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MALATESTA, Leonardo

di Valentina Sapienza - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 68 (2007)
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MALATESTA, Leonardo (Leonardo da Pistoia)

Valentina Sapienza

Nacque a Pistoia da Francesco di Lazero e fu battezzato l'11 febbr. 1484 a Nativitate (così a p. 180 di Rogers Mariotti, che costituisce la fonte principale per la biografia del M. e al quale si rimanda dove non altrimenti indicato).

Il padre, nato nel 1457, esercitava la professione di "bastaio" (fabbricante di selle di legno per bestie da soma); fu membro dei Collegi e dei Priori di Pistoia in diverse occasioni. Il M. ebbe due fratelli, Bartolomeo e Francesco, nati nel 1475 e nel 1480, che non risulta condividessero con lui il mestiere di pittore.

Il M. è stato confuso per secoli con il più giovane pittore pistoiese Leonardo Grazia detto il Pistoia; e Lanzi fu il primo a ipotizzare l'esistenza di un altro Leonardo, riferendogli il cognome Malatesta, nonché a estrapolare dal catalogo del primo alcune opere riferibili al secondo.

Si ignora presso quale bottega si sia formato il M.: l'attribuzione dell'affresco frammentario raffigurante l'Annunciazione, nella chiesa di S. Francesco a Pistoia (Neri Lusanna, p. 164), ha fatto propendere per un avvicinamento a Bernardino di Antonio del Signoraccio (da non confondere con Bernardino Detti), cui si ispirerebbero l'architettura di impronta tardoquattrocentesca presente nella scena e la stessa figura della Vergine. Ben presto, in ogni caso, il linguaggio pittorico del M. si aggiornò sulla scorta di Raffaello e Fra Bartolomeo: una matrice stilistica che informa praticamente tutta la produzione dell'artista. È il caso della Madonna in trono con Bambino tra i ss. Sebastiano, Stefano, Lorenzo e Nicola di Bari, e quattro angeli della Pinacoteca civica di Volterra, che nella parte centrale costituisce quasi una copia fedele della Madonna del Baldacchino di Raffaello (Firenze, Galleria Palatina): il M. aveva forse visto il dipinto a Firenze, prima che venisse acquistato da Baldassarre Turini e collocato sull'altare di famiglia nella cattedrale di Pescia.

La tavola, firmata e datata "Opus Leonardi Pistoriensis MDXVI", si trovava in origine sull'altare maggiore della distrutta chiesa di S. Stefano. Al 1516 risalgono pure la Madonna con Bambino della Gemäldegalerie di Berlino, su cui si legge ancora "Opus Leon. Pist. MDXVI", e la Madonna con Bambino e i ss. Giovannino e Bernardino del Musée des beaux-arts di Digione.

L'anno successivo il M. sposò Pantasilea di Alessandro Paribeni (Milanesi, in Vasari, p. 648). Nel giugno del 1518 l'Opera di S. Pietro a Casalguidi, allora governata da Piero di Lippo d'Antonio, procuratore del pievano e "operaio" Tommaso Bini, gli commissionò la Madonna con Bambino in trono tra i ss. Pietro, Cosma [o Giuliano], Sebastiano, Silvestro papa e Giovannino per l'altare maggiore della chiesa (spostata sull'altare laterale sinistro alla fine del Settecento).

Il M., che, come attestano i documenti, per quest'opera si avvalse di un aiuto, ricevette due pagamenti nel giugno e nel luglio del 1518; ma nel giugno del 1521 il lavoro non era stato ancora ultimato. A quella data infatti il pittore Domenico di Marco Rossermini era stato convocato per risolvere alcuni contrasti insorti tra l'Opera e il M. che non aveva completato il lavoro per "duobus candelleris uno tabernaculo [(] et aliis rebus", come previsto dal contratto di allogazione. Rossermini obbligò il M. a terminare quanto dovuto, promuovendo tuttavia un risarcimento di 45 ducati larghi d'oro in suo favore.

Nel 1520 il M. compare come testimone di un atto notarile rogato a Volterra; mentre il 4 e il 7 maggio 1521 doveva trovarsi a Pistoia, dove venne convocato Rossermini per stimare una tavola incompiuta di Bernardino d'Antonio del Signoraccio, destinata alla chiesa di S. Stefano a Serravalle. Non dovettero mancare in questi anni i contatti con Firenze se intorno al 1521 ultimò il S. Ludovico da Tolosa e il S. Francesco (Arezzo, casa Vasari), provenienti dal distrutto convento fiorentino di S. Orsola ed eseguiti in occasione della vestizione di suor Ludovica, al secolo Marietta del Giocondo, figlia di Francesco e monna Lisa Gherardini. Nel 1523 il nome del M. compare insieme con quello dei fratelli su diversi atti di compravendita di terreni situati nel comune di Bigiano.

