LEONIDES (Λεωνίδης, Leonides)
1°. - Architetto di Nasso, fiorito nella seconda metà del IV sec. a. C. Come si desume dall'iscrizione sull'architrave, in parte conservata, L. istituì e costruì nel santuario di Zeus in Olimpia, il Leonidaion, edificio destinato ad ospitar pellegrini ragguardevoli. Allo stesso artefice gli abitanti della città di Psofìs in Arcadia elevarono in Olimpia una statua onoraria, la cui base con iscrizione fu trovata a N del Leonidaion. Più tardi l'epigrafe fu cancellata, così spiegasi l'errore di Pausania, che crede L. di Elide. È da escludere che questo L. sia il Leonidas nominato da Vitruvio (vii, praef., 14) come scrittore sulla symmetria. Il Leonidaion si elevava nell'angolo S-O fuori del recinto dell'Altis e consisteva in un quadrilatero di m 74 × 8o, con un cortile interno a pianta quadrata cinto da colonne doriche. Su questo cortile si apriva nel lato O una sala colonnata e varie altre sale in questo e negli altri lati. Nel lato meridionale era l'ingresso monumentale a propileo. Esternamente l'edificio era cinto da un porticato di 142 colonne ioniche con trabeazione a dentelli senza fregio. Gli ambienti ricevevano luce ed aria dal cortile interno. In epoca romana questo edificio fu modificato, il cortile trasformato in giardino con vasche, ma la pianta rimase fondamentalmente immutata. Per lo stile ionico senza decorazione figurata nel fregio il Leonidaion rappresenta una fase di transizione dal sec. IV all'età ellenistica, perché presenta insieme forme d'arte classica e d'arte più recente. Al periodo classico richiama il tipo dell'acanto a lobi tondeggianti nella decorazione della grondaia, mentre forme già proto-ellenistiche sono l'ordinamento diastilo del colonnato dorico e le lastre dipinte dell'ornato lesbico a onde sotto i palchetti del cornicione dorico. Evidenti influssi asiatici sono nella forma delle basi delle colonne ioniche.
Bibl.: Ausgrabungen zu Olympia, V, Berlino 1884, p. 43 ss., tavv. 41-43; Olympia, Ergebnisse der... Ausgrabungen, I, Berlino 1892, tavv. 62-66; Baumeister, Denkmäler, II, p. 104, s. v. Olympia; W. Kroll, in Pauly-Wissowa, XII, 1925, c. 2020, n. 5; Weickert, in Thieme-Becker, XXIII, 1929, p. 89 ss., (ivi bibliografia). Iscrizioni: Inschriften von Olympia, n. 294 (base onoraria); 651 (architrave del Leonidaion): W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, p. 251.