Jessner, Leopold
Regista teatrale e cinematografico tedesco, nato a Königsberg (Prussia Orientale) il 3 marzo 1878 e morto a Hollywood il 13 dicembre 1945. Fu uno dei più innovativi registi di teatro della Repubblica di Weimar e il suo nome è legato a due film esemplari del cinema espressionista tedesco degli anni Venti, Hintertreppe (1921) diretto insieme a Paul Leni ed Erdgeist (1923), prima trasposizione cinematografica del dramma di F. Wedekind. Dopo un'esperienza come attore in compagnie minori attive in varie piazze tedesche, diresse il Neues Schauspielhaus di Königsberg (1915-1919). Nel 1919 fu chiamato alla direzione dello Staatstheater di Berlino, affermandosi con alcune messinscene rivoluzionarie (Wilhelm Tell di F. Schiller; Marquis von Keith di F. Wedekind; Richard III di W. Shakespeare) nelle quali, ridotti all'estremo gli elementi scenici e spogliata di ogni enfasi la recitazione degli attori, valorizzò la forza espressiva della parola. Il suo primo film, Hintertreppe, scritto da Carl May, è un Kammerspiel ambientato in un casamento popolare. Una domestica, innamorata di un muratore, viene ingannata dal postino, a sua volta innamorato di lei, che le sottrae le lettere dell'altro e, al ritorno di quest'ultimo, lo uccide: la donna, disperata, si suicida. Alla tragedia assistono crudelmente indifferenti i borghesi padroni del palazzo, mentre gli opprimenti elementi architettonici creano un'atmosfera da incubo senza via d'uscita. Nel film successivo, Erdgeist ‒ ancora una volta una polemica condanna del filisteismo borghese ‒, offrì ad Asta Nielsen, la grande diva danese degli anni Dieci, il ruolo (che sarebbe stato di Louise Brooks) della seducente Lulù. Pur collaborando alla sceneggiatura di Maria Stuart (1927; Maria Stuarda) di Friedrich Feher, J. rimase soprattutto un regista teatrale, interessato alla recitazione convulsa ed espressionistica degli attori e ai giochi di luci e ombre, meno al nuovo linguaggio cinematografico, di cui intuì, ma non approfondì, le potenzialità. Doppiamente vittima delle campagne denigratorie dei nazionalisti e dei nazisti come artista degenerato e come ebreo, prima dovette abbandonare l'incarico in teatro e poi, con l'avvento di A. Hitler, emigrare. Ma negli Stati Uniti non incontrò favori e il suo Children of the fog (1935) passò inosservato. Morì dimenticato dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
I. Tanneberger, Leopold Jessner als Regisseur, in "Baden-Baden. Bühneblatter", 1927, VII.
K.T. Bluth, Leopold Jessner, Berlin 1928.
F. Ziege, Leopold Jessner, Berlin 1928.
E. Pirchan, Erinnerungen an Leopold Jessner, in "Die neue Zeitung", 1951, 44.
H. Müllenmeister, Leopold Jessner. Geschichte eines Regienstils, Köln 1956.