FEA, Leonardo
Nato a Roma il 10 maggio 1884 da Pietro e dalla nobile Amalia Borella, dopo gli studi nel liceo classico "Visconti" si laureò nel 1907 in ingegneria civile. Nominato per concorso lo stesso anno ufficiale del genio navale nel luglio 1909 si laureava in ingegneria navale e meccanica presso la Scuola navale superiore di Genova. Nello stesso anno e fino al 1912 fu assegnato presso l'arsenale militare di La Spezia alla vasca di esperienze di architettura navale ed al laboratorio sperimentale della marina militare.
In, questo periodo fu incaricato dello studio delle carene della corazzata "Cavour" (1910-1915: 23.088 t; 31.000 cv; 21,5 nodi; m 168,96 per 28; 13 cannoni 305/18 da 120/50, 13 da 76/50, 6 da 76/40, 3 tubi lanciasiluri da 450); della corazzata "Duilio" (1873-1909: 11.138 t; 7710 cv; 15 nodi; m 103, 5 per 19,7; 4 cannoni da 450/20, 3 da 120, 2 da 75, 8 da 57, 22 da 37; 3 tubi lanciasiluri) e delle grandi motonavi tipo "Dante" (1914: 4.901 t; 2.100 cv; 10 nodi; m 118 per 15).
Tra altri studi di questo periodo si ricordano quelli sul comportamento dei sommergibili in immersione (Nota sulla resistenza al moto dei sommergibili in immersione, Genova 1911). L'argomento della propulsione dei sommergibili impegnò poi il F. per molti anni: cfr. La propulsione elettrica, tratta da una conferenza tenuta nella V sessione, tema XVIII, presso la Scuola navale di guerra il 30 luglio 1914 (in Rivista marittima, XLIX [1916], 3, pp. 3-12) e le note La propulsione dei sommergibili (in La Marina italiana, IV [1927], 2, pp. 1-7).
Al 1911 risalgono anche i primi suoi studi sugli apparati motori navali, che continuerà fino agli anni '40: si ricordano Sulla unificazione degli apparati motori per le navi da guerra (Genova 1912; apprezzato anche all'estero, fu tradotto in inglese ed edito dalla rivista Engineering nel 1915), Recenti esperienze di propulsione navale (in Rivista marittima, XLIX [1916], 5, pp. 3-23), Le nuove caldaie marine veloci (ibid., Supplemento tecnico, LXXI [1938], pp. 3-38), Apparati motori per la navigazione marittima (ibid., LXXV [1942], pp. 3-36).
Inoltre, con l'ing. A. Bertella, ammodernò il laboratorio sperimentale della marina militare, impiantandovi il servizio micrografia ed iniziandovi, tra i primi in Italia nel settore navale, ricerche metodiche sulle sollecitazioni e sulle rotture per fatica dei materiali e degli scafi.
Dal 1912 al 1916 fu destinato al ministero della Marina come segretario del Comitato ammiragli e capo della sezione tecnica dell'ufficio di stato maggiore.
Effettuò così studi sulle navi tipo "Caracciolo" (1914-1920: 34.000 t; m 201,6 per 29,6; 105.000 cv; 28 nodi; 8 cannoni da 381/40, 12 da 152/45, 12 da 40) e su sommergibili.
Durante la prima guerra mondiale venne dapprima incaricato delle trattative con gli Alleati per la cessione di sommergibili tipo "S", "W" ed "H". Dal 1916, a domanda, fu imbarcato per circa 17 mesi sui sommergibili. Sotto la sua direzione, in questo periodo, furono approntati 36 sommergibili in cantieri della Liguria e della Toscana.
