LEONE VIII papa
Giovanni XII (v.), figlio di Alberico, dopo aver giurato fedeltà a Ottone I e dopo averlo incoronato imperatore in Roma (2 febbraio 962), tramò contro di lui accogliendo in Roma Adalberto. Ottone, che aveva abbandonato Roma, vi tornò e Giovanni fuggì. I Romani accolsero l'imperatore e giurarono fedeltà a lui aggiungendo al giuramento già formulato da Giovanni XII (il cosiddetto privilegium Othonis) che "numquam se papam electuros aut ordinaturos praeter consensum et electionem domni imperatoris Othonis Caesaris Augusti filiique ipsius regis Othonis" (Liutprando). Un sinodo riunito in S. Pietro da Ottone pronunciò (4 dicembre) la deposizione di Giovanni ed elesse papa con l'assenso imperiale, il protoscriniario Leone che fu consacrato in S. Pietro il 6 dicembre.
È probabile che in questa occasione il privilegium Othonis fosse rinnovato e ricevesse anzi la sua forma definitiva, nella quale ci è pervenuto: giacché, soprattutto in base a una testimonianza di Liutprando, si è generalmente d'accordo nel ritenere che la frase "et ut ille, qui ad hoc sanctum atque apostolicum regimen eligitur, nemine consentiente, consacratus fiat pontifex, priusquam talem in presentia missorum nostrorum vel filii nostri seu universe generalitatis faciat promissionem... qualem... pater noster Leo sponte fecisse dinoscitur" non fosse contenuta nella redazione giurata da Giovanni e che il Leo di cui è cenno nella frase stessa sia appunto Leone VIII e non Leone III.
Il 3 gennaio 964, presente ancora l'imperatore, scoppiò in Roma una rivolta contro Ottone, ma fu domata. Il mese seguente, partito Ottone, i Romani richiamarono Giovanni XII e un concilio tenuto al Laterano cassò l'elezione di L. perché la deposizione di Giovanni fu ritenuta invalida e perché il nuovo eletto non aveva al momento dell'elezione alcun ordine ecclesiastico. Morto Giovanni (14 maggio 964), i Romani gli elessero come successore il diacono Benedetto (v. benedetto v), ma il 23 giugno successivo Ottone ritornò a Roma e reintegrò L., il quale morì fra il 20 febbraio e il 13 aprile 965. Per le molte illegalità avvenute nella sua elezione, L. non si trova annoverato nella serie ufficiale dei papi. Si è oggi d'accordo nel considerare come un falso dell'epoca di Gregorio VII i documenti delle concessioni che L. avrebbe fatte a Ottone in occasione del sinodo che pronunciò la decadenza di Benedetto V.
Bibl.: Oltre quella citata sotto giovanni xii; ottone i, v. E. Amann, in Dictionnaire de théol. catholique, IX, coll. 317-320 (con l'indicazione delle fonti); G. Hergenröther, Storia universale della chiesa, III, 258 segg., Firenze 1905; Th. von Sickel, Das Privilegium Ottos I., Innsbruck 1883; L. Duchesne, Les premiers temps de l'état pontifical, 3ª ed., Parigi 1911, pp. 337-349; G. Bossi, I Crescenzi, Roma 1915, passim; A. Fliche, La réforme grégorienne, I, Lovanio-Parigi 1924, pp. 6-7; P. E. Schramm, Kaiser, Rom und Renovatio, Lipsia 1929.