LEONE XII papa
Il conte Annibale Sermattei della Genga nacque il 22 agosto 1760 presso Spoleto. Sacerdote nel 1783, fece rapida ascesa: vescovo di Tiro, nunzio a Lucerna e a Colonia, inviato alla dieta germanica nel 1805 e nel 1808 a Parigi. Alla Restaurazione tornò a Parigi latore delle congratulazioni di Pio VII a Luigi XVIII. In questa occasione venne in conflitto con il Consalvi, alla politica temperatamente progressista del quale era contrario. Cardinale dall'8 marzo 1816, fu chiamato al vicariato di Roma nel 1820. Morto Pio VII, un difficile e lungo conclave, orientato contro il Consalvi, creò papa il della Genga (28 settembre 1823), che prese il nome di Leone XII. Sostituito al Consalvi nella segreteria di stato il vecchio e retrivo Della Somaglia, L. XII, esponente della tendenza conservatrice, attese a riordinare lo stato e a riformare l'amministrazione, allontanandone i laici e restaurando l'autorità delle Congregazioni. Rigido e severo, controllò le spese, tentò savie economie, ridusse o abolì tasse e gabelle. Pauroso di novità, avversò i liberali, vigilò gli studî, condannò le sette, benedisse la restaurazione dell'assolutismo in Spagna. A reprimere il movimento settario mandò in Romagna il Rivarola, prima, e poi l'Invernizzi, e in Roma dette severo esempio con l'esecuzione del Targhini e del Montanari. Grande evento del suo pontificato fu il giubileo del 1825, che egli impose contro l'avversione di molti, che profetavano attentati e congiure. Compì non poche utili cose facendo eseguire grandi lavori pubblici, accrescendo i musei e le biblioteche, togliendo dall'Indice le opere di Galileo, e riconobbe di fatto l'indipendenza delle colonie spagnole d'America. Restituì ai gesuiti, ristabiliti da Pio VII (1814), il Collegio romano. Morì il 10 febbraio 1829 a Roma.
Bibl.: Artaud de Montor, Hist. du pape L. XII, Parigi 1843; J. Köberle, Leo XII., 1846; N. Wiseman, Rimembranze degli ultimi quattro papi, trad. ital., Milano 1858; G. U. Oxilia, Il conclave di L. XII, in Rass. stor. d. Risorg. ital., 1921; id., Tre conclavi, ivi, 1933; M. J. Durry, L'ambassade romaine de Chateaubriand, Parigi 1927.