Richiamato a Roma nel 1918, come capo della sezione tecnica dello stato maggiore dell'ammiraglio P. Thaon di Revel, per collaborare alla preparazione dell'ultima fase del programma bellico, agli inizi del 1919 fu destinato, come membro tecnico, a far parte della delegazione della Marina presso la conferenza della pace a Parigi, rimanendo nell'incarico fino al 1921. Nello stesso periodo fece anche parte di commissioni di studio e di missioni tecniche in Francia, Inghilterra, Svizzera, Turchia, Romania e Germania. In particolare in Inghilterra fece parte, per conto della Commissione interalleata navale, dello Shipping Board interalleato; in Germania scelse le navi tedesche prede di guerra e ne organizzò il trasferimento in Italia; in Svizzera, per conto del ministero della Marina, studiò il problema della fabbricazione privata del materiale bellico. Fu poi destinato nuovamente allo stato maggiore della Marina con l'incarico, dal 1922 al maggio 1924, di caposezione delle nuove costruzioni presso la direzione generale delle costruzioni navali.
Studiò così ed approntò i capitolati tecnici dell'incrociatore "Trento" (10.920 t; m 196,96 per 20,60; 150.000 cv; 35 nodi, 8 cannoni da 203, 12 da 100 binati, 16 mitragliere, 4 lanciasiluri da 533, 1 catapulta, 2 aerei), del cacciatorpediniere "Turbine" (1092 t; m 87,4 per 7,8; 45.098 cv; 38,9; 1 cannone da 120, 4 mitragliere, 6 lanciasiluri da 533), della nave posamine "Legnano" da 625 t, dei sommergibili "Masaniello" e "Balilla" (dislocamento in superficie 1.369 t, in immersione 1.874 t; m 87,4 per 7,8; velocità in superficie 18 nodi, in immersione 10 nodi; 1 cannone da 120, 4 mitragliere, 6 lanciasiluri da 533 mm.) delle unità "Pisani" e "Sauro" e di MAS.
Conseguita la libera docenza in costruzioni navali mercantili e militari nel 1922, nell'anno a ccademico 1925-26 iniziò il corso di costruzioni navali mercantili nella facoltà di ingegneria dell'università di Napoli, tenendolo fino al 1954, dopo essersi congedato dalla Marina nel 1927.
Grande merito del F. fu la trasformazione del corso, facendone protagoniste la scienza delle costruzioni applicata alle costruzioni navali e la ricerca sperimentale scientifica invece dell'insegnamento descrittivo e rappresentativo statistico fatto prima di allora in Italia. In base a queste nuove vedute la nave, agli effetti della robustezza longitudinale, veniva rappresentata come una trave elastica, mentre per i calcoli della robustezza trasversale veniva applicato il metodo di Cross. In modo più scientifico venne inoltre studiata la robustezza locale (azione delle sollecitazioni sulle lastre piane, carichi di punta), mentre venne parallelamente attribuita importanza decisiva alle ricerche sulle navi "al varo", o da ferme in acqua calma o in navigazione in mare tempestoso.
La materia si svincolava così dal precedente carattere statistico supportato dai Registri navali di classificazione.
Di particolare importanza era stata la sua conferenza del 4 luglio 1922 per la 63º sessione dell'Institution of naval architects svoltasi a Parigi alla Sorbona, dal titolo Some consequences of the Washington Conference with regard to naval constructions (pubblicata subito in Riv. marittima, LV [1922], 9, pp. 3-19).
Con essa veniva indicato, per le grandi navi da battaglia, come modificare gli impianti delle grandi e piccole artiglierie, come cercare di migliorare la velocità e l'autonomia ricorrendo ad idonei combustibili ed apparati motori, quale potesse essere il migliore sistema di protezione orizzontale e subacquea, quali fossero i problemi legati alla qualità delle navi ed in particolare alla loro robustezza e forma, e come potessero derivare significativi vantaggi dall'impiego di materiali metallici diversi ed a più elevata resistenza, dall'adozione generale della saldatura in sostituzione della chiodatura, ed infine, dalla fusione sempre maggiore degli elementi protettivi con quelli strutturali. L'importante e difficile obiettivo dei miglioramenti proposti era quello di riuscire a far rientrare aumenti di peso dovuti a maggiorazioni di potenza e all'ammodernamento nel limite massimo di 35.000 tonnellate di dislocamento e di 16 pollici di calibro delle artiglierie, secondo quanto convenuto dalle marine mondiali nel patto di Washington del gennaio 1922.
