Leone I detto Magno, santo
detto Magno, santo Papa (m. 461). Originario della Tuscia, e già influente nella struttura della Chiesa romana negli anni Trenta del 5° sec., successe a Sisto III nel 440, eletto in assenza, trovandosi in Gallia per svolgere una missione diplomatica per conto di Galla Placidia, allora reggente per conto di Valentiniano III. Si fece difensore della cattolicità; i suoi 96 sermoni e il ricco epistolario furono fonti decisive per la successiva codificazione del diritto canonico. Affermò la supremazia del vescovo di Roma su ogni altro prelato, ottenendo (445) il riconoscimento dell’imperatore Valentiniano III. Durante il suo pontificato l’imperatore Marciano convocò il Concilio di Calcedonia (451) e L. rifiutò di accettare il canone che sanciva la preminenza del patriarcato di Costantinopoli sugli altri d’Oriente, insidiando il primato della sede romana. Nel 452 fece parte della delegazione che, nei pressi di Mantova, sul fiume Mincio, distolse Attila dal suo proposito di discendere la penisola italiana. Nel 455 tentò di bloccare il condottiero dei vandali, Genserico, ormai giunto alle porte di Roma. Non riuscì a impedire il saccheggio, ma almeno ottenne che la città non fosse incendiata, che non si infierisse sui suoi abitanti e che le basiliche di S. Pietro, S. Paolo e S. Giovanni in Laterano restassero immuni dall’assalto.