BREŽNEV, Leonid Il'ič (App. III, 1, p. 265)
Membro del Comitato centrale e della Segreteria del PCUS (1956), membro supplente e poi effettivo (1957) del Presidium, B. fu il massimo beneficiario della nuova situazione maturata nell'ottobre 1964, con la destituzione di N. Chruščëv. Nel biennio seguente la sua personalità emerse in seno alla direzione collettiva: al XXIII congresso assunse il titolo di segretario generale, già sostituito negli anni di Chruščëv con quello di primo segretario. Successivamente, se non riunì nella sua persona le massime cariche del Partito e del governo, dimostrò comunque di occupare il vertice della gerarchia sovietica: nel febbraio 1971 rese esecutivo con la sua sola firma il nono piano quinquennale e nel maggio 1972 concluse gli accordi SALT trattando col presidente Nixon. Dopo la destituzione di M. V. Podgornyj e la presentazione di un progetto di nuova Costituzione, nel giugno 1977 B. ha cumulato le cariche di primo segretario del PCUS e di presidente del presidium del Soviet supremo. Nel suo primo intervento pubblico come capo del Partito, B. pose la sua direzione nel segno della continuità e della cautela, richiamandosi al XX e al XXII congresso; e indicò nella sicurezza europea e nella coesione della comunità dei paesi socialisti gli obiettivi primari delle relazioni internazionali dell'URSS, evitando ogni accenno ai dirigenti cinesi e alla loro dottrina (19 ottobre 1964). Tuttavia la crisi dell'unità del movimento comunista, delineatasi con Chruščëv, lo ha indotto successivamente a definire le posizioni sovietiche, in polemica con i cinesi e con i cecoslovacchi. Lo stesso B. ha riassunto la dottrina della "sovranità limitata" nel suo intervento al V congresso del Partito operaio unificato polacco (12 novembre 1968), e ha attribuito ai cinesi, alla conferenza internazionale di Mosca, l'ambizione di assumere un "ruolo messianico" (7 giugno 1969). La politica europea di B., col doppio obiettivo del riconoscimento di due stati tedeschi separati e dell'intangibilità delle frontiere in Europa, formulata programmaticamente alla conferenza di Karlovy Vary (24 aprile 1967), è giunta a realizzazione prima con gli Ostverträge del governo di W. Brandt, poi con la conferenza di Helsinki per la sicurezza europea. Il lungo impegno nel Vietnam non ha scalfito il principio della coesistenza pacifica, che si realizza come distensione e intesa diretta con gli SUA; al punto che lo stesso B. ha portato un significativo appoggio alla vacillante amministrazione Nixon (visita a Washington, maggio 1973). Sensibile alla prospettiva della "rivoluzione tecnico-scientifica", convinto della necessità dì miglioramenti qualitativi della produzione, B. resta fedele alla concezione di un'economia diretta dal centro; ma sembra oscillare fra l'esigenza di sostenere lo sviluppo dei beni strumentali, incrementando la produttività tramite una severa disciplina del lavoro e quella, invece, d'incoraggiare i consumi e sostenere la produzione del "gruppo B".
Bibl.: L. I. Brežnev, Leninskom. kursom. Reci i stat'i, voll. 4, Mosca 1970-74, (trad. it. dei primi 3 voll., 1974); id., Voprosy agrarnoj politiki KPSS i osvoenie celinnych zemel' Kazachstana. Reci i doklady, ivi 1974; id., Ob osnovynch voprosach ekonomiceskoj politiki KPSS na sovremennom etape. Reči i doklady, voll. 2, ivi 1975 (trad. it. 1976). Per le vicende biografiche e politiche: M. Tatu, La lotta per il potere in URSS (1960-1966), Milano 1969; J. Dornberg, Brežnev. La maschera del potere, Roma 1976.