Studio, ricerca e sperimentazione non lo distolsero dal diretto impegno nella progettazione e costruzione navale, anche come membro (1926-27) del comitato tecnico del Registro navale e consulente del gruppo Cantieri navali riuniti.
Partecipò così alla progettazione ed alla consulenza per varie unità, tra cui il cacciasommergibili "Albatros" del 1931 (470 t; 4.300 cv; 24,5 nodi; m 70,5 per 6,9; 2 cannoni da 100/47, 4 mitragliere da 32, 4 lanciabombe, 3 tramogge per btg, 2 torpedini da rimorchio), il cacciatorpediniere "Maestrale" del 1931 su progetto di massima del colonnello del genio navale G. Truccone (1.440 t; 45.000 cv; 38 nodi; m 106,67 per 10,25; 4 cannoni da 120/150, 6 lanciasiluri da 533 in impianti trinati, 240/39 singole, 613,2 binate, 2120/15 illuminanti), l'incrociatore leggero "Montecuccoli", per la cui progettazione vinse il primo concorso dei Cantieri del Tirreno (8.875 t; 106.000 cv; 37 nodi; m 182,2 per 16,6; 8 cannoni da 152/53, 6 da 100/47, 16 mitragliere, 4 lanciasiluri da 533,2 lanciabombe, 1 catapulta brandeggiante; 2 aerei), il sommergibile "P. Micca" del 1931-35 (1.371 t; diesel Tosi da 3.000 cv; motori elettrici 1.500 cv; in superficie 15,5 nodi, in immersione 8,5 nodi; m 90,3 per 7,7; 2 cannoni da 120, 4 mitragliere, 6 lanciasiluri da 533), diversi MAS costruiti negli anni 1935-39 (da 12 a 59 t; da 500 a 3.000 cv; da 26 a 47 nodi; m da 10 a 32 per m da 2 a 5,5; lanciasiluri da 533, mitragliere), corvette tipo "Gabbiano" del 1942 costruite, con vari nomi, in 60 esemplari (728,8 t; 3.500 cv; 18 nodi; 58,80 per 8,70; 1 cannone da 100/47, 7 mitragliere, 8 lanciabombe, 2 scaricabombe, 2 torpedini da rimorchio).
Gli studi e le indagini sperimentali del F. sulle eliche, sul numero di eliche di massimo rendimento e sulla loro corrosione abbracciano l'arco di anni compreso tra il 1920 ed il 1950.
Tra le varie opere si ricordano: Il numero delle eliche di massimo rendimento (in Riv. marittima, LXI [1928], 12, pp. 3-20); Sul rendimento delle eliche a pale orientabili sul mozzo (in Ann. d. Vasca naz., VII [1938], pp. 3-17); Eliche marine reversibili (in Riv. marit., LXXII [1938], 6, pp. 3-10); La corrosione degli assi delle eliche e loro difesa (ibid., LXXXIII [1950], 12, Suppl. tecn., pp. 3-23).
Oltre a studi sugli organi direzionali delle navi, ed in particolare sui timoni equicompensati ad azione razionale, il F. si dedicò con particolare impegno all'esame delle applicazioni della saldatura in campo navale.
Già nella conferenza alla Sorbona del 1922 aveva previsto il perfezionamento dei metodi allora utilizzati per la saldatura e la sua utilizzazione anche per il collegamento di strutture in acciai legati e fortemente legati, indicando tra i possibili vantaggi di tali future tecnologie un notevole risparmio di peso ed un enorme vantaggio dal punto di vista della resistenza agli scoppi ed alla perforazione. Sono da ricordare le memorie Navi saldate (in L'Ingegnere, III [1929], 10, pp. 3-10); Un nuovo tipo di costruzione navale (la nave saldata), in Bollett. d. Sind. naz. fasc. degli ing. mecc. it., VI [1929], 10, pp. 3-10); Osservazioni ed esperienze sulla saldatura elettrica degli scafi (in Ricerca scient., XV [1945], 2, pp. 3-15); Osservazioni sulle fratture degli scafi chiodati e saldati (in Riv. marittima, LXXXII [1949], II, Suppl. tecnico, pp. 3-23).
