ROSSI (de Rubeis), Leonardo da Giffoni
ROSSI (de Rubeis), Leonardo da Giffoni. – Nacque a Giffoni Valle Piana, presso Salerno (Bullarium franciscanum, a cura di C. Eubel, 1898-1904, V, p. 593 nota 179; Bartolomeo da Pisa, De conformitate, 1906, p. 529), attorno al 1335-40.
Non si conosce la data del suo ingresso nell’ordine dei minori; a Cambridge fu maestro in teologia (Bullarium franciscanum, cit., VI, n. 1269; Annales Minorum, a cura di L. Wadding, 1932, pp. 734 s. anno 1373), distinguendosi per capacità e reputazione (cfr. Schmitt, 1957-1958, 1989, p. 2). Partecipò come ministro provinciale di Terra di Lavoro (incarico attestato da Bullarium franciscanum, cit., VI, n. 1173, marzo 1372) al capitolo generale di Tolosa, che lo promosse ministro generale il 5 giugno 1373 (come auspicato e richiesto da Gregorio XI, cfr. ibid., n. 1266). Per cinque anni (1373-78) governò l’Ordine «laudabiliter» (F.M. Delorme, Generalium ministrorum..., 1909, p. 436).
Rilanciò gli studi teologici interni all’Ordine, per garantire maggior zelo missionario dei provinciali e miglior preparazione teologica dei maestri (Bullarium franciscanum, cit., VI, nn. 1363, 1364, 1431, 1435, 1484, 1493; C. Cenci, Supplementum ad Bullarium..., 2002, p. 76 n. 15); favorì la nascente Osservanza, promovendo il rispetto di alcune prescrizioni della Regola (sua lettera dell’8 luglio 1374 a Paoluccio Trinci; p. 534 nota 1; cfr. anche Schmitt 1957-1958, 1989, p. 8 nota 56 per una del provinciale Pietro da Sora); si impegnò nella repressione antiereticale (sia in Italia, Bullarium franciscanum, cit., VI, pp. 526 s. nota 1 e nn. 1247, 1391, sia in terra di missione, n. 1339, e in particolare in Corsica e Sardegna, n. 1483).
Gravosa fu anche l’ordinaria attività del governo delle province: già nel luglio del 1373 si trovò a gestire una lunga controversia tra i minori della provincia d’Assisi (ibid., nn. 1275, 1347, 1348, 1481), acuita dall’appoggio offerto da Rossi all’Osservanza (sull’aiuto prestatogli da fra’ Nicola Ferragatti cfr. M. Sensi, Ferragatti, Nicola, in Dizionario biografico degli Italiani, XLVI, Roma 1996, p. 413; successivamente ebbe a che fare con un’altra scomoda ribellione, verificatasi in Toscana (Bullarium franciscanum, cit., VI, nn. 1276, 1482, 1369 e p. 588 nota 1). Nel 1378, per ordine papale, visitò e corresse le clarisse di S. Croce a Napoli (C. Cenci, Supplementum ad Bullarium..., cit., p. 75 nota 12).
Il 18 settembre 1378 Rossi rifiutò il cardinalato offertogli da papa Urbano VI (p. 76 nota 27); pochi giorni dopo riconobbe Clemente VII (Roberto di Ginevra; p. 75 nota 17), il quale in dicembre lo creò cardinale col titolo di S. Sisto (Meersseman, 1956, p. 222; C. Eubel, Hierarchia Catholica, 1913, p. 27), affidandogli momentaneamente anche la guida dei minori della parte clementista (e in commenda, nel 1379 e 1381, i monasteri benedettini di S. Maria de Capellis e di Montevergine; cfr. Bullarium franciscanum, cit., VII, n. 572 e p. 214 nota 1).
Al neocardinale urbaniano Tommaso da Frignano, già ministro generale, si rivolse Urbano VI il 27 luglio 1379 perché procedesse contro i minori clementisti (C. Cenci, Supplementum ad Bullarium, cit., pp. 76 nota 27, 81 n. 27).
