BATTISTINI, Leopoldo
Nacque a Iesi il 12 genn. 1865 da Giambattista. Studiò all'Accademia di Belle Arti di Firenze col Coppedè e a quella di Roma con il Maccari. A ventidue anni vinse un concorso internazionale e fu nominato professore di disegno e di pittura presso la scuola industriale Brotero di Coimbra, dove restò per quattordici anni. Poi per volere, pare, del re Carlo I, che voleva seguire i suoi corsi sull'arte del pastello e desiderava averlo tra gli artisti della capitale, fu chiamato (1903) ad insegnare nella scuola industriale marchese di Pombal in Lisbona, dove visse fino alla morte. Fu famoso pastellista e ritrattista: lo stesso Carlo I si fece da lui ritrarre (Aula magna dell'univ. di Coimbra). Ma la sua fama è soprattutto legata all'intensa attività di ceramista, per la quale egli passa come il rinnovatore dell'industria artistica della ceramica in Portogallo. A Lisbona, infatti, il B. diresse la fabbrica di ceramica "Constância", dalla quale uscirono i suoi lavori migliori. Attraverso il restauro delle decorazioni ad azulejos, egli si perfezionò tanto in questa tecnica, ormai decaduta, da riuscire a riportarla in auge con la collaborazione della sua allieva Maria de Portugal. Tra le sue numerose opere, in cui non mancano richiami a Luca della Robbia, studiato probabilmente durante il suo soggiorno giovanile a Firenze, vanno ricordate il S. Giovanni Battista del Giardino José Bento, antico Largo de S. João, a Castelo Branco, il S. Bernardo del Museo-Biblioteca Almeida Moreira a Viseu; inoltre una brutta opera, in cui il B. mescolò iconografia quattrocentesca e retorica fascista: la Madonna del Fascio, che, spedita a Roma, fu dapprima esposta a palazzo Braschi e quindi sistemata nella chiesetta di Predappio.
Il B. morì a Lisbona il 4 gennaio del 1936.
Egli partecipò a numerose esposizioni: dal 1895 a quelle del Gremio Artístico; dal 1903 a quelle della Società Nazionale di Belle Arti di Lisbona.
Quasi tutte le sue opere si trovano in Portogallo, soprattutto nel Museo municipale di Lisbona, a cui egli donò la maggior parte della sua produzione; altri suoi lavori (L'antica cattedrale di Coimbra, 1895; il pastello Testa di donna, 1904) sono conservati in varie collezioni private.
Bibl.: La "Madonna del Fascio" di Predappio, in Il Giornale d'Italia, 19 ott. 1929; I. Cerioni, L. B., in Corriere adriatico, 13 marzo 1936; Illustraçao, n. 265, 1º genn. 1937, p. 27; L'opera del genio ital. all'estero, E. Lavagnino, Gli artisti ital. in Portogallo, Roma 1940, pp. 149, 162; Diccionario de pintores e esculptores portugueses ou que trabalharam em Portugal, p. 124; Enciclopédia Luso-Bralleira, I, p. 386.