LEONIDA (Λεωνίδας, Leonĭdas)
Re spartano della famiglia degli Agiadi, figlio di Anaxandridas e fratellastro di Cleomene I, al quale succedette nel 488-487 circa (Herod., v, 39-41). Nella storia ci è noto solo per la difesa delle Termopili contro Serse (480), alla testa di un piccolo esercito (Herod., vii, 202-203-219). Circa quarant'anni più tardi le sue spoglie furono portate a Sparta e si istituirono giochi annuali intorno al suo monumento sepolcrale (Λεωνιδεῖον) (Herod., vii, 205-239; Paus., iii, 14, 1; Semonid., Fr., 4, in Bergk, P. L. G., iii, p. 384).
Riguardo al passo di Erodoto (vi, 56-60), dove vengono descritti gli onori funebri resi al re spartano morto in guerra, e che si è voluto interpretare come riferentesi a L., si discute sul senso da dare alla parola εἴδολων, immagine del re, che sarebbe stata seppellita al posto del vero corpo. Comunque si interpreti il passo, è chiaro che essa non doveva avere alcun carattere ritrattistico.
Viene erroneamente identificato con L. un torso di guerriero in marmo pario, scoperto sull'acropoli di Sparta nel 1925 (già ad Atene, Museo Naz. 3613, ora al museo di Sparta). Leggermente più grande del vero, il volto coperto dall'elmo, nudo, doveva avere il braccio sinistro, con lo scudo, proteso, il braccio destro retratto per scagliare la lancia, in un movimento impetuoso che il torso, sebbene frammentario, lascia ancora intuire; la sua veduta principale è da destra. I confronti stilistici con il frontone orientale di Egina da una parte, e il gruppo dei Tirannicidi dall'altra, portano ad una datazione intermedia intorno al 485. La parentela con i piccoli bronzi laconici lo identifica come lavoro indigeno. Probabilmente è opera tarda di scultore formatosi in pieno arcaismo.
È da escludere che appartenesse ad un frontone; è forse figura votiva dedicata in un tempio, le tracce di rottura violenta si giustificano più pensando ad un terremoto, che non ad una intenzionale distruzione del monumento. L'identificazione con L. è comunque inaccettabile, perché questi solo nel 440 ebbe onori e fu considerato eroe nazionale.
Bibl.: Lenschau, in Pauly-Wissowa, XII, 1925, cc. 2015-22019, s. v., n. 2; H. Rieman, in Brunn-Bruckmann, Denkmäler, Monaco 1939, CLVI, tavv. 776-780; G. Lippold, in Handbuch, III, i, 1950, p. 195; H. Schaefer, Das Eidolon des Leonidas, in Charites, Bonn 1957, pp. 223-233. Per l'arte laconica in genere v.: F. Homann-Wedeking, Von spartanischer Art und Kunst, in Antike und Abendland, VII, 1958, pp. 63-83.