Rossi, che già nel 1374 era considerato ‘consigliere’ dalla regina Giovanna I di Napoli (C. Cenci, I Gonzaga e i Frati Minori dal 1365 al 1430, in Archivum franciscanum historicum, LVIII (1965), pp. 32-34, in partic. p. 33 nota 1), fu accusato dagli urbaniani di averla indotta a schierarsi per Clemente VII mediante gravi falsificazioni (cfr. Fodale, 2002, p. 462; Seidlmayer, 1940, p. 281). Con la deposizione di Giovanna I da parte di Urbano VI e la conquista di Napoli da parte di Carlo III di Durazzo, nel settembre 1381 Rossi fu costretto (con altri ecclesiastici, tra cui il cardinale Giacomo d’Itri) dal cardinale Gentile de Sangro a una solenne cerimonia d’abiura in S. Chiara; fu, quindi, imprigionato e condotto lontano da Napoli all’inizio del 1382 (Cronicon Siculum, a cura di G. De Blasiis, 1887, pp. 40, 44, 124; cfr. Fodale, 2002, pp. 459 s.).
Dopo una prigionia di circa cinque anni (era già libero nel giugno del 1386; cfr. Bullarium franciscanum, cit., VI, n. 747, con l’assegnazione di un incarico), Rossi rientrò in Curia avignonese nel maggio 1387 (C. Eubel, Hierarchia Catholica, cit., p. 27 nota 7) e – indennizzato delle gravi perdite finanziarie sia da Luigi I d’Angiò sia da Clemente VII (Bullarium franciscanum, cit., VI, pp. 269 nota 6, 288) – riprese l’attività diplomatica (ibid., nn. 767, 804, 839, 860). Tra il 1387 e il 1389 fu, inoltre, coinvolto nella soluzione della controversia teologica sollevata dal domenicano Giovanni da Monzon all’Università di Parigi (Schmitt, 1957-1958, 1989, pp. 19 s.; E. Baluze - G. Mollat, Vitae paparum Avenionensium, 1914-1922, IV, doc. 229, pp. 308-318).
Nel 1394 Rossi era ad Avignone per l’orazione funebre di Clemente VII e per il conclave che elesse Benedetto XIII (C. Eubel, Hierarchia Catholica, cit., p. 29 nota 4; cfr. E. Baluze - G. Mollat, Vitae paparum Avenionensiun, cit., I, pp. 540-542), dal quale ottenne benefici ecclesiastici (Schmitt, 1957-1958, 1989, p. 71 nota 19).
In questi anni, Rossi mise – come altri ecclesiastici eminenti – la propria formazione teologico-ecclesiologica al servizio di ipotesi di soluzione dello scisma. Nel 1395 redasse uno scritto dal titolo Utrum via renuntiationis (Grenoble, Bibliothèque municipale, ms. 988, cc. 136r-151v) –, trattato che, per quanto disorganico sul piano dell’organizzazione della materia, fornì a Benedetto XIII ogni argomentazione per rifiutare la via di cessione (proposta dall’Università di Parigi interpellata dal re di Francia Carlo VI). In seguito si riavvicinò alle nuove posizioni maggioritarie del collegio cardinalizio, invitato dal consiglio del re a esprimersi (E. Martène - U. Durand, Veterum Scriptorum..., 1733, p. 468 n. 7) al fine di raggiungere una pronta risoluzione dello scisma; nell’ottobre del 1395 indirizzò, infatti, due lettere (pp. 540-545) a Carlo VI (dal quale, secondo la tradizione, dovette ricevere la Spina santa ancora venerata a Giffoni) e – successivamente alla sottrazione d’obbedienza al papa avignonese da parte dei cardinali, del luglio 1398 – attese alla composizione dell’Ex septuplici modo videtur (testo in Schmitt, 1957-1958, 1989, pp. 86-114).
Il testo contiene una serrata argomentazione, dall’importante apporto storico e giuridico, contro lo stesso Benedetto, tacciato ora di scisma ed eresia (benché il papa avignonese avesse cercato di recuperare l’appoggio di Rossi con l’assegnazione di un ufficio già nel novembre del 1396; cfr. Bullarium franciscanum, cit., VII, pp. 269 s. nota 6). Tra fine 1398 e inizi 1399, Rossi scrisse, infine, il Pro fundatione septem rationum (ed. parziale in Schmitt, 1957-1958, 1989, pp. 154-169), rimaneggiamento del precedente testo, pensato per controbattere le posizioni dei tre lunghi trattati approntati dai fautori di Benedetto XIII, i quali non mancarono di replicare allo stesso Pro fundatione (ibid., pp. 115 ss., 173 ss. per i trattati in questione). L’Ex septuplici e il Pro fundatione sono conservati in più copie in Archivio Vaticano, mss. De Schismate Urbani VI, Armadio 54).
