STROZZI, Leone
Ammiraglio, nato a Firenze nell'ottobre 1515, morto a Castiglione della Pescaia presso Scarlino (Grosseto) il 26 giugno 1554. Passò la sua infanzia a Firenze, e alla morte della madre (1528) fu dal padre Filippo mandato a Padova per completare i suoi studî. Due anni dopo, quando Alessandro de' Medici divenne signore di Firenze, fu dal padre condotto a Roma, dove il papa Clemente VII lo nominò priore di Capua e lo creò cavaliere gerosolimitano. Più tardi, odiando il giogo dei Medici, Leone si recò a Malta, dove giunse nel maggio 1535. L'anno seguente fu nominato capitano delle galee dell'Ordine di Malta.
Nel 1537, dopo avere combattuto i pirati, si pose con le galee dell'Ordine al seguito di Andrea Doria nella guerra che Carlo V e il pontefice Paolo III avevano intrapresa contro Solimano II, che minacciava le coste pugliesi. Il 22 luglio, presso le Isole Merliere, lo Str. si batté contro una divisione turchesca, ed ebbe la vittoria pur con gravi perdite. Richiamato a Messina con l'armata del Doria, egli non volle partecipare alla cattura presso Capo Passero di un convoglio che recava a Cosiantinopoli l'ambasciatore del re di Francia, perché sperava moltissimo nell'aiuto di questa potenza per ridare la libertà a Firenze.
Quando il padre, capo dei fuorusciti fiorentini, sconfitto a Montemurlo e fatto prigioniero, fu ucciso (18 dicembre 1538) nonostante l'intervento di Francesco I, del papa e di altri principi d'Europa, l'odio dello Str. contro i Medici e contro Carlo V, che li proteggeva, si accrebbe ancora. Stabilitosi alla corte di Francia, dove già si trovava il fratello Piero, ebbe dal re il comando di 6 galee: altre due le fece costruire a sue spese. Partecipò all'assedio di Nizza, e il 23 settembre 1543, col concorso di una squadra ottomana comandata dal Barbarossa, riuscì a catturare presso Capo Saint-Hospice quattro navi spagnole.
Nella primavera dell'anno seguente ebbe l'incarico di scortare con 5 galee la squadra del Barbarossa nel viaggio di ritorno fino a Patrasso. In quest'occasione tentò uno sbarco a Orbetello, occupò l'isola del Giglio.
Avvenuta la pace tra Francia e impero, e scoppiata la guerra con l'Inghilterra, Leone si recò con le sue galee in Atlantico sotto gli ordini dell'ammiraglio C. d'Annebault e nel luglio 1545, nei pressi dell'isola di Wight, costrinse la squadra inglese a ritirarsi dopo averle inferto gravi perdite. Un altro successo ottennero un mese dopo le galee di Leone e del fratello Piero presso Shoreham.
Cogliendo ogni occasione che gli desse la speranza di restituire la Toscana alla libertà, già nel novembre del 1544 e quindi nell'aprile 1546 s'impegnò a dare 3 mila scudi e il concorso della sua spada a una congiura organizzata dal lucchese F. Burlamacchi. Ma la congiura fu scoperta e il Burlamacchi decapitato.
Alla morte di Francesco I, il nuovo re Enrico II nominò Leone generale delle galee di Francia. Ritornato in Atlantico per continuare la guerra contro l'Inghilterra, lo Str. nel luglio 1547, allo scopo di portare aiuto a Maria, regina di Scozia, bombardò con le sue galee il castello di St Andrew, che il 30 luglio fu costretto alla resa.
Nel 1548 si recò a Marsiglia per approntare nuove galee, che, unite a quelle di Malta e del corsaro Dorghūt, avrebbero dovuto tentare la cattura del convoglio imperiale che conduceva da Barcellona in Italia Filippo di Spagna, figlio di Carlo V. Ma essendo il convoglio bene scortato da notevoli forze (tra le quali quelle del Doria), lo Str., seguendo gli ordini di Enrico II, presentò invece i suoi omaggi all'erede di Carlo V, obbligato dalla tempesta a cercare riparo presso La Camargue.
Nel 1549 Leone assunse il comando d'una squadra che si stava allestendo a Le Havre e il 27 luglio occupò l'isola di Sercq, distruggendo la divisione navale di Winter. Nel 1551, vigendo ancora una tregua d'armi tra Francia e Spagna, lo Str. fece di tutto per romperla, ma il Doria seppe evitare ogni provocazione. Questa mancata occasione di combattere gl'imperiali decise lo Str. a effettuare un colpo di mano su Barcellona, dove il Doria era atteso. Il 24 agosto 1551 egli si presentò davanti a Barcellona e, scambiato per il Doria, fu accolto come amico, riuscendo poi a catturare due unità di guerra e sette navi con prezioso carico. Queste fortunate azioni aumentarono il prestigio dello Str. presso Enrico II, ma provocarono l'invidia dei suoi nemici. Accortosi che si stava persuadendo il re a togliergli il comando delle galee, si accomiatò da lui e, scartando l'idea di passare dalla parte imperiale, preferì andare in esilio. Il 16 settembre 1551 con due galee lasciò Marsiglia, e il 3 ottobre giunse a Malta, dove riprese le crociere contro i corsari. Riammesso nell'Ordine, dal quale Carlo V lo aveva fatto cacciare nel 1538, si dedicò alla fortificazione dell'isola. Nella primavera e nell'agosto del 1552 effettuò due spedizioni sulla costa libica, e durante la seconda rimase ferito a una coscia. Nella primavera del 1555 fu nominato luogotenente del re di Francia in Italia e gli si fece balenare la probabilità d'iniziare a fondo la lotta per liberare Firenze dai Medici. A Leone era offerto il titolo di generale delle galee in Italia e l'insegna di comandante in capo. Ai primi di maggio egli giunse in Toscana e si adoperò nel fortificare Pisa, Grosseto, Siena, Livorno, Piombino e Orbetello. A combatterlo mosse il Doria. Leone, impaziente del ritardo delle armate del re di Francia e del re di Algeri, volle da solo effettuare uno sbarco a Scarlino difesa dai Toscani. Il 26 giugno 1554, salito su un poggio per una ricognizione, fu colpito al ventre da un'archibugiata e poche ore dopo morì a Castiglione della Pescaia.