COZZANDO, Leonardo
Nacque nel 1620 da Donato, avvocato, a Rovato (Brescia).
A dodici anni entrò nell'Ordine dei servi di Maria e, compiuti studi filosofici, tenne letture di filosofia nei conventi dell'Ordine di Verona e di Vicenza e quindi in quello di S. Alessandro di Brescia, dove aveva il titolo di reggente di studio e dove rimase sette anni. Oltre al fatto che negli anni Settanta era priore del convento dell'Annunziata di Rovato, non è noto quale fu la sua attività fino al 1690 quando fu fatto provinciale e come tale si recò a Roma per il capitolo generale. Deluso nella sua speranza di divenire generale dell'Ordine ritornò successivamente al convento del suo paese natale. Ivi morì il 7 febbr. 1702.
La sua biografia è, come è evidente, totalmente priva di interesse ed il motivo per cui il suo nome e ricordato è costituito dal notevole numero di opere da lui scritte, una buona parte delle quali ebbe l'onore delle stampe. Egli stesso infatti nelle due edizioni della sua Libraria Bresciana, dice di essersi dedicato, superate "un'empia persecutione della fortuna" e "un'essecranda malignità" degli emuli, alla letteratura, essendo a questa molto inclinato, "per fuga dell'otio e per sollievo dell'animo".
Il suo primo lavoro dato alle stampe fu una raccolta di discorsi tenuti all'Accademia degli Erranti di Brescia, con il titolo di Corsidi penna (Brescia 1645), dedicati al conte Camillo Caprioli, principe della suddetta accademia, che in seguito a questa pubblicazione lo fece accogliere fra gli accademici. Il C., che della prima opera preparava anche una seconda edizione che non fu pubblicata, si dedicava intanto anche alla produzione poetica e tre anni dopo a Brescia pubblicava Le primizie poetiche, dedicate al conte Francesco Martinengo Villagana. Nel 1658 (Brescia) dava alle stampe uno scherzo poetico in ottava rima dal titolo La notte del santissimoNatale, dedicato a Francesco e Federico Buratti. Dieci o undici anni dopo era la volta di una sua Lettera a Ludovico Casale, medico bergamasco, edita a Brescia. Quindi l'attività del C. si fece più intensa, volgendosi più precisamente ad argomenti agiografici, antiquari ed eruditi, riferiti a questioni ed a personaggi di carattere locale o pertinenti al suo Ordine. Pubblicava a Brescia nel 1673 il Ristretto de prelati e altri soggetti illustridella Religione de' Servi, dedicato a Francesco Emo. Nel 1680, a Brescia, uscì la Vita delvenerabile P. M. Paolo Bigone da Chiari servita, dedicato a Giovanni Paolo dei conti di Caleppio. Anche di argomento agiografico è La Fenice degl'indegni de' suoi tempi, Ottavio Pantagato, abate servita bergamasco, Brescia 1682, dedicato a Ippolito Fenaroli. Dedicati al medesimo personaggio uscirono a Colonia nel 1684 i De magisterio antiquorumphilosophorum libri VI, in cui il C. ritornava ai suoi antichi interessi filosofici, ma nei riguardi dei quali egli annotava, nella sua Libraria Bresciana: "opera uscita piena d'errori e mancante anco di qualche parola, bisognosa in tutto e per tutto della ristampa sotto l'assistenza del suo autore". Del 1693, edito a Vienna, è Il sacro tempio servitanoossia Vite di santi e beati dell'uno e dell'altrosesso della Religione de' Servi, con il quale il C. riprendeva uno dei suoi argomenti preferiti. Ambedue edite a Brescia nel 1694 sotto il Vago e curioso ristretto profano esagro dell'istoria bresciana e Vita di GiovanniFrancesco Quinzano Stoa.
L'opera più importante data alle stampe dal C. fu però senza dubbio la sua Libraria Bresciana, edita nel 1694 a Brescia, divisa in due parti, di cui la prima era già stata pubblicata sempre a Brescia nel 1685, dedicata al servita Celso Viccioni. È un'opera bibliografica, in cui sono elencati tutti gli scrittori bresciani, con una particolare cura per quelli del secolo in cui l'autore scriveva. L'introduzione, in una prosa contorta e farcita di citazioni, è preceduta da due sonetti di Ludovico Taglietti e di Bartolomeo Dotti; la bibliografia comprende anche, alle pp. 155-158 della seconda edizione, sottoposta a revisione rispetto alla prima, la voce dell'autore. Oltre alle opere a stampa sono ivi elencate anche opere del C. che rimasero manoscritte (ora per la maggior parte deperdite), fra cui La galeria servitana, in tre parti, che comprendeva nella prima i religiosi chiari per la loro santa vita, nella seconda i prelati notabili per prelature e nella terza quelli illustri come scrittori; una Vita di s. Alessandro, protomartire della Chiesa bresciana era in due libri; in sei invece Brescia col suo territorio descritta e illustrata. V'erano inoltre opere di argomento filosofico, fra le quali più di una riguardante Epicuro ed altre sul pensiero di Platone e di Aristotile, o classico, e precisamente Annotationes et castigationes sulla Historia naturalis di Plinio il Vecchio, ma anche di storia ecclesiastica, come i Deepiscopis Brixiae libri III, e ancora di storia del suo Ordine, come la Cronichetta del convento della SS. Annunziata di Rovato, iniziata con ogni probabilità alla fine degli anni Sessanta e rimasta incompiuta, e come il Teatro historico dell'origine e uomini illustri di S. Alessandro di Brescia. Infine Il Prelato regolare: considerazioni morali e politiche sopra la vita di un gran servo di Dio, Matteo da Città della Pieve: inviato a Milano chill'autore per la stampa fu smarrito.
L'opera che il C. aveva intitolato De viris doctrina praestantibus qui alienis fontibus hortulos suos irrigarunt syntagma fu pubblicata a Venezia nel 1740 in Miscellanea di varie operette (II, pp. 137-328) con il più conciso titolo di De plagiariis liber singularis; dedicata dal C. a Fortunato Vinaccesio, è un nutrito dizionario di autori a cui furono attribuite opere non loro.
Fonti e Bibl.: V. Peroni, Biblioteca bresciana, I, Brescia 1818, pp. 298-301; D. M. Montagna, La "cronichetta" di fra' L. C. per la Sant.ma Annunziata di Rovato, in Studi stor. dell'Ordine dei Servi di Maria, X (1960), pp. 207-26; E. Caccia, La cultura nei secc. XVII e XVIII, in Storia di Brescia, III, Brescia 1964, p. 220.