Leonardo da Vinci
Si deve particolarmente a I. Krauss l'attribuzione a L. di un disegno a carbone, tuttora conservato al Gabinetto delle stampe di Berlino (B. Berenson n. 2381), e ritenuto dall'autore un ritratto caricaturale di Dante.
Basterebbe, forse, richiamare alla mente ciò che s'intende per caricatura - ritratto che accentua in modo satirico e ridicolo i caratteri fisionomici di un volto, qualcosa cioè che non può prescindere da una presa diretta di contatto con la realtà - oppure ciò che gli studiosi più attenti hanno detto nel 1899 delle " cosidette caricature " di L., a partire dal Muntz che le considera " fragments... d'un traité de physionomie ", aggiungendo che l'artista " avait l'intelligence trop haute pour s'arrêter à des rapprochements frivoles, uniquement destinés à provoquer le rire ", per escludere che si possa trattare di un ritratto caricaturale. Per escludere poi l'attribuzione a L. di questo disegno è sufficiente prenderne visione. Il segno meno secco e scattante, se pur vigoroso, un diverso modo d'intendere, e di rendere, il plasticismo, una maggior pastosità nei tratti del volto anche nella sua scarnezza, fanno piuttosto accettare il punto di vista di altri studiosi, dal Berenson al Möhle, i quali vi vedono la mano di Luca Signorelli in quello che, forse, potrebbe essere uno studio per il D. nella cappella Brizio del duomo di Orvieto. Malgrado la diversa impostazione non si può, infatti, negare che vi sia tra le due figure una certa, sia pur vaga, rassomiglianza.
Bibl.- I. Krauss, Das Dantebild von begining des Quattrocento bis Raphaël, in " Monatsberichte über Kunstwissenschaft und Kunsthandel " II (1902) 321; B. Berenson, Les dessins de Signorelli, in " Gazette des Beaux Arts " s. 6, IV (1932) 173 ss.; E. Gombrich, Leonardo's grotesque heads. Prolegomena to their studies, in L., saggi e ricerche, Roma 1954; B. Berenson, The drawings of Florentine painters, Londra 1938, II, catalogo p. 329 (ediz. ital. Torino 1961, II 556); H. Möhle, Das berliner Kupferstichkabinet, Berlino 1963.