Sono inoltre da ricordare le opere: Il problema della nave portaerei (in Riv. marittima, LXI [1928], 4, pp. 3-20); L'indagine sperimentale nelle costruzioni navali (in Ann. d. Sind. degli ing. Sez. di Napoli, III [1929], 1, pp. 3-6); La costruzione navale mista acciaio-duralluminio (in La Marina ital., V [1929], 12, pp. 1-3); Il problema tecnico della nave maggiore da battaglia (in Riv. marittima, LXVII [1934], 3, pp. 3-24). Il F. tornava sull'argomento trattato a proposito del patto di Washington del 1922: Sulla unificazione delle costruzioni navali mercantili (in Ricerca scient., XVI [1946], 12, pp. 3-7); Osservazioni sul comportamento meccanico degli scafi (in Bollett. tecn. Circ. ing. e arch. sardi, II [1949], 4, pp. 1-5), Ricerche sul fiaccamento degli scafi (in Riv. marittima, LXXXV [1953], II, Suppl. tecn., pp. 5-48); Observation sur les essais de rupture du coque (in Bull. de l'Assoc. technique marit. et aéron., [1953], pp. 1-18).La sua produzione scientifica fu molto vasta. L'elenco completo delle sue circa 120 pubblicazioni, con cenni bibliografici, è contenuto nella sua opera L'ingegneria navale e meccanica nella marina mercantile di domani, pubblicata a cura della facoltà di ingegneria dell'università di Napoli il 6 maggio 1957 a celebrazione dei suo trentesimo anno di insegnamento.
Il F. morì a Roma il 28 dic. 1957. Un suo figlio, Bruno, medaglia d'argento alla memoria, era morto in azione sulla torpediniera "Castore" nel 1943.
Il F. fu conferenziere all'Istituto di guerra marittima e al Centro alti studi dello stato maggiore della marina militare; presidente della commissione per lo studio delle costruzioni navali mercantili del Consiglio nazionale delle ricerche; membro del Comitato elettrotecnico italiano, sottocomitato impianti di bordo; presidente della Commissione per i provvedimenti a favore della ricostruzione del naviglio italiano (leggi Cappa, Saragat, Tambroni); membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione; vicepresidente dell'Accademia di marina mercantile; consigliere del consiglio di amministrazione della Finmeccanica e della società Navalmeccanica di Napoli; membro del comitato direttivo della Vasca nazionale di Roma e vicepresidente del Centro delle corrosioni marine di Genova del Consiglio nazionale delle ricerche; membro del britannico Institution of naval architects; presidente della commissione per l'esame dei progetti delle navi mercantili tipo "Augustus" ed "Africa"; redattore per le scienze navali dell'Enciclopedia Italiana, e poi del Dizionario Enciclopedico Italiano. Maggiore generale della riserva (1941) e tenente generale (1955), insignito di decorazioni per la partecipazione alla prima ed alla seconda guerra mondiale, ebbe due volte la medaglia d'oro della marina italiana per benemerenze nelle scienze navali.
Fonti e Bibl.: G. Rabbeno, L. F., in La Ricerca scient., XXVIII (1958), 8, pp. 1-6; In memoria del generale... L. F., in Riv. maritt., LXXXXII (1958), 2, pp. 239 ss.; Parole dette dal prof. F. Spinelli agli allievi del corso di costruzioni navali mercantili il 14 genn. 1958, estr. da Studi d. Sezione navale e meccanica d. Facoltà d'ingegneria d. Univ. di Napoli, Napoli 1959; G. Vignocchi-C. Vignocchi, L. F., estr. dalla Rassegna frignanese, n. 1, Pavullo 1958; Encicl. ital., Terza Appendice, p. 594.