Nella Bibliothèque municipale di Valenciennes (ms. 22 cc. 119-161), invece, si conservano gli estratti di un’opera sulla penitenza, attribuibile a Leonardo, il quale risulta autore anche di una Expositio in Canticum Canticorum (Firenze, Biblioteca Laurenziana, ms. Santa Croce, Pluteus VIII, dext. I. I 224; cfr. Riedlinger, 1958, pp. 347-354); infine conserviamo in sei volumi inediti (Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Barberini lat. 754-759) i Sermones (per un riferimento anche ad altre opere attribuibili a Leonardo cfr. Da Roccagloriosa, 1973, pp. 282 s.).
A seguito di complesse vicende, Rossi tornò negli anni successivi all’obbedienza al papa avignonese, come è attestato già nel 1403 (Bullarium franciscanum, cit., VII, nn. 967, 987, relativamente al 1404-1405). Morì pertanto ad Avignone (in C. Cenci, Supplementum ad Bullarium, cit., n. 467 nota 130 la notizia di una sua residenza), con ogni probabilità dopo il marzo del 1407 (p. 199 nota 1), data nella quale figura come invitato alla conferenza di Marsiglia preparatoria dell’incontro tra Gregorio XII e Benedetto XIII (Bartolomeo da Pisa, De conformitate, cit., p. 574 nota 2).
Fonti e Bibl.: E. Martène - U. Durand, Veterum Scriptorum ..., VII, Parigi 1733; Cronicon Siculum, a cura di G. De Blasiis, Napoli 1887; Bullarium Franciscanum, a cura di C. Eubel, V-VII, Roma 1898-1904; Bartolomeo da Pisa, De conformitate, in Analecta franciscana, IV (1906); F.M. Delorme, Generalium ministrorum Ord. fr. Minorum catalogi duo inediti, in Archivum franciscanum historicum, II (1909), pp. 431-440; C. Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, I, Monasterii 1913; E. Baluze - G. Mollat, Vitae paparum Avenionensium, I-IV, Parigi 1914-1922; Annales Minorum, a cura di L. Wadding, VIII, Ad Claras Aquas 1932; C. Cenci, Supplementum ad Bullarium franciscanum, I, Grottaferrata 2002.
M. Seidlmayer, Die Anfänge des grossen abendländischen Schismas, Münster 1940, passim; F. Cioffi, Padre Leonardo de’ Rossi da Giffone ..., in Rassegna storica salernitana, I (1944), 2, pp. 41-45; G.G. Meersseman, Études sur l’ordre des frères Prècheurs au début du Grand Schisme, in Archivum fratrum Praedicatorum, XXVI (1956), pp. 192-248; C. Schmitt, La position du cardinal Léonard de Giffoni dans le conflit du Grand Schisme d’Occident, in Archivum franciscanum historicum, L (1957), pp. 273-331, LI (1958), pp. 25-72, 410-472 (citato in trad., Giffoni Valle Piana 1989); H. Riedlinger, Die Makellosigkeit der Kirche..., Münster 1958, pp. 347-354; A. Da Roccagloriosa, Il cardinale Leonardo de’ Rossi (1335-1407) da Giffoni Valle Piana: ricerche storiche, Giffoni Valle Piana 1964; G. Mascia, Landolfo Caracciolo (Rossi) da Napoli (†1351) e Leonardo De’ Rossi da Giffoni (†1407) ..., in Cenacolo serafico, XVIII (1966), pp. 81-91; M. Dykmans, Les palais cardinalices d’Avignon, in Mélanges de l’École française de Rome. Moyen Âge, LXXXIII (1971), pp. 389-438: (in part. pp. 389, 402, 406 s.); A. Da Roccagloriosa, Il cardinale Leonardo de’ Rossi, in Rivista di letteratura e di storia ecclesiastica, V (1973), 4, pp. 281-302; Dictionnaire de spiritualité, IX (1976), coll. 644-646; A. Romaniello, Leonardo De Rossi (1335-1407) figlio autentico di s. Francesco, in L’Italia francescana, LVII (1982), pp. 701-720; D. Nimmo, Reform and division in the Medieval Francescan Order, Roma 1987 (in partic. pp. 409-414); F. Accrocca, Il cardinale Leonardo da Giffoni o.f.m. sulla rinuncia di Celestino V, in Studi francescani, LXXXVII (1990), pp. 31-46; S. Fodale, La forza e gli argomenti della propaganda durante lo Scisma d’Occidente, in La propaganda politica nel basso Medioevo, Spoleto 2002, pp. 455-469.