LEONE I imperatore d'Oriente
Fu soprannominato, dal luogo di origine, il Trace, e per le sue opere, con evidente esagerazione, il Grande. Apparteneva a un'oscura famiglia e, prima che imperatore, fu soldato e ricoprì la carica di tribuno militare. Al trono fu elevato alla morte di Marciano (457 d. C.), principalmente per il favore del patrizio Aspar che allora spadroneggiava a Costantinopoli e non poteva cingere egli stesso la corona perché ariano. Dopo l'acclamazione dell'esercito e la conferma del senato, L. volle essere incoronato dal patriarca Anatolio e fu questa la prima consacrazione ecclesiastica di un imperatore romano. L. fu un convinto fautore della confessione calcedonese che cercò di far trionfare in tutto l'impero, suscitando un vivo fermento nei centri monofisiti della Siria e dell'Egitto. In Alessandria l'opposizione assunse caratteri di estrema violenza e i monofisiti uccisero il patriarca ortodosso Croterio, elevando a quella sede Timoteo Elurus. L. represse con fermezza il moto e, d'accordo col papa Leone I, depose ed esiliò Timoteo. Nei riguardi dell'Occidente, L. s'ispirò al concetto di mantenere l'unità formale dell'impero, rifiutandosi di riconoscere come Augusti Maioriano e Livio Severo che considerò sempre come Cesari subordinati alla propria autorità. Alla morte di Severo (465) L. assunse la potestà imperiale anche sull'Occidente lasciandone il governo al patrizio Ricimero; ma due anni dopo, sul punto di muover guerra ai Vandali, le cui incursioni si erano estese fino al Peloponneso, inviò in Roma il suo congiunto Antemio e lo elevò al trono. La guerra contro i Vandali, intrapresa con forze imponenti, ebbe un esito infelice. Dopo aver occupato la Sardegna e parte della Libia gl'imperiali furono sconfitti nelle acque di Cartagine e si ritirarono. Del rovescio in Costantinopoli si fece ricadere la colpa sull'ariano Aspar, che fu accusato di essere stato in segreti rapporti col re dei Vandali, e di ciò trasse profitto L. per mandare a morte il potente ministro, la cui tutela gli era diventata troppo pesante. La morte di Aspar provocò una rivolta della guardia imperiale e un conflitto coi Goti; ma Leone, appoggiandosi su mercenarî isaurici, di cui era a capo suo genero Zenone, domò la rivolta e respinse i Goti dalla Tracia. Con ciò venne a cessare definitivamente l'influsso germanico alla corte di Costantinopoli. L. morì il 3 febbraio 474.
Bibl.: G. R. Sievers, Studien zur Geschichte d. römischen Kaiser, Berlino 1870, p. 480 segg.; J. B. Bury, A history of the later Roman Empire from the Death of Theodosius I to the Death of Justinian, I, Londra 1923, p. 315 segg.