LEONTOPOLI (Λεοντόπολις)
Località del Basso Egitto, nota con questo nome in età ellenistico-romana; oggi Tell el-Yehūdiyeh, "collina dei Giudei" a una trentina di km. dal Cairo. Fu esplorata specie dal Flinders Petrie, che vi trovò resti dell'età degli Hycsos e credette di identificarla con Avaris, la capitale degli Hycsos: l'identificazione è oggi concordemente abbandonata. È però ammesso che il nome di "collina dei Giudei" le venga dall'essere stata sede di un tempio giudaico tra il 170 circa a. C. e il 73 d. C.
Le origini di questo tempio non sono chiarissime; Flavio Giuseppe nella Guerra giudaica assevera che esso fu fondato dal sommo sacerdote di Gerusalemme Onia III costretto a fuggire da Antioco IV di Siria; nelle Antichità dà invece l'altra versione che il tempio fu fondato da un figlio di Onia III, che non era mai stato sommo sacerdote in Gerusalemme. La prima versione, confermata da testi del Talmūd, è quasi certo la esatta, nonostante alcune difficoltà, mentre l'altra tende evidentemente a attenuarc il fatto che l'autentico sommo sacerdote di discendenza aaronide, sostituito in Gerusalemme dagli Asmonei, si era trapiantato in Egitto. Il trasferimento si collega con la rivalità tra Siria ed Egitto nella supremazia in Palestina. Si comprende che i Tolomei favorissero il tempio di Leontopoli come centro di attrazione del giudaismo, dopo aver perduto il controllo del tempio di Gerusalemme. D'altra parte la fondazione di un tempio oltre quello di Gerusalemme, sia pure legittimato dalla più autentica stirpe sacerdotale, indica l'estremo persistere di una tendenza a una pluralità di santuarî combattuta dalle correnti più ortodosse. E infine il carattere militare che ebbe la colonia ebraica di Leontopoli accanto al tempio si riconnette ad evidenza con la tradizione degli Ebrei coloni militari in Egitto documentata nel sec. V a Elefantina (v. XIII, p. 626).
Nonostante queste forti connessioni con il passato, l'importanza del tempio di Leontopoli fu solo locale, e piuttosto politica che religiosa. L'episodio più importante della comunità di Leontopoli a noi noto fu di combattere sotto la guida dei figli di Onia IV, Helcia e Anania, in favore di Cleopatra III contro Tolomeo VIII Latiro verso la fine del sec. II a. C.; ma appunto in questo episodio si nota la solidarietà di tale gruppo con la politica di Alessandro Ianneo, re e sommo sacerdote di Gerusalemme. Di fatto la massima parte degli Ebrei egiziani rimase fedele al tempio gerosolimitano; le fonti ebraiche ne fanno pochissimi cenni, da cui tuttavia risulta che se si negava valore alle cerimonie di culto compiute a Leontopoli e si tenevano lontani i sacerdoti dal passare a somministrare il culto in Gerusalemme, una qualche autorità non fu mai contestata. Si evitò insomma lo scisma. Le poche iscrizioni sembrano indicare un'approfondita ellenizzazione degli adepti. Né è escluso che la lettera di Aristea (v. IV, p. 326) abbia lo scopo di rîchiamarli al culto di Gerusalemme, se è vero che essa fu composta verso la fine del sec. II a. C. Il tempio avrebbe potuto acquistare nuovo valore dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, ma Vespasiano lo fece distruggere nel 73 d. C.
Bibl.: E. Schürer, Geschichte des jüdischen Volkes, 4ª ed., III, Lipsia 1909, p. 144 segg.; G. Ricciotti, Storia di Israele, II, Torino 1934, pp. 277-82 (riporta tutti i testi principali); A. Momigliano, Prime linee di storia della tradizione maccabaica, ivi 1931, p. 39; id., Per la data e la caratteristica della lettera di Aristea, in Aegyptus, XII (19327, p. 161.