indici e Cataloghi, VIII, I cod. Ashburnhamiani della R. Bibliotheca Mediceo-Laurenziana di Firenze, I, 3, Roma 1891, pp. 231-234; G. Zonta-G. Brotto, Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab a. MCCCCVI ad a. MCCCCL, Patavii 1922, pp. 66, 462; L. Thorndike, Science and thought in the fifteenth century, New York 1929, p. 59 nn. 3, 4, 5, 6, pp. 60, 61 nn. 8, 10, pp. 62, 72 n. 25, pp. 79, 269-274; Id., Another manuscript of Leonard of Bertipaglia and John de Tracia, in Bulletin of the Institute of the History of Medicine, IV (1936), pp. 257-260; Id., A Catalogue of incipits of mediaeval scientific writings in latin, Cambridge Mass. 1937, pp. 38, 92, 268, 288, 342, 378, 432, 733; Id., More manuscripts of Leonard of Bertipaglia and John de Tracia, in Bulletin of the History of Medicine, XXVII(1953), pp. 124-127; Dict. encyclop. des sciences médicales, IX, 1, pp. 180 s.; Encicl. Ital., VI, p. 784; A. Hirsch, Biographisches Lexicon der herrvorragenden Aertze…, I, Berlin-Wien 1929, p. 500.