EDEL, Leonida
Nacque a Parma il 23 dic. 1864 da Leopoldo, modenese di nascita, ma di origine alsaziana, poeta e pittore dilettante, capitano del regio esercito, "ammirato suonatore di tromba" (cfr. la lapide nella chiesa parmense di S. Uldarico), e da Letizia Naudin (Parma, Arch. stor. comun., Registri di popolazione 1865-1871). Ammesso nel 1878, dopo la scuola preparatoria, alla Reale Accademia di belle arti, si diplomò ai corsi di architettura e ornato, sotto la guida dell'architetto P. Soncini e dello scenografo e decoratore G. Magnani, nel 1885 (Atti della Accademia parmense di belle arti, 1878-1893).
L'alta qualità della scuola scenografica parmense e il clima romantico-naturalistico della pittura legata alla generazione di artisti quali C. Barilli, G. Giacopelli e il più anziano G. Boccaccio produrranno più di un riflesso nella formazione dell'Edel. Più forte, tuttavia, è da ritenersi la tradizione artistica familiare che, per lo stimolante incrocio di personalità, favori la propensione alle arti grafiche e applicate. Il nonno materno, infatti, Giuseppe Naudin (1791-1872), miniaturista e acquarellista, presso la corte di Maria Luigia era "pittore di camera" e "educatore" artistico della duchessa. Inoltre la formazione artistica dell'E. negli anni parmensi fu comune a quella di Alfredo Leonardo (cfr. voce), suo cugino sia da parte materna che paterna (i fratelli Edel. Giuseppe e Leopoldo sposarono due sorelle Naudin, figlie del miniaturista).
Nel 1886 l'E. si trasferi a Roma, dove ebbe inizio la sua collaborazione grafica con l'editore torinese E. Perino, divenendo, insieme con Carnuar (O. F. Maruca) e O. Rodella, l'illustratore privilegiato dei più innovativi progetti periniani, legati alla riproposta dei romanzi d'appendice e alla narrativa a dispense, entrambi ormai concreti esempi di una nascente industria culturale.
Nei libri illustrati dall'E., particolarmente per la "Biblioteca fantastica", emerge una grafia a penna di agile scorrevolezza, con guizzi di un liberty un po' greve grazie anche all'uso del papier procédée, procedimento zincografico per cui si ottenevano disegni stampati a mezza tinta, molto luminosi (Pallottino, 1988, pp. 176 s.). La produzione dell'E., tuttavia, risenti delle tendenze popolar-demagogiche e delle inclinazioni sabaude dell'editore (C. Ruberti, Lo scudiero di Umberto Biancamano; Il Conte Verde; Il cavaliere di ferro, 1894). L'E. esordi con i cinquanta disegni de Il processo dei milioni di E. Mazzabotta (1886); continuò con le sessanta illustrazioni per Le astuzie di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1887) e le Astuzie sottilissime di Cacasenno (1888) di G. C. Croce. Illustrò inoltre le venti tavole per i Promessisposi di A. Manzoni, uscite a dispense nel 1888, e nello stesso anno Nei regni incantati e Nei paesi delle fate di O. Roux, autore ripreso nel 1895 con le Novelle fantastiche.
Nel 1891 usci La regina delle fate di E. Provaglio, illustrato dall'E., nel 1893 Le novelle della nonna di E. Perodi, in tre volumetti, e nel 1894 La bella Magalona: racconto fantastico, sempre di E. Provaglio. L'E. fu anche l'autore dei disegni per Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta di M. d'Azeglio (1889), Orlando innamorato di M. Boiardo (1893), Vita e amori di Torquato Tasso di V. Prinzivalli (1895) e infine delle vignette per IlCorriere (1887) e per il settimanale Prestidigiatore moderno (1893-1894). I risultati figurali dei testi dell'E. derivano anche dalla conoscenza di un repertorio iconografico frutto di ricognizioni storiche e filologiche, ricco di citazioni riconducibili all'illustrazione del romanzo storico e dei feuilletons, specie francesi, di Grandville (J.-I.-I. Gérard), E. Bayard, Bertall (A. d'Arnoux), particolarmente nei ricorrenti exempla narrativi tra il fantastico e l'orrorifico, con una irresistibile vocazione per un'ambientazione di tipo scenico e drammatizzato, come ad esempio ne I nuovi racconti di fate (Firenze, O. Tofani, 1904) e in Francesca da Rimini (Firenze, G. Nerbini, 1906) di E. Provaglio.
Dopo una parentesi svizzera dal 1898 al 1902 ad Aarau, in Argovia, dove continuò il suo tirocinio come illustratore (comunicazione di Bruno e Letizia Edel), l'E. si stabili definitivamente a Torino. Passò dalle saturnine vocazioni neogotiche, cariche di bizzarria e di fiabesco del periodo periniano, a un credo pedagogico che richiama gli istradamenti morali e cognitivi primonovecenteschi, esplicati da una suggestiva quanto didascalica adesione ai testi scolastici e didattici cui attese per le case editrici Paravia, di cui dal 1902 diventò stabilmente collaboratore grafico, Marietti e SEI (Società editrice internazionale). Per quest'ultima propose tra il 1923 e il 1925 una rilettura dei Promessisposi. Si espresse con punte déco negli anni Venti anche per la piccola grafica pubblicitaria e collaborò con la casa litografica Doyen che riprodusse suoi acquerelli dedicati all'Esposizione universale di Torino del 1911. Suoi disegni apparvero sulla Domenica dei fanciulli (1900-1928), a cura della Paravia, e per l'editore G. Carabba di Lanciano illustrò le Favole e leggende persiane, Enrico di ferro e altre nuove fiabe tedesche di E. Engelmann, La piccola Netotschka e altri racconti per fanciulli di F. M. Dostoevskij nel 1920.
L'E. mori a Torino il 14 maggio 1940.
Fonti e Bibl.: Panna, Arch. stor. comunale, Registri di popolazione 1865-1871; Ibid., Istituto d'arte "P. Toschi", Archivio Accademia di belle arti, Corrispondenza 1878-1886; Ibid., Atti della Accademia parmense di belle arti 1878-1893; Ibid., Ruolo degli alunni della Reale Accademia di belle arti 1877-1885; U. Vichi, E. Perino, stampatore per il popolo, Roma 1967, pp. 27, 65, 74, 90 e passim; I Promessi sposi nella figurazione dell'ottocento e moderna (catal.), Lecco 1973, p. 19; A. Faeti, in E. Perodi, Le novelle della nonna, Torino 1974, pp. XVI, LXIV, Roma1911 (catal.), a cura di G. Piantoni, Roma 1980, p. 336; Le edizioni Nerbini (1897-1921), a cura di G. Tortorelli, Firenze 1983, pp. 147 s.; G. Marchesi, in Settantaquattro figurini inediti di Alfredo Edel, Parma 1984, p. 4; R. Leone, Donne e bambini: immagini per nuovi e vecchi miti, in Una città di pagina in pagina. Fotografie e illustraziani, Roma 1984, pp. 111, 114; V. Vergani-M. L. Meacci, 1800-1945: Rilettura stor. dei libri di testo della scuola elementare, Pisa 1984, p. 156; P. Pallottino, Il riuso delle immagini, in Linea grafica, I (1985), 3, p. 49; Id., Storia dell'illustrazione ital., Bologna 1988, ad Indicem.