Il M. morì il 1( ott. 1524 e fu sepolto in S. Domenico a Pistoia (Rospigliosi, p. 250).

Anche Francesco di Bartolomeo, suo nipote, fu pittore ma di scarso talento. Morì giovanissimo, a soli ventiquattro anni, il 5 sett. 1547 e fu sepolto nella tomba di famiglia in S. Domenico.

Fonti e Bibl.: A. Rospigliosi, Libro A di richordi( (1459-1498), a cura di G.C. Rospigliosi - L. Andreani, Pisa 1909, pp. 91, 105, 187 s. (per Francesco di Lazero), 250; G. Milanesi, in G. Vasari, Le vite( (1568), a cura di G. Milanesi, IV, Firenze 1879, pp. 647 s. (note); M. Salvi, Historie di Pistoia e fazioni d'Italia, Venezia 1662, pp. 28, 180; J.M. Fioravanti, Memorie storiche della città di Pistoia, Lucca 1758, pp. 54, 385; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia (1809), a cura di M. Capucci, I, Firenze 1968, pp. 131 s.; F. Tolomei, Guida di Pistoia(, Pistoia 1821, pp. 48, 67, 86, 132, 181-183; G. Tigri, Pistoia e il suo territorio(, Pistoia 1854, pp. 268, 347; D. Macciò, L. M. pittore pistoiese, in Arte e storia, VI (1887), 21, pp. 158 s.; B. Berenson, Italian paintings, in Catalogue of a collection of paintings and some art objects, I, Philadelphia 1913, p. 43; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, 5, Milano 1932, pp. 593 s.; L. Berti, La casa del Vasari in Arezzo e il suo museo, Firenze 1955, p. 18; B. Berenson, Italian pictures of the Renaissance, II, Florentine school, London 1963, ad vocem; Dipinti restaurati della diocesi di Pistoia (catal.), a cura di M. Chiarini, Pistoia 1968, pp. 13 s.; M. Guillaume, Catalogue raisonné du Musée des beaux-arts de Dijon. Peintures italiennes, Dijon 1980, pp. 39 s.; C. Acidini Luchinat, in Museo civico di Pistoia. Catalogo delle collezioni, a cura di M.C. Mazzi, Firenze 1982, pp. 122 s.; A. Paolucci - A.M. Maetzke, La casa del Vasari in Arezzo, Firenze 1988, p. 109; A. Paolucci, La Pinacoteca di Volterra, Firenze 1989, pp. 154 s.; E. Neri Lusanna, La pittura in S. Francesco dalle origini al Quattrocento, in S. Francesco. La chiesa e il convento in Pistoia, a cura di L. Gai, Pistoia 1993, pp. 164, 292; A. Bisceglia, Esperienze artistiche fuori contesto: da Pistoia al Viceregno di Napoli, in L'età di Savonarola. Fra' Paolino e la pittura a Pistoia nel primo '500 (catal., Pistoia), a cura di C. D'Afflitto et al., Firenze 1996, p. 99; J. Rogers Mariotti, ibid., pp. 180-190, 244 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, p. 587.

Vedi anche
affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). Raffaèllo Sanzio Raffaèllo Sanzio (propr. R. Santi). - Pittore e architetto (Urbino 1483 - Roma 1520). Figlio di Giovanni Santi Raffaello Sanzio poté ricevere dal padre, morto nel 1494, solo un primo indirizzo alla pittura. Grande importanza ebbero invece per la sua formazione artistica le suggestioni artistico-letterarie ... Arezzo Comune della Toscana (384,5 km2 con 95.853 nel 2007), capoluogo di provincia. La città è situata a 296 m s.l.m., al margine meridionale di un’ampia conca appenninica che nella sua parte settentrionale è lambita dall’Arno e attraversata dal canale maestro della Chiana. Arezzo è costituita da due parti, ... Pistoia Città della Toscana (236,8 km2 con 89.418 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Si trova al limite settentrionale della pianura dell’Ombrone pistoiese, compresa fra l’Arno a S, il Monte Albano a O e le pendici dell’Appennino a N e a E. L’abitato è costituito da un nucleo più antico racchiuso entro il ...
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