BELEARDI, Leonello
Nativo di Modena, il B. era imparentato, ma si ignora per quali relazioni, con la famiglia Carandini. Scarsissime sono le notizie biografiche su di lui. Insieme con il fratello Francesco concorse a formare la dote per una nipote, sorella di un giovane lettore dello Studio di Bologna. Nel 1517 Francesco Guicciardiru" governatore di Modena per il pontefice, affidò al B. alcuni uffici municipali: la sovrintendenza agli scavi delle fosse circostanti la città nel settore della porta Baggiovana (denominata poi porta S. Francesco) e successivamente l'incarico di sindaco di palazzo.
Tra il 1512 ed il 1518 il B. redasse una cronaca della vita pubblica modenese, utile perché completa, o confetma, altre narrazioni contemporanee.
Il B. narra crudamente la lotta delle fazioni scatenatasi a Modena dopo l'allontamento degli Estensi; le crudeltà, le violenze, gli omicidi compiuti -dai Rangoni, dai Tassorii, dai Carandini, dai Fogliani; il vano tentativo - ignorato dagli altri cronisti modenesi - compiuto il 1° dic. 1513 da Ercole d'Este durante un suo breve soggiorno in Modena per far cessare le contese faziose. Il B. si mostra un moderato partigiano dei governo estense nei confronti specialmente dell'esoso governo imperiale durante il quale si moltiplicarono le angherie dei, soldati spagnoli nel territorio modenese e narra con soddisfazione la cacciata dalla città della guamigione imperiale ad opera di Guido Rangoni, capo del partito ecclesiastico (1514). Anche nei riguardi del Rangoni il B. avanza però molte riserve, giacché il legato, pontificio Fabiano Lippa, che prese possesso della città dopo la cacciata degli Imperiali, si era mostra o incapace di far cessare i disordini, che mettevano continuamente in pericolo le vite ed i beni dei cittadini. Durante il governo di Latino Giovenale, rappresentante di Giuliano de' Medici al quale Leone X aveva ceduto la città nel 1515, il B., per le medesime ragioni, continua a rimpiangere il governo estense. Egli sperò che la città potesse tornare agli antichi padroni ancora al principio del 1516, allorché Leone X sembrò orientarsi verso questa decisione, ma poi finì per accettare il governo della Chiesa quando, pochi mesi dopo, fu affidato al Guicciardini. Questi infatti prese subito energici provvedimenti per frenare le contese delle fazioni e nel 1517 difese efficacemente la città ed il territorio modenese dagli attacchi e dalle devastazioni dei Francesi.
Il B. dà inoltre interessanti ragguagli sulle visite fatte in quegli anni alla città da varì illustri personaggi: nel 1512 da Prospero Colonna; il 9 dic. 1515 da Francesco I, accolto dal cardinale Fieschi e da Giulio de' Medici, cardinale legato di Bologna; dal duca d'Urbino Lorenzo de' Medici con la moglie nel '518, ospitati da Guido Rangoni. Dà anche qualche notizia sull'occupazione di Reggio compiuta dal duca d'Urbino nel 1512 e del tentativo di rioccupare la medesima città organizzata dagli Estensi nel 1513, alla morte di Giulio II, narrando come essi dovettero invece limitarsi, all'occupazione di Cento e Finale.
Bibl.: C. Campori, La Cronica di L. B., in Atti e memorie delle RR. Deputazioni di Storia Patria per le Provincie dell'Emilia, n. s., IV (1879), 1, pp. 73-81; La cronaca di L. Belardi, sic., in Arch. stor. ital., s. 4, III (1879), pp. 124 s.