FIORAVANTI, Leonardo
Nacque a Bologna presumibilmente nel 1517 (sembra infatti identificabile col figlio di Gabriele e Margherita, battezzato nella parrocchia di S. Pietro il 10 maggio). Nulla si sa dei suoi primi studi di medicina, che non dovettero essere regolari se il contemporaneo e concittadino U. Aldrovandi lo definiva "empyricus".
Comunque, nella medicina italiana del tempo il F. fu certamente un personaggio anomalo: tra i pochi seguaci di Paracelso mentre in Italia perdurava il dominio delle teorie galeniche, si distinse per un accentuato interesse alla sperimentazione che lo indusse a trascurare nella pratica la rigida separazione consuetudinaria dei ruoli dei medici, degli speziali e dei cerusici. Il suo tentativo di fare del medico il protagonista dell'intero processo terapeutico, dalla diagnosi alla preparazione dei farmaci alla chirurgia e il fatto che egli scrivesse in volgare i suoi trattati, seguendo anche in ciò l'esempio di Paracelso, furono spesso considerati lesivi della dignità della professione medica ed esposero il F. a denigrazioni e persecuzioni.
Questa ostilità fu certo tra le ragioni delle molte peregrinazioni del F. che tuttavia le giustificava anche con l'esigenza di conoscere diverse culture. Nel 1548 si trasferì a Genova e poi a Palermo, dove si fermò sino al dicembre 1549 ed ebbe i primi successi professionali. Diretto quindi a Napoli assistette a Tropea, in Calabria, ad un'operazione di rinoplastica eseguita dai barbieri Pietro e Paolo Vianeo, che egli descrisse poi minuziosamente nel Tesoro della vita humana, introducendo nel suo commento concetti nuovi ed ipotesi che verranno ripresi ancora nel sec. XX da specialisti di chirurgia plastica. Altro intervento cui il F. assistette in questo viaggio e descrisse poi scrupolosamente fu l'asportazione della milza ad una giovane donna in fin di vita, un'operazione riuscita grazie soprattutto alla perizia di un altro barbiere, Andrea Zaccarello.
Arrivato infine a Napoli, il F. vi rimase fino al maggio 1551, quando decise di arruolarsi nell'esercito spagnolo e si imbarcò su una nave diretta in Africa. In qualità di medico di campo ebbe naturalmente l'opportunità di alternare alla esecuzione di interventi di routine anche interventi eccezionali, tra i quali audaci operazioni di chirurgia plastica, e, per la prima volta, cure idroterapiche per fronteggiare malattie della pelle e dell'intestino.
Nel settembre dello stesso anno il F. ritornò a Napoli dove si fermò fino al 1555 esercitando la professione con successo e ottenendovi il dottorato. Nel febbraio 1555 si trasferì a Roma; qui rimase fino all'ottobre 1558 ottenendo la licenza per l'esercizio della chirurgia dal promedico P. Giacomelli. Subito dopo, però, un'accusa di inettitudine sostenuta contro di lui dai medici Stefano Cirasio, Bartolomeo da Urbino e dall'anatomista Realdo Colombo lo spinse ad anticipare la sua partenza per Venezia, dove intendeva dare alle stampe le opere scritte nel corso di quegli anni di peregrinazioni.
Interrotto il viaggio da soste a Spoleto e a Pesaro, dove ebbe modo di farsi apprezzare come medico e chirurgo, arrivò a Venezia alla fine del 1558. Qui si dedicò soprattutto alla redazione e pubblicazione dei suoi scritti divulgativi in lingua italiana, che ebbero molte edizioni anche nel secolo XVII. Molte anche le traduzioni, in particolare in Germania, forse in relazione con la pubblicazione delle opere del suo maestro Paracelso, come anche in Francia e in Inghilterra.
Nel 1568 il F. ottenne a Bologna la laurea in medicina, per la quarta volta secondo la sua testimonianza, per la prima secondo i suoi avversari. In questa occasione il Collegio medico di Bologna, in nome di una sua tradizionale prerogativa, gli concesse anche i titoli di conte e di cavaliere.
Nel 1573, durante un soggiorno a Milano, fu brevemente incarcerato sotto la accusa di aver provocato con cure errate la morte di alcuni pazienti.
Morì presumibilmente a Bologna nel 1588.
Opere: tutte le sue opere furono stampate in prima edizione a Venezia: Capricci medicinali, L. Avanzo, 1561; Secreti medicinali, id., id.; Del compendio dei segreti razionali, V. Valgrisi, 1564; Dello specchio di scientia universale, id., id.; Del regimento della peste, A. Ravenoldo, 1565; Scelta di diversi capitoli importantissimi alla chirurgia. Estratti dalle opere..., id., 1568; La chirurgia, heredi di Melchior Sessa, 1570, e ... Con una gionta de secreti nuovi …, id., 1582; Della fisica, id., 1582; Il tesoro della vita umana, id., 1582. Tutte furono ristampate frequentemente, sempre a Venezia, fino alla fine del secolo e oltre, ed ebbero traduzioni tedesche, francesi, inglesi.
Fonti e Bibl.: U. Aldrovandi, Musaeum metallicum, Bononiae 1648, pp. 107, 817; s. De Renzi, Storia della medicina in Italia, Napoli 1845, p. 75; II. Bouquet, L. F. et l'"arte biondeggiante", in Paris medical, XXXII (1919), pp. 5 s.; D. Giordano, L. F. bolognese, Bologna 1920; A. Corsini, Medici ciarlatani e ciarlatani medici, Bologna 1922, ad Ind.; G. Alberti, Un ciarlatano (?) del Cinquecento: L. F., in Minerva medica, VI (1940), pp. 11-15 (estr.); N. Utronico, Una disavventura milanese di L. F., in L'Ospedale Maggiore, nov. 1941, pp. 481 s.; L. Thomdike, A history of magic and experimental science, VI, New York 1951, p. 217; G. Muratori, L. F. nella chirurgia generale e plastica, in Atti del III Congresso della Marca, Fermo, 24-26 apr. 1959, Fermo 1960, pp. 261-267; D. Furfaro, La vita e l'opera di L. F., Bologna 1963; A. Galassi - D. Furfaro, Le terme italiane del '500 nell'opera di L. F., in I Congresso italiano di studi storici termali, Salsomaggiore Terme, 5-6 ott. 1963, Fidenza s.d., pp. 217-221; P. Ulvioni, Astrologia, astronomia e medicina nella repubblica veneta tra Cinque e Seicento, in Studi trentini di scienze storiche, LXI (1982), pp. 168; G. Zanier, Medicina e filosofia tra '500 e '600, Milano 1983, p. 61; C. Webster, Magia e scienza da Paracelso a Newton, Bologna 1984, p. 21; G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, Roma-Bari 1987, ad Ind.; A. Petrucci, in Letteratura italiana (Einaudi), Storia e geografia, II, Torino 1988, pp. 1273 s.; A. Hirsch, Biographisches Lexikon..., II, p. 523 e Nachträge, p. 287.