GENTILE, Leonardo
Nacque a Genova, presumibilmente nell'ultimo decennio del Quattrocento. Figlio di Stefano e di Maddalena Di Negro, fratello del più noto Costantino, non va confuso con l'omonimo zio, morto prima del 1514, come risulta dal testamento della madre di questo, Mariola Spinola.
Negli anni Quaranta del Cinquecento il G. fu esponente di rilievo, insieme con il fratello Stefano, della colonia mercantile genovese ad Anversa, della quale la famiglia Gentile, con lo zio Leonardo, faceva parte almeno dal 1494. Erano anni particolarmente favorevoli per i Genovesi, grazie anche alla presenza nella città di un consolato della Repubblica, autorizzato da Carlo V nel 1532.
L'attività del G. si concentrò sull'esportazione di materie prime e manufatti: il suo nominativo compare nell'elenco dei sessantotto mercanti italiani e stranieri che nel 1543 operavano sulla piazza di Anversa come esportatori verso l'Italia. A Genova, in particolare, venivano spedite tele di Fiandra, tele e lane inglesi, tessuti da arredo, mercerie, utensili e mobili. Nel 1551 era ancora tra i mercanti genovesi effettivi sulla piazza di Anversa insieme con il fratello Stefano.
Parallelamente all'attività commerciale, il G. praticò con successo anche un'attività creditizia, sia con privati agenti della Repubblica, sia con la Corona spagnola. Nel gennaio 1545 Vincenzo De Fornari, agente di Genova ad Anversa, ormai esaurito il credito fattogli dalla Repubblica, chiese in prestito al G. e a Luciano Centurione 400 scudi da girare a Stefano Lomellini; un nuovo prestito di 300 scudi, sempre in favore di Lomellini, fu poi sottoscritto nel mese di ottobre. Sembra che con questo macchinoso espediente fosse rimborsato a Lomellini un suo credito alla Corona spagnola non liquidato.
Nel 1546 il G. era in trattative a Genova con l'ambasciatore spagnolo presso la Repubblica, Gómez Suárez de Figueroa, con Francesco Grimaldi e Domenico Grillo per un'operazione di cambio di 100.000 scudi in favore di Filippo II; nel 1550 fece inoltre alcune operazioni bancarie con Gerolamo Francesco Centurione che coinvolsero la Spagna e la Sicilia. Nel 1552, insieme con Gerolamo De Franchi, il G. partecipò al finanziamento di una spedizione via mare allestita ad Anversa e diretta in Spagna.
Ancorché residente ad Anversa, quando nel 1537, anno di costruzione delle mura e fortificazioni intorno a Genova, il governo, esauriti gli espedienti finanziari, ricorse al patriottismo dei privati, il G., dopo aver sottolineato il dovere dei cittadini, anche assenti, di soccorrere la patria, il 9 giugno annunciava la sua offerta di 50 scudi con "l'animo ben disposto a maggior somma, ma la facultà nol comporta".
Dopo il 1552 non si hanno più notizie del G., né si possiedono informazioni su una sua eventuale discendenza.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Genova, Arch. segreto, 1960; 2518; Collez. Longhi, ms. 489, c. 276; Collez. Lagomarsino, ms. 492, c. 52; 495, c. 268; Biblioteca, Mss., 169, cc. 442-444; Arch. general de Simancas, Catalogo XIX, Papeles de Estado, Sicilia, leg. 1119; Catalogo XXV, Papeles de Estado, Genova, leg. 1378; J.-A. Goris, Les colonies marchandes méridionales à Anvers de 1488 à 1567, Louvain 1925, pp. 76 s., 272, 617 s.; R. Ehrenberg, Le siècle des Fugger, Paris 1955, p. 168.