BOLDRINI, Leonardo
Figlio di Giovanni, nacque a Murano; fu attivo come pittore a Venezia dove è documentato dal 1452.
Il Paoletti e il Ludwig hanno raccolto i documenti che ne attestano l'attività fino al 1493 e stabiliscono la data di morte tra il marzo 1497 e il marzo 1498 (p. 447).
Allo stato attuale degli studi, opere giovanili possono essere considerati (Longhi) i frammenti con S. Sebastiano (firmato, Firenze, coll. privata) derivato dal santo nel polittico del Bellini di S. Zanipolo, i frammenti con il Presepio (Venezia, Civico Museo Correr), databile intorno al 1475 per gli stretti rapporti con il Bastiani, e la Presentazione al tempio, nello stesso museo, più vivarinesca, tra Antonio tardo e Bartolomeo. Sempre da porsi verso il 1475 sono il S.Giovanni Battista già nella coll. Kaufmann e il S.Liberale (Digione, Museo; attr. da Zeri), frammenti di uno stesso polittico nei quali è sensibile l'influsso di Marco Zoppo.
Databile intorno al 1480 è il polittico della chiesa parrocchiale di Maria Assunta a Sangallo, frazione di San Giovanni Bianco (Bergamo) con l'Annunciazione, i SS. Pietro e Sebastiano, l'Incoronazionedi Maria e i SS.Gallo e Giovanni Evangelista (quest'ultimo firmato): deriva (Longhi, p. 186) dalla fusione di due diversi trittici che rammentano forme artistiche del contemporaneo pittore atesino M. Pacher. Opera della tarda maturità è il trittico del Museo Civ. Correr di Venezia con Maria Vergine e il Bimbo tra i ss. Gerolamoe Agostino, dal Longhi datato posteriormente al 1488 (p. 188). In esso, pur rimanendo ancora sensibile l'ascendente tardogotico, viene decisamente abbandonata l'impenetrabilità del fondo d'oro, sostituito da paesaggi dalle evidenti reminiscenze belliniane o di Alvise Vivarini. Il Paoletti e il Ludwig (pp. 270 s.) hanno voluto identificare il B. con il "maestro Lunardo depentor" che negli anni 1490-93 riceve pagamenti per indorature e pitture alle sculture lignee dell'intagliatore tedesco Lardo (Leonardo); F. Sansovino attribuiva al B. pitture, ora non reperibili, nelle chiese di S. Basso e di S. Antonino a Venezia.
In definitiva il nostro pittore sembra assumere fisionomia ed una certa autonomia espressiva nell'ambito degli influssi derivatigli dalla corrente padovana - contemporanea e di poco posteriore a quella che costituì parte della formazione del Mantegna - e dell'interpretazione veneziana di questa corrente, in chiave pittoricamente meno cruda, dai Muranesi a Giovanni Bellini: il che permette di assegnargli (Zeri) anche i pannelli con S. Ludovico e S. Nicola, un tempo conservati a Berlino, in collezione privata.
Bibl.: P. Paoletti-G. Ludwig, Neue archivalische Beiträge zurGeschichte der VenezianischenMalerei, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXII (1899), pp. 270 s., 444-447; F. Sansovino, Venetia città nobilissima..., Venetia 1581, pp. 10r, 49v; L. Testi, Storia della pittura veneziana, Bergamo 1915, II, pp. 85, 316, 319, 512-17, 554, 723; Inventario degli oggetti d'arted'Italia, A. Pinetti, Prov. di Bergamo, Roma 1931, p. 394; R. van Marle, The Italian Schools of painting, XVIII, The Hague 1936, pp. 520-22; R. Longhi, Per L. B., in Arte veneta, I (1947), pp. 186-188, 293; F. Zeri, Per il catalogo di L. B., in Paragone, II (1951), n. 13, pp. 54 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, pp